Sinceri complimenti al collega giornalista ed amico Marco Perale perché – anche se “giocava in casa” e nonostante le sue riconosciute doti di storico – non deve essergli stato facile districarsi nella miriade di persone (i Perale con annessi e connessi…), i luoghi e le situazioni che hanno proposto in ambiti, ambienti e ruoli variegati belle pagine di storia bellunese, e non solo. Ci riferiamo a “Ricette di famiglia – 100 anni di Farmacia Perale” di cui è stato autore nel 2013, l’anno del secolo raggiunto dalla farmacia Perale. Una quarantina di pagine per raccontare l’arrivo a Belluno di Agostino Perale e dei figli Guido, Ruggero ed Augusto che con lui hanno condotto la farmacia nel centro della città del Piave, giusto davanti al Teatro Comunale. Che era stata acquistata da quello che Marco Perale definisce “il risorgimentale (e laicissimo) farmacista Garibaldi Locatelli”. Nato il 18 ottobre del 1843 a Mirano e perso in tragiche circostanze il padre, Agostino venne accolto nel seminario di Treviso dove rimase dagli 8 ai 15 anni “compagno di studi del chierico Giuseppe Sarto, il futuro San Pio X, di qualche anno più vecchio”. Trasferitosi a Padova con la madre, il nostro completò gli studi liceali e si iscrisse alla facoltà medico-chirurgico-farmaceutica, conseguendo la laurea il 4 aprile 1868; lavorò quindi a Mirano, Treviso e Padova prima di trasferirsi a Belluno, città alla quale si sentiva legato per l’amicizia col bellunese pittore Giovanni De Min ma soprattutto per aver sposato nel 1880 Angela Bettio, imparentata con importanti famiglie bellunesi. E qui l’autore non perde l’occasione per spiegare che “La madre di Angela, Antonietta Lante, era figlia di Bartolomeo Lante e Giovanna Sammartini, ed era quindi sorella di Francesco, padre di Luigi e nonno di Maria Marcherita, che sposerà il senatore Achille Gaggia, presidente della Sade tra il 1943 ed il ’53, nella cui villa di Socchieva si tenne l’ultimo incontro tra Mussolini e Hitler il 19 luglio del 1943, una settimana prima della riunione del Gran Consiglio che depose il Duce…”. Un altro fratello di Antonietta Lante, Antonio, sarà a sua volta padre di Bortolo e quindi nonno di Vincenzo Lante, due volte sindaco di Belluno, l’ultimo democraticamente eletto, nel 1920, prima dell’avvento del Fascismo ed il primo nuovamente eletto dopo l’ultima guerra, nel 1946”. Il matrimonio di Agostino ed Angela è del 31 agosto 1880. Ancora Marco Perale:_ “Quando Agostino Perale nel 1913 prese la decisione sulla farmacia da comprare (era in ballo anche quella di Longarone, che era senza concorrenza a differenza di quella bellunese – ndr.) la scelta di Belluno, 66 anni dopo l’incontro con l’arte di Giovanni De min e 22 anni dopo il matrimonio con Angela Bettio, rispondeva evidentemente al richiamo di un legame già solido e profondo”. Il capitolo “Il Novecento” rievoca fra l’altro le guerre, la crisi economica mondiale, il terremoto del 18 ottobre 1936 ed accenna alle difficoltà incontrate da Agostino e dai suoi, non ultime quelle di carattere burocratico. E poi trovano largo spazio una serie di matrimoni e le discendenze, fino ad arrivare di fatto ai giorni nostri con Ruggero e la moglie Pia Venturelli (matrimonio celebrato il 22 novembre 1922 ad Avio) che ebbero tre figli: Gianfranco (1923-1967), Agostino (1928-2001) e Luciano (1933-1969): Gianfranco, e la moglie Teresa Perrone chiamata Teresita, ebbero tre figli: Anna, Marco (l’autore del libro – ndr.) e Paolo; Agostino e Paola Chinaglia (figlia di Dino imprenditore nel campo degli apparecchi elettrici) ebbero: Chiara, Lucia, Stefano ed Elena; Luciano, sposato con Luigina Facco, non ebbe figli. Con le divisioni familiari, ad Agostino toccò la casa di famiglia mentre la farmacia rimase a Gianfranco che la condusse fino, alla prematura scomparsa, con “Teresita” la quale passò il testimone nel 1998 al figlio Paolo cui si è affiancata la moglie Luisa. Detto della farmacia e del ramo bellunese dei Perale, viene opportunamente ricordato che le radici familiari erano rimaste a Mirano e poi si richiama una curiosità: nell’alto Vicentino, oggi in comune di Arsiero, al confine tra le province di Vicenza e Trento, c’è il piccolo centro di Perale, fino alla Grande Guerra dotato di una sua orgogliosa autonomia comunale, con tanto di timbro postale…”. Il pregevole lavoro di Marco Perale si conclude dedicando alcune pagine a “La Farmacia, 500 anni di storia” perché “se la storia della famiglia Perale si è sovrapposta all’esercizio commerciale negli ultimi 100 anni, in realtà proprio la Farmacia racconta una vicenda che continua ininterrotta, nello stesso luogo e con la stessa funzione, da quasi cinque secoli”. E in proposito richiama quella “specie di anagrafe che nel 1546 consente per la prima volta di fotografare nel dettaglio la consistenza, l’identità, il rango sociale e la residenza di tutti i cittadini di Belluno, nonché l’ubicazione delle attività commerciali esistenti allora in ambito urbano, dentro e fuori le mura della città, appena uscita dal decennio della guerra portata contro Venezia dalla Lega di Cambrai, a inizio Cinquecento, e dal successivo assestamento economico, sociale e urbanistico”. L’elenco – scrive Marco Perale – attesta l’esistenza a Belluno di tre soli ‘speciarii’ (cioè farmacisti) tutti popolari (cioè non nobili) di cui però l’elenco, in due casi dà la residenza abitativa (che non necessariamente corrispondeva all’ubicazione dell’esercizio commerciale, comunque, di solito, sottostante): i primi due infatti risultavano abitare ‘in la Contrada de Marchà’ (il quartiere che si estendeva attorno all’attuale Piazza delle Erbe, quindi sicuramente entro le mura) mentre nel terzo caso cita ‘Ser Prosdocimo Salcis, speciaro in la Contrada della Motta’, cioè il quartiere cresciuto attorno all’antica ‘motta’, la fortificazione di età franca all’angolo di nord-est della cinta urbana, che andava da Porta Dojona al Torrione inglobando l’intera Piazza Mazzini attuale. Tale sistema difensivo era dotato di un avancorpo di fronte alla porta (quello che diventerà il tardoquattrocentesco Palazzo Doglioni, l’attuale sede di Banca Intesa, di fronte al teatro Comunale) che era il primo nucleo, presente fin dall’età medievale, attorno al quale si era sviluppata la nuova espansione urbanistica a nord delle mura, che avrebbe dato vita ai borghi di Santo Stefano e di Campedel”. E quindi, a proposito delle farmacie, ricorda che: “…Per tutta l’età veneziana e fino all’età napoleonica le farmacie di Belluno furono sempre e solo tre, all’insegna rispettivamente dell’Angelo, di San Francesco e di San Giuseppe. Le prime due erano all’interno delle mura, la farmacia dell’Angelo, che con quale lieve spostamento dovrebbe corrispondere all’attuale farmacia Boco, gestita per generazioni tra XVI e XVII secolo dai Chiavenna (che con Niccolò scoprirono le virtù dell’Assenzio ombrellifero del Monte Serva) e la farmacia all’insegna di San Francesco (la vecchia sede della Farmacia Piccirilli) vicino al convento francescano che oggi ospita il Seminario, all’angolo di Crocecalle tra le vie Mezzaterra e Brustolon”. Precisa infine: “La presenza di una bottega di farmacia ‘all’insegna di San Giuseppe’ nell’attuale collocazione di fronte a Porta Dojona di può datare con discreta precisione alla seconda-terza decade del XVI secolo; il primo conduttore di cui ci sia pervenuto il nome è il ‘ser Prosdocimo Salcis’ citato nel documento del 1546 e all’interno dell’attuale farmacia è ancora esposta l’antica insegna settecentesca: tre elementi che ne fanno verosimilmente il più antico esercizio commerciale di Belluno, documentatamente aperto in modo continuativo con la medesima funzione e nella stessa sede da quasi 500 anni”. NELLE FOTO (riproduzioni dal libro “Ricette di famiglia”; Renato Bona): l’autore, Marco Perale; la copertina della pubblicazione; la Farmacia Perale oggi; e quando era Farmacia Locatelli; gruppo di famiglia all’esterno della chiesa di Santo Stefano; 1931: Gianfranco Perale, sulla destra, con Enrico e Renzo Venturelli in farmacia; Teresita e Gianfranco nel 1954; 1965: Pia Perale con Albino Luciani futuro “Papa bellunese del sorriso” Giovanni Paolo I; insegna retro; Agostino Perale; Pia Venturelli; Angela Bettio; Ruggero Perale; il timbro Perale (Vicenza).