di RENATO BONA
Con il contributo della Regione Veneto, la Biblioteca Civica ed il Comune di Limana hanno dato alle stampe nell’aprile 1995 (Castaldi di Feltre) il pregevole libro “Ambiente, storia e cultura di Limana” con ottimi servizi di; Isidoro Barattin, Giuseppe Tormen, Adriano De Faveri, Carlo Mondini, Aldo Villabruna, Luisa Alpago Novello, Corrado Ghezzo, Mauro Vedana, Paolo Viel, Tiziana Conte, Raffaele Maria Tormen, Claudio Sala, Giuliana Saretta, Angela Fattore. La presentazione era stata curata dall’allora sindaco Renato De Fanti, il quale aveva concluso così: “Recuperare fedelmente e portare alla conoscenza di tutti la storia, aiuta a definire nel vero il passato antropico del paese e le sue vicende per trarne gli opportuni confronti ed ammaestramenti per il futuro e stimolare nel meglio la felice integrazione, quale base certa, per proseguire insieme nel cammino del progresso civile, sociale ed economico”. Ci occupiamo oggi del capitolo, del quale sono stati autori Carlo Mondini e Aldo Villabruna, intitolato: “I più antichi abitatori del territorio limanese” e scopriamo che “Allo stato attuale delle ricerche e delle conoscenze, le prime tracce della presenza dell’uomo nel territorio di Limana devono farsi risalire alla fine del periodo Neolitico quando circa 5.000 anni fa, gruppi di genti preistoriche iniziarono a colonizzare la Val Belluna insediandosi probabilmente in modo stabile in diverse località della provincia”. In proposito i due esperti sostengono che una probabile direttrice di penetrazione seguita da agricoltori-allevatori provenienti dall’area collinare prealpina e dalla zona trevigiana, verso la fine del IV millennio a. C., è documentata da una serie di siti coevi rinvenuti non lontano dal territorio limanese, che si sviluppano lungo una linea che attraverso Passo Praderadego, Costa del Vento, Val Maor, Carve si svilge in direzione della Val Belluna interessando ed estendendosi verso zone come Samprogno, Farra e Trichiana. Quanto alla possibilità che le prime comunità di agricoltori preistorici abbiano sfruttato anche i passi naturali lungo lo spartiacque della catena prealpina limanese, colonizzando via via i terrazzamenti di lato ai valloni che degradano verso la Val Belluna, “il ritrovamento di manufatti litici (Gruppo archeologico del Cenedese) nei dintorni di Pian de le Femene, località situata sul crinale prealpino, facilmente raggiungibile dal versante trevigiano ed in posizione panoramica al di sopra dei laghi di Revine, dove è stato scoperto un importante insediamento Neolitico, lascerebbe presupporre come fondata tale ipotesi”. Come che sia, la frequentazione dei crinali e dei passi prealpini è confermata anche dal ritrovamento (C. Mondini) di un bel nucleo di selce bionda nei pressi di Pian de le Femene vicinanze della selletta da cui si origina la Val Negra; alcuni manufatti litici sono stati poi rinvenuti (C. Mondini, A. Villabruna) in superficie in un piccolo campo arato al di sopra del torrente Limana, nei pressi di Col Castelir di Cross, un ritrovamento poco consistente ma che “assume importanza per la sua posizione geografica intermedia tra la zona di Pian de le Femene e quella del più evidente insediamento Tardoneolitico di fondovalle situato a Triches di Limana”. E infatti dai dintorni di quest’ultima località provengono numerosi manufatti attribuibili all’ultima fase del periodo Neolitico: strumenti in selce quali lame e lamelle, grattatoi, bulini, punteruoli, schegge, nuclei, ma soprattutto alcune punte di freccia le cui caratteristiche tipologiche si inquadrano in questo momento culturale; significativa a tale proposito la presenza di una cuspide tranciante trasversale e di punte peduncolate, mentre rari e insignificanti, per le loro minute dimensioni, sono i frammenti di ceramica vascolare. Viene sottolineato che “Una comunità preistorica che fondava la propria economia sull’agricoltura e sull’allevamento, e come testimoniano le varie punte di freccia, anche sulla caccia, aveva posto il proprio insediamento, probabilmente composto da poche capanne, lungo una fascia piana ai piedi di una collinetta che si affaccia panoramicamente sulla val Belluna, a pochissima distanza dall’attuale centro di Triches”. Ancora Mondini-Villabruna per ricordare che: “Ricorre sovente di localizzare siti Neo-eneolitici e dell’età del Bronzo nei pressi degli attuali paesi, tanto da ipotizzare per questi un’origine di carattere preistorico (Triches, Trichiana, Farra di Mel, Cugnan, Losego, Carve, Tremea, Sant’Antonio di Tortal, Lastreghe, Polpet, nei pressi dei quali sono state rinvenute tracce di questi periodi storici). Di recente, in occasione degli scavi per la costruzione di nuovi capannoni industriali nelle vicinanze di Cesa di Limana, si sono rinvenute tracce di frequentazione umana preistorica, si sono identificati lembi di livelli antropizzati, cioè gli antichi suoli su cui hanno vissuto genti preistoriche…Il luogo doveva essere paludoso… e i pochi reperti raccolti non permettono di inquadrare cronologicamente e culturalmente il sito di Cesa di Limana, ma considerando che sulla riva direttamente opposta del Piave, in località Le Sort (Salce) si è scoperto un insediamento della fase finale del Neolitico, è da presupporre che si tratti del medesimo episodio di frequentazione da parte di analoghe comunità e che i due siti di Cesa di Limana e Salce siano da mettere in correlazione culturale”. Viene quindi specificato che “Più probabile risulta il parallelismo culturale con il recentissimo ritrovamento effettuato nella vicina Farra di Mel, dove in occasione di scavi per la posa di tubazioni è venuta alla luce una struttura abitativa, forse un capannone, attribuibile al tardo Neolitico-Eneolitico (circa 5.000-3.800 anni fa). Per concludere: sebbene siano ancora labili e confuse le tracce dell’uomo del periodo Neolitico all’interno del territorio di Limana, ne riscontriamo comunque la presenza su tutta la fascia che dal crinale prealpino scende fino al Piave, ci si augura che prossime e più approfondite ricerche archeologiche possano determinare in modo preciso i primi momenti di colonizzazione Neolitica del territorio”. Altro discorso quello sull’Età del bronzo, periodo 3.800-3.000 anni che “sembra essere ben rappresentato nel Limanese da un insediamento scoperto di recente e ancora da scavare e studiare”, sul colle di San Pietro in Tuba, in posizione fortemente panoramica e strategica sulla valle di Tassei e sulla Val Belluna, verso la fine dell’età del Bronzo (Bronzo recente e finale e prima età del Ferro XIII-IX secolo a.C.) una delle prime comunità preistoriche edificò il proprio villaggio probabilmente fortificato sull’altura del colle. E sono proprio caratteristiche del periodo le strutture fortificate sulla sommità dei colli che prendono il nome di “Castellieri” (Noal di Sedico, Castel de Pedena, di Suppiane (Roncoi), di Lasen ed altri).
NELLE FOTO (riproduzioni dal libro “Ambiente, storia e cultura di Limana”): il probabile percorso seguito dai primi colonizzatori Neolitici che si insediarono alla fine del IV millennio a.C. nella Val Belluna provenienti dal Trevigiano; tecnica della lavorazione della selce; nucleo di selce già sfruttato, rinvenuto nei pressi di Pian de le Femene; l’area del sito Neolitico di Triches di Limana; punte di freccia in selce da Triches; punte di freccia a tranciante trasversale usate alle fine del Neolitico; ipotetica scena di vita quotidiana in un villaggio Neolitico come poteva essere quello limanese di Triches; ricostruzione di ambiente Neolitico; e quella di una scena di mietitura con falcetto litico; tipologia della ceramica vascolare in uso nell’età del bronzo-Ferro; frammenti di ceramica vascolare da San Pietro in Tuba; frammento di vaso biconico con decorazione a solcature; punte di freccia in selce; ciottolo inciso, forse usato come peso da telaio, sempre da San Pietro in Tuba.