Chi non conosce il dramma di noi genitori, tutti abbiamo il pensiero del ”dopo di noi”.
CENCENIGHE Da Cencenighe la lettera ha preso il via per Venezia, diretta all’ufficio del Governatore Luca Zaia. La firma la mamma-tutrice, perché la situazione che perdura da qualche anno secondo la stessa ha raggiunto il livello di guardia in merito all’accoglienza dei ragazzi “meno fortunati” dell’Agordino. “Vorrei pregarla – attacca la mamma agordina -di cercare, in Regione, il documento con le firme di noi genitori dei disabili per la richiesta di un finanziamento per realizzare il Polo funzionale di Agordo, tramite il compianto Floriano Prà, allora assessore regionale, che ci invitò presso la Sala Convegni della CMA, visto che correva “L’anno europeo della disabilità” gli fu più facile ottenere il finanziamento, assicurandoci, a chiare lettere, che i locali di metà del piano terra sarebbero stati adibiti ai nostri ragazzi perennemente. Ora li vogliono spostare senza un motivo ben preciso in un luogo non adatto al loro stato di salute e per le loro esigenze motorie. La residenza fu anche realizzata per ospitarli nei fine settimana, dove noi ora non possiamo permetterci perché è diventata sempre più costosa”. L’intento della mamma: appellarsi al suo buon senso del Presidente come persona obiettiva e umana affinché faccia il possibile, anzi affinché venga a constatare di persona dove sono sempre stati fino ad ora i ragazzi , grazie a Floriano Prà che li aveva tolti da un ambiente umido e malsano presso i locali dell’allora Bar La Pace (isola pedonale di Agordo) prima della ristrutturazione attuale. “E’ ora di finirla di usare i nostri figli e ora li vogliono spostare, non sappiamo ancora a chi dire grazie di questo cambiamento, io personalmente non ho mai creduto in questo progetto. Lì dove sono, vivono felice e contenti, si conoscono da anni, è tutto il loro mondo essendo figli “meno fortunati”, chi non conosce il dramma di noi genitori non può capire. Mi associo a quella mamma che ha avuto il coraggio di protestare e di ragione ne ha anche troppa. Essendo di Cencenighe, io l’ho vista nascere ed in seguito anche suo figlio. Vado spesso a trovarli e quando li vedo mi si stringe il cuore perché mio figlio a confronto è un fiore all’occhiello”. In sintesi cosa chiede la mamma: che i figli rimangano dove sono con operatori e assistenti meravigliosi e riguardo al “dopo di noi” perché non potrebbe essere la Residenza Agordina? FOTO ARCHIVIO RADIO PIU