LA ZONA FRANCA per definizione è un’area geografica all’interno di un paese in cui vengono applicate normative fiscali e doganali differenti da quelle vigenti nel resto del territorio nazionale. L’obiettivo principale di una zona franca è promuovere lo sviluppo economico, facilitare gli investimenti stranieri e agevolare il commercio internazionale. La zona franca di cui voglio parlare di benefici non ne porta molti, e quel poco che porta – un risparmio di tempo di qualche minuto – mette a rischio la vita propria e quella altrui. In una zona franca, solitamente si applicano vantaggi fiscali, come tassi d’imposta ridotti o addirittura esenzioni fiscali su determinate attività economiche. In effetti la zona franca di cui ci interessiamo porta vantaggi economici, o meglio non permette a nessuno di mettere le mani nel portafoglio, perché nella zona franca non capita di vedere molti controlli, nè con la paletta nè con apparecchiature elettroniche di ultima generazione per il rilevamento della velocità. Le zone franche sono create da governi nazionali o locali e possono variare ampiamente nelle loro caratteristiche e finalità. La zona franca del nostro articolo non è stata imposta da nessun governo nazionale o locale, ma nasce dall’anarchia di chi è al volante e si sente in diritto di snobbare i limiti di velocità e la linea continua che vieta il sorpasso? In effetti non mi è mai capitato di vedere controlli in quella zona e a Belluno ci vado spesso. La si fa franca in zona franca. L’importante è tenere a mente i confini ed è fatta: a Candaten sotto all’autovelox del Comune di Sedico, a La Muda di La Valle Agordina davanti all’autovelox del Comune di La Valle.
mirko mezzacasa
foto archivio radiopiu
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