BELLUNO Dalla pratica edilizia di un noto professionista bellunese, M.B. è emersa l’immagine datata (risale infatti al 1960) che ci offre una visione innevata di Piazzale Marconi. La segnalazione, della quale siamo ovviamente grati, ci offre il destro per una rivisitazione del Piazzale intitolato all’inventore, imprenditore e politico – così lo definisce la libera enciclopedia Wikipedia tracciandone il profilo – a cui “si deve lo sviluppo di un efficace sistema di telecomunicazione a distanza via onde radio, ovvero la telegrafia senza o radiotelegrafo, che ebbe notevole diffusione, la cui evoluzione portò allo sviluppo della radio e della televisione e in generale di tutti i moderni sistemi e metodi di radiocomunicazione che utilizzano le comunicazioni senza fili , e che gli valse il premio Nobel per la fisica condiviso con Carl Ferdinand Braun, ‘in riconoscimento del suo contributo allo sviluppo della telegrafia senza fili’”. Marconi, che era nato a Bologna il 25 aprile 1874, morì a Roma il 20 luglio 1937. Nel libro “Belluno storia architettura arte” edito dall’Istituto bellunese di ricerche sociali e culturali guidato dal prof. don Sergio Sacco nel giugno 1984 con la tipografia Piave, gli autori: Gigetto De Bortoli, Andrea Moro e Flavio Vizzutti, ricordano che: “Via Garibaldi si apre su piazzale Marconi, il cui assetto attuale proviene dalla demolizione di Porta Feltre. Tale Porta era costituita da un grande arco riecheggiante gli archi trionfali romani (zoccolo rustico di base, due semicolonne gemelle, arco a tutto sesto nel mezzo, cornice superiore con triglifi (elemento architettonico quadrangolare, sporgente, con scanalature verticali, che nel fregio dorico si alterna con le metope e può essere di terracotta o di pietra – ndr.) e metope (formella in pietra, scolpita a rilievo, a seconda dei casi altorilievo o bassorilievo, posta in alternanza con i triglifi – ndr.) con oggetti simbolici, culmine grezzo (di scarsa eleganza) che sorgeva pressappoco dove ora s’inizia la strada panoramica e chiudeva ad imbuto la via. Era stata costruita in onore dell’imperatore Francesco I nel 1816, in occasione della sua visita a Belluno. Divenuta ingombrante per il traffico, e malsicura, venne demolita nel 1926”. Ancora dal libro di De Bortoli, Moro e Vizzutti: “Nonostante le nuovissime costruzioni ed il distributore di benzina che si trova al centro di una rotatoria del traffico (da anni il distributore della famiglia Buratto non esiste più – ndr.), alcuni edifici (lato sud) riescono a conservare, fino all’innesto della panoramica, i caratteri di via Garibaldi. Si vedano le case dei civici 2-3, che conservano le mensoline e le cornici. La parte ovest di Belluno intorno a via Feltre è tutta moderna. Vale la pena però osservare quanto resta della chiesetta della B.V. del Buon Consiglio che si trovava sulla destra della strada, in direzione di Feltre, ed appariva inquadrata dall’arco di Porta Feltre a coloro che provenivano da via Garibaldi”. E a proposito della chiesetta i tre autori scrivono: “Con la sistemazione di piazzale Marconi la chiesetta è stata spostata sul lato sinistro della strada e posta a ridosso dell’orfanatrofio Sperti, costruito appunto nel 1926, dove tuttora si vede… Accanto alla chiesetta vi era pure una fontana, che metteva a disposizione del pubblico anche una cazza, cioè un mestolo di rame, per facilitare la bevuta degli assetati. Grazie a questa fontana, scomparsa intorno al 1920, e soprattutto per la generosa presenza del mestolo, la chiesetta era stata battezzata ‘Madona de la kaza’”.
NELLE FOTO (Renato Bona, Wikipedia e riproduzione dal libro”Belluno e provincia nelle vecchie cartoline” di G. Fabbiani e G. Sorge): Piazzale Marconi come era nel 1960 e come appare oggi; Guglielmo Marconi; gli edifici richiamati nel libro di De Bortoli, Moro e Vizzutti; la vecchia Porta Feltre prima dell’abbattimento; la chiesetta della B.V. del Buon Consiglio.