DAL GIORNALE RADIO DELLE 9.30
BELLUNO La decisione della Ulss 1 Dolomiti è definitiva: ai lavoratori infermieri e operatori socio-sanitari esposti a radiazioni anche se non operano in radiologia, non spetta l’indennità di rischio radiologico e la Cisl Fp Belluno Treviso presenta formale diffida nei confronti dell’azienda socio-sanitaria bellunese. Fp contesta il mancato riconoscimento degli istituti contrattuali previsti al personale considerato esposto a rischio radiologico e operante in zona controllata e chiede l’annullamento della delibera in autotutela, non essendo presente al suo interno nessun componente designato dalle Organizzazioni Sindacali maggiormente rappresentative. “Spiace dover arrivare a tali conclusioni e auspichiamo che con la diffida l’azienda torni sui suoi passi rivedendo le proprie posizioni ed evitando possibili contenziosi”, afferma Mario De Boni della Segreteria territoriale della Cisl Fp. Il braccio di ferro fra Ulss e Organizzazioni Sindacali dura ormai da mesi. Lo scorso maggio l’azienda ha sospeso il pagamento dell’indennità relativa al rischio radiologico a tutti i dipendenti esposti alle radiazioni durante lo svolgimento della propria attività in ospedale, ma non sufficientemente per aver diritto al riconoscimento della maggiorazione in busta paga e del riposo cosiddetto biologico. Molte le richieste rimaste senza risposta di delucidazioni e di incontri inviati alla Ulss dalle Organizzazioni Sindacali territoriali e dalla Rsu “Solo ad agosto – spiega De Boni – siamo venuti a conoscenza di un regolamento redatto dai referenti del Navrr, verificato dal direttore sanitario e approvato dal direttore generale, dove si disciplinano i criteri di riclassificazione e dal quale si evince che i lavoratori classificati in categoria B non sono più ritenuti esposti ad un rischio tale da renderli percettori di indennità e riposo biologico”. Il che significa il taglio di circa 100 euro al mese e di 15 giorni di ferie all’anno”. Il sindacato ritiene il comportamento della direzione intollerabile nei confronti di chi rappresenta i lavoratori, ma soprattutto evidenzia una mancanza di trasparenza producendo malumore tra i lavoratori.