VENEZIA Ieri alla Scuola Grande di San Rocco a Venezia in occasione del 42esimo anniversario della scomparsa di Albino Luciani, Giovanni Paolo I, il papa bellunese nato a Canale d’Agordo è stato presentato il libro “Nostalgia di un sorriso” (Associazione Oasi Papa Luciani Onlus editore). Si tratta di un volume curato da mons. Ettore Fornezza, che per quasi dieci anni è stato accanto a Luciani prima come diacono, poi come prete e aiutante personale ed è presidente dell’Associazione Oasi Papa Luciani creata in memoria dell’ex Patriarca di Venezia. Il libro è ricco di fotografie, molte delle quali inedite, e racconta un Papa Luciani lontano dall’ufficialità, insieme alle persone più care, a coltivare i suoi studi che poi sarebbero diventati i suoi insegnamenti di vita fino a illustrare il suo apostolato tra il Bellunese, Vittorio Veneto, Venezia e infine i 33 giorni del suo Pontificato romano. Quello di mons. Fornezza è un viaggio nella memoria per un uomo che è ancora nel cuore di molta gente. Nel corso della presentazione sono intervenuti Franco Posocco, Guardian Grando di San Rocco, dell’arcivescovo Fabio Dal Cin e la presenza dell’autore oltre ad un intermezzo musicale con il maestro Riccardo Parravicini. «Il sorriso – si legge nell’introduzione a firma di Fornezza – era la sua prerogativa, malgrado non ci si aspetti che un montanaro, un prete per di più, caratterizzi il suo modo di essere proprio con quel gesto che più avvicina i cuori della gente. Di quel sorriso provo grande nostalgia. Un sorriso che arrivava quando mi accoglieva nella sua stanza in Patriarcato, quando mi salutava al mattino e alla sera, quando pregava e quando celebrava la messa. Quando incontrava i veneziani, i parrocchiani della Diocesi e soprattutto i bambini: Albino Luciani li amava”. Oltre alla biografia, alle testimonianze e agli aneddoti su Papa Luciani, c’è anche un omaggio alla sua terra, a quell’oasi che ora porta il suo nome in località Ghisel di Cencenighe, a due passi da Canale d’Agordo, frequentata da tanti giovani delle parrocchie veneziane. Anche qui Vaia ha lasciato il segno distruggendo il sentiero che porta all’oasi ma tra pochi giorni inizieranno i lavori per il suo ripristino.