ALLA RADIO – DARIO SCOPEL
BELLUNO Dopo la ripresa della curva dei contagi da Covid-19, che è tornata in questi giorni a salire nonostante il numero dei ricoveri sia ancora lontano dai livelli di allarme, si rincorrono in queste ore diverse ipotesi sull’applicazione del green pass per l’accesso anche ad alcuni servizi primari o addirittura essenziali. E il dibattito è arrivato anche in terra bellunese, come testimoniano le prese di posizione del presidente di Confcommercio Belluno Paolo Doglioni e della presidente della Fipe, Federazione Italiana Pubblici Esercizi, Rossana Roma, riportate oggi da un quotidiano locale. Esternazioni dalle quali traspare la richiesta, con il fine di scongiurare altre chiusure delle attività in futuro, di estendere quanto più possibile l’utilizzo del green pass per l’accesso ai servizi di bar e ristorazione, ma anche ad altre categorie di attività, come supermercati e centri commerciali. “Se da un lato condivido la “pressione”, anche mediatica, per favorire quanto più possibile l’avanzamento della campagna vaccinale (con conseguente rilascio dell’oramai famoso green pass) – esordisce il coordinatore provinciale di Forza Italia Dario Scopel -, dall’altro non può non preoccuparmi l’ipotesi di vedere vietati alcuni o molti servizi sia pubblici che privati a chi non si è (o non si è ancora) vaccinato. Davvero immaginiamo di negare la possibilità di acquistare generi di prima necessità, come quelli alimentari – si chiede Scopel non senza una punta di amara ironia – a chi non ha il green pass? O di interdirlo dalla frequentazione di luoghi o servizi pubblici che pure concorre a finanziare con le sue tasse?” “Qui c’è il rischio concreto che un’idea nata con uno scopo condivisibile (favore la vaccinazione di massa e quindi ridurre il numero dei contagi e le conseguenze sanitarie degli stessi) generi degli effetti distorti o addirittura pericolosi. In giro, continua il coordinatore azzurro, si respira un clima di diffidenza nei confronti delle persone non vaccinate (che a volte lo sono anche per ragioni indipendenti dalla propria volontà) che rischia di degenerare in qualcosa di molto più pericoloso e in una sorta di vera e propria ghettizzazione. Gli effetti sociali di tutto questo sarebbero a dir poco preoccupanti. Ben vengano quindi, conclude Scopel, tutte le iniziative volte a rendere la popolazione consapevole dei rischi che stiamo correndo e della necessità di procedere rapidamente con i vaccini, ma assolutamente no alla creazione di cittadini di serie A e di serie B; i beni e i servizi primari, pur con accesso regolato da tutte le precauzioni e le norme del caso, devono essere e restare appannaggio di tutti! E’ una questione di rispetto della persona, ma anche di seria e responsabile gestione delle nostre comunità, piccole o grandi che siano”.
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