Un tragico incidente stradale in quel di Vicenza (dopo quello, che lo colpì duramente, per la perdita del figlio Sebastiano, poco più che ventenne, pure vittima della strada) poneva termine quarant’anni fa, il 19 ottobre 1980, mentre si recava ad un convegno veronese, all’esistenza terrena di Ugo Fasolo, nato a Belluno il 27 dicembre 1905 da Umberto e Rosa De Salvador, conosciuto ed apprezzato poeta. La libera enciclopedia Wikipedia ricorda che “Laureatosi a Firenze in scienze naturali e specializzatosi in ingegneria ottica, cominciò a scrivere sin da giovane. La sua poetica risentì dell’esperienza delle grandi guerre e fu dopo la seconda che ebbe modo di esprimerla al meglio, qualificandosi come poeta della bellezza”. Fasolo, tradotto in varie lingue europee, collaborò alla rivista Il Frontespizio e pubblicò lavori anche con grandi case editrici; frequentò letterati ed artisti come Soffici, Betocchi, Bo, Palazzeschi, Pomilio, Valerui, Bàrberi Squarotti. Stabilitosi a Venezia nel 1950, successe a Valeri come presidente dell’associazione degli Scrittori veneti; diresse anche la rivista Lettere venete edita nella città lagunare. Fra le sue numerose ed apprezzate opere si ricordano: Atlante micrografico dei legni dell’Africa orientale italiana, Erbario coloniale, 1939; La sorte pura, Vallecchi, Firenze, 1940; Poesie, Vallecchi, Firenze, 1948; Nuovi poeti, Vallecchi, Firenze, 1950; Notte e compianto, Neri Pozza, Vicenza, 1968; Rusconi, Milano, 1969; Lungo l’eclittica, Rebellato, Cittadella (Padova), 1971; Le varianti e l’invariante, Rusconi, Milano, 1976; Titian, Scala Books, distributed by Harper & Row, 1980; Titian, Constable, 1980; I graffi sulla pietra, Rusconi, Milano, 1981; L’acuto sentimento dello spazio, Anthos, Venezia-Mestre, 1991. Ed ecco alcune curiosità sulla e per la figura di Ugo Fasolo. Nel sito di Wikipedia si può vedere la foto di una lapide apposta nell’abitazione veneziana del poeta bellunese, al numero 102 della Salizzada San Pantalon, nel sestiere di Santa Croce. Questa la scritta: “Noi camminiamo verso un assoluto che non ha intrichi di arrivi e di partenze ci attrae l’avvio nel cerchio della quiete in cieli dove s’inalba la luce noi camminiamo attratti dalla luce UGO FASOLO poeta che in questa casa visse 1905-1080 il Comune di Venezia nel 10. anniversario della scomparsa 19-10-1990”. Su ateneo veneto.org c’è invece la notizia della presentazione, a cento anni dalla nascita di Fasolo, del volume “Oltre l’avvicendarsi delle stagioni” edito dall’Ateneo Veneto e curato da Anna Rinaldin, che raccoglie le testimonianze per Ugo Fasolo portate da amici e colleghi nei quattro incontri commemorativi svoltisi a Venezia, Treviso, Pieve di Cadore e Belluno. Il Libro è corredato da riproduzioni documentarie e fotografiche e vuole delineare il ricchissimo percorso di vita di Ugo Fasolo, fino al tragico incidente che lo portò alla morte nel 1980. L’opera raccoglie, fra l’altro, il carteggio tra Fasolo e il poeta gradese Biagio Marin – che vede le stampe per la prima volta – oltre a una rassegna del Fondo Fasolo presente presso la Biblioteca dell’Ateneo. Nel programma dell’evento figurava il concerto della grande violinista e direttrice d’orchestra Paola Fasolo, nipote del nostro, con l’Accademia Vivaldiana. La Rinaldin, autrice del pregevole volume, dedica un passaggio anche all’ “amore di Ugo Fasolo per la propria terra veneta, dalle asprezze della montagna alla dolcezza della pianura”, che – ricorda – “traspare delle pagine di ‘Gente di Cadore’ che vede la luce nel 1961 e a cui collaborò, oltre a Fasolo, anche uno scrittore del calibro di Dino Buzzati, insieme agli amici Giuseppe Mazzotti, Giovanna Zangrandi e Fiorello Zangrando, e da quelle della monografia su Gigi Candiani scritta nel 1962. Nel 1965, a conferma di una passione artistica sempre viva, pubblicava per Neri Pozza una monografia sull’amico Corrado Balest seguita da una su Cesco Magnolato due anni dopo e da una su domestici nel 1972.
NELLE FOTO (Wikipedia, Google, Academia.edu, rivista Gente del dicembre 1970): Ugo Fasolo con la moglie alla consegna del “Premio Sebeto” 1970; il poeta con Enzo Pedrocco; la lapide che lo ricorda nella casa veneziana dove visse; copertina di “Le varianti e l’invariante” edito da Rusconi; la nipote Paola Fasolo che gli dedicò un concerto alla presentazione postuma “Oltre l’avvicendarsi delle stagioni” curata per l’Ateneo Veneto da Anna Rinaldin.