Per decisione del Pontefice Paolo VI il 6 agosto di 55 anni fa
Lo storico agordino prof. don Ferdinando Tamis nel suo “I nostri santi” sussidio per il catechismo, l’insegnamento della religione nella scuola e per il bollettino parrocchiale, stampato a Belluno nel 1991, alla data 6 agosto annotava: “Seconda ristrutturazione della Diocesi dopo il concordato” ricordando che 55 anni fa come ieri “Il 6 agosto 1964, con la formazione della nuova diocesi di Bolzano-Bressanone, i due decanati di Cortina d’Ampezzo e di Livinallongo del Col di Lana, che facevano parte dell’antica diocesi di Bressanone, furono uniti alla diocesi di Belluno… alla cui provincia appartenevano dalla fine della prima guerra mondiale”. In proposito, il sito Digilander ospita una “Breve storia del Decanato e della chiesa di Livinallongo” e scrive: “Col gennaio 1940 i Benefici ecclesiastici di Larzonei, Andraz, Ornella e S. Giovanni assumono il rango di Curazie con la facoltà dei curati di celebrare nella loro chiesa matrimoni, battesimi ed altri sacramenti. Rimane alle parrocchie l’accompagnamento al camposanto dei defunti. Cambia totalmente direzione il Decanato quando, nel settembre del 1964, Sua Santità Paolo VI apporta dei sostanziali mutamenti alle Diocesi d’Italia. InteressatI sono pure i Decanati di Livinallongo e di Cortina d’Ampezzo: dalla plurisecolare appartenenza alla Diocesi di Bressanone e stabilito il passaggio alla Diocesi di Belluno senza nemmeno interpellare le popolazioni. Non più giovani che vanno a studiare nel seminario di Bressanone, non più preti che provengono dal settentrione con notevole caratteristica tedesca, non piu fanciulle che si recano per studio e vocazione nei conventi dell’Alto Adige, ma ragazzi che scendono in seminario a Feltre e Belluno e preti che salgono in ambiente con caratteristiche assai diverse. Attualmente il clero sta scemando a vista d’occhio: sono venuti a mancare i curati di Ornella, di S. Giovanni, di Andraz e di Larzonei; non ci sono più i cappellani a Pieve in aiuto del parroco, ma tre soli sacerdoti: uno per ognuna delle tre parrocchie: Pieve, Arabba e Colle S. Lucia. I mutamenti in seno alla società sono notevoli. Ne risente la Chiesa ed il futuro per la Chiesa non si presenta affatto roseo”. E a proposito del clero che sta scemando, Lorenzo Soratroi per il Corriere delle Alpi aveva scritto fra l’altro, il 19 luglio dello scorso anno: “… Sta facendo discutere a Livinallongo e a Colle Santa Lucia, fino a pochi giorni fa uniti dal punto di vista religioso sotto il Decanato di Livinallongo, la decisione di monsignor Marangoni di cancellare l’antica istituzione religiosa e accorpare le tre parrocchie di Pieve, Arabba e Colle Santa Lucia alla Forania di Agordo. Un’operazione che rientra nella più ampia riforma della Diocesi e delle sue istituzioni voluta proprio dal vescovo e che ha portato alla riduzione delle foranie da 16 a poco meno della metà. Alla base di questa profonda rivoluzione e riassetto ‘organizzativo’ in primis la cronica mancanza di sacerdoti. Un fenomeno che non ha certo risparmiato le tre parrocchie dell’Alta valle del Cordevole…”. Il sito bz-bx-net a sua volta ricorda, invece. che: “… Nel 1964, con la erezione della nuova Diocesi di Innsbruck-Feldkirch, i territori austriaci vennero definitivamente staccati dalla Diocesi di Bressanone, mentre i decanati di Cortina d’Ampezzo e di Pieve di Livinallongo vennero ceduti alla Diocesi di Belluno. Contemporaneamente con il 1. settembre 1964 tutto il territorio dell’Alto Adige venne riunito nella Diocesi di Bolzano-Bressanone, che venne subordinata alla Arcidiocesi di Trento come unica Diocesi suffraganea”.
NELLE FOTO (siti Infodolomiti e Wikipedia): le chiese di Arabba e Colle Santa Lucia, quella di Cortina e lo storico Tamis.