di RENATO BONA
Ribadiamo l’apprezzamento per lo storico Enrico De Lotto autore, fra l’altro, di “Dallo smeraldo di Nerone agli occhiali del Cadore” (pubblicazione stampata nel 1956 dalla bellunese tipografia Benetta, a cura della Camera di commercio, industria ed agricoltura di Belluno, in occasione della “Mostra dell’occhiale attraverso i secoli” allestita nel palazzo della Magnifica comunità Cadorina, a Pieve, in occasione della settima edizione dei Giochi olimpici invernali, quella del 1956, che si svolse a Cortina. De Lotto – che ha dedicato il suo lavoro “ai dirigenti ed agli operai delle occhialerie cadorine che col loro lavoro ed il loro sacrificio hanno saputo creare in Cadore un grandioso complesso industriale che onora l’Italia” – ci ha infatti proposto una pregevole serie di notizie che partendo dall’interrogativo: esistevano gli occhiali nell’antichità, ci ricorda che i primi occhiali furono fabbricati a Venezia nella seconda metà del secolo XIII e si conclude con l’elenco degli occhiali antichi che furono esposti nella rassegna sopra accennata. In questa occasione ci occupiamo di altri “pionieri” dell’occhialeria, partendo da Calisto Fedon, classe 1882, di Vallesella, che De Lotto definisce “Una bella figura d’uomo che ha dedicato alle occhialerie del Cadore tutta la sua vita” ricordando che “a 11 anni fu assunto come apprendista dalla ditta Ferrari alla Molinà dove continuò a lavorare sotto la gestione Cargnel. Fu il primo caporeparto, nel 1910, per la lavorazione degli occhiali di celluloide”. Altri ricordi: durante la Grande guerra prestò la sua opera nel laboratorio di precisione ottica a Roma con Lucio Lozza col quale, a conflitto concluso, lavorò alla fondazione della ditta Lozza e sino al 1922. Nel 1924 diede vita, a Vallesella, alla ditta Fedon Calisto, Gerolamo e De Villa che avviò la produzione di tutta la gamma comune e pregiata di montature di materie plastiche e nel 1927 lo stabilimento fu ampliato e dotato di macchinari di ogni genere per la produzione in serie di occhiali da sole. Ancora: Fedon nel 1936 si staccò dall’azienda per fondare la F.O.C di Vallesella che continuò a dirigere con la collaborazione di Giovanni Fedon. La conclusione: “Calisto Fedon è da considerarsi l’uomo che ha vissuto tanto da vicino la vita delle prime e principali occhialerie del Cadore, colui che modestamente ed assiduamente ha sempre lavorato solo intento a perfezionale la produzione degli occhiali di celluloide, sempre schivo delle lodi, degli onori ed anche del riconoscimento della sua opera. E’ il padre dell’occhiale di celluloide in Cadore e quindi in Italia”. Altro autentico personaggio è stato il cav. Enrico Bonazzola a capo di “una delle ditte specializzate solo per la fabbricazione delle lenti correttive e protettive di vetro lavorato. Nato a Marsiglia nel 1874 si trasferì i Cadore nel 1898 esercitando il mestiere di orefice e di orologiaio. A Pieve conobbe (e ne divenne amico) C.E. Ferrari persona colta e nobile considerato uno dei principali animatori della incipiente industria degli occhiali, “che seppe far germogliare il seme gettato da Frescura e da Lozza”. Forse l’amicizia anche con Cargnel, indusse Bonazzola ad abbandonare l’arte orafa per dedicarsi… agli occhiali! Fu il primo, a quanto risulta, a prospettare la convenienza di non lavorare la celluloide con seghetto e lima ma sfruttandone le qualità fisiche dato che diventa malleabile col calore. Enrico De lotto concludeva questo profilo scrivendo: “Oggi il complesso industriale Bonazzola produce le migliori lenti del mercato italiano, particolarmente apprezzate in Svizzera e in Svezia…”. Non trascura, ovviamente, i fratelli Coffen ed i fratelli Valmassoi, di Domegge, che nel 1947 hanno dato vita ad una attività che è veramente utile per le piccole occhialerie che hanno bisogno delle cerniere ed altre minuterie metalliche per la confezione dell’occhiale, mentre le grandi fabbriche provvedono con i propri mezzi. E sottolinea come “Anche questa particolare industria è servita a dare un notevole contributo allo sviluppo delle locali occhialerie artigiane e piccole aziende che possono così confezionare l’occhiale con materiale esclusivamente lavorato interamente in Cadore”. E quindi, sempre fra i pionieri, c’è stato Antonio De Silvestro, pure di Vallesella, il quale “ebbe la felice idea di intraprendere la delicata lavorazione dello stampaggio degli sbozzi. In collaborazione con G. Tabacchi fondò nel 1941 la fabbrica De Silvestro & C. a Pelos di Cadore, colmando così un vuoto nella nostra occhialeria”. La speciale lavorazione è stata realizzata dopo lunghi, estenuanti e costosi esperimenti e l’azienda produce sbozzi per lenti,vetri e filtri ottici molto apprezzati perché ha saputo con delicati procedimenti eliminare durante le varie fasi di lavorazione, i difetti come le bolle, le strie e le nevi. La materia prima proviene dalle migliori vetrerie del mondo in una gamma di qualità che variano nei valori da 1 a 10 mila per la loro qualità e le loro funzioni. La De Silvestro è la prima fabbrica in Italia che ha saputo produrre gli sbozzi su un piano industriale, perfettamente organizzati ed i suoi prodotti vengono esportati anche all’estero.
NELLE FOTO (riproduzioni dal libro di Enrico De Lotto “Dallo smeraldo di Nerone agli occhiali del Cadore): Calisto Fedon; il cav. Enrico Bonazzola; un grande stabilimento di lenti oftalmiche; alcuni tipi di cerniere metalliche per occhiali in celluloide con relative viti; ai margini di un bosco, a Pelos di Vigo di Cadore, è sorto il grande stabilimento di Antonio De Silvestro, per la fabbricazione degli sbozzi per lenti; immagini di aziende cadorine: Fioc di Bianchi, Genova & C.; a Domegge la fabbrica di astucci della Livio Gatto & C.; Grea: la fabbrica di occhiali della Foca; importanti occhialerie sono sorte anche nelle valli del Comelico; le aziende artigiane hanno migliorato i loro piccoli laboratori come nel caso di A Occhialeria Artigiana di Lino Fedon e figli; a Vallesella numerose le fabbriche di montature in celluloide: qui la Monti Cristel ricostruita con criteri moderni; interno della comelicese Ital Tabacchi Alessandro.