AGORDO Dopo l’attacco di settembre, il ricatto. Ma Luxottica non molla e sceglie di non trattare con i criminali né di attribuirgli alcuna visibilità. L’azienda sta rassicurando in queste ore rappresentanti sindacali e dipendenti in Italia circa le notizie circolate in Rete nelle ultime ore, in merito a dati e informazioni aziendali riversati sul dark web dal gruppo di hacker responsabile dell’attacco di metà settembre. Al tempo l’azienda aveva reagito subito all’incidente, isolando la sua rete globale nel corso di un fine settimana e riprendendo l’operatività in Italia e nel mondo nel giro di ore. Erano subito partite le indagini in coordinamento con la Polizia italiana e l’FBI americana, per identificare gli autori e per capire fino a che punto avessero fatto breccia nei sistemi aziendali. Il problema, dalle evidenze raccolte ad oggi, avrebbe interessato in particolare un server dell’azienda in Sud Africa, che supporta le attività locali del Gruppo. I responsabili dell’attacco sarebbero riusciti a scaricare file e materiali interni, minacciando di diffonderli se l’azienda non avesse pagato un riscatto. Da lì la presa di posizione netta di Luxottica: non scendiamo a patti con i criminali, nell’idea che pagare significa dare credito a queste organizzazioni e tenere in piedi un sistema che ogni anno colpisce centinaia e centinaia di aziende in Italia e nel mondo. I responsabili hanno cominciato pertanto nelle ultime ore a far uscire nel dark web una prima parte di file relativi alle attività sudafricane del Gruppo. L’azienda si sta già adoperando con le forze dell’ordine e gli esperti per ridurre al minimo i potenziali impatti sulle sue persone – qualche centinaio in Sud Africa – sui partner e sulle attività locali, dato che la protezione delle informazioni aziendali, dei dipendenti e dei clienti è una responsabilità che l’azienda prende molto seriamente.