DILLO A RADIO PIU
di ANDREA AMICO
La sensazione ogni santa volta è quella di una grande tragedia, ansia, agitazione e poi? Nel 1990 in Italia il Tg4 mostrava le “immagini verdi” notturne dei bombardamenti della guerra del Golfo. Poi qui in Friuli abbiamo avuto a fianco la guerra in Jugoslavia nel 1991, i profughi, le immagini alla tv e adesso sembra così lontana nel tempo, per noi. Nel 1998 anche in Kosovo che rispetto all’Ucraina è più vicino e ce lo siamo praticamente dimenticato. Per decenni l’Europa ha vissuto con una Germania divisa tra due grandi potenze militari, in Friuli in particolare avevamo il confine est, oltre di esso un dittatore, dal nostro lato caserme e installazioni militari, tutto pronto per resistere qualche giorno ad un eventuale invasione della Russia e dei suoi alleati, con lo spettro della guerra atomica. Avevamo paura noi del dittatore durante la guerra fredda perché non ci conveniva ricordare che eravamo stati fascisti e nel 1941 li abbiamo invasi e massacrati, alla fine però la guerra l’abbiamo persa e abbiamo venduto l’anima agli Stati Uniti per salvarci…, abbiamo girato l’armadio della vergogna, abbiamo dimenticato le foibe, pari e patta e palla al centro, poi quale sia il centro… Ed ogni volta, come l’11 settembre 2001 sembra la fine del mondo, lo stravolgimento assoluto dell’ordine mondiale, invece è solo una guerra che inizia e finisce, anche quando è mondiale, pecunia non olet.
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