BELLUNO Con una lettera ai parlamentari bellunesi e al Ministro Federico D’Incà, i presidenti delle piscine della provincia di Belluno vogliono far presente delle difficoltà del settore. Le piscine sono chiuse dal 26 ottobre 2020 e si chiede la riapertura, i sostegni ai danni subiti, di ridurre i canoni e di prevedere la detraibilità dalla denuncia dei redditi.
LA LETTERA
Siamo i gestori delle piscine della provincia di Belluno. Come tantissimi altri operatori economici che lavorano nel settore dello Sport stiamo soffrendo moltissimo per questa prolungata chiusura dovuta all’emergenza epidemiologica da Covid-19. Le piscine (dopo il promo lockdown di 3 mesi da marzo a maggio 2020) sono chiuse dal 26 di ottobre 2020, anno nel quale sono state chiuse per un periodo tra le 20 e le 26 settimane. Dal mese di febbraio sono aperte in questo momento soltanto le piscine di Belluno, di Agordo e di Pelos di Cadore e soltanto per gli atleti tesserati come da provvedimento della Federazione Italiana Nuoto ed ove vanno a nuotare i tesserati delle altre piscine della provincia. In questi giorni si parla di ristori per le attività economiche della montagna, in particolare si fa menzione degli impianti di risalita e del comparto della ristorazione e del turismo in genere. Tutte attività importanti per il tessuto economico e sociale del territorio, ma che per la stragrande maggioranza dei casi sono attività private, a scopo di lucro. Poche parole vengono spese invece per le piscine che nel comparto degli impianti sportivi hanno una particolare connotazione. Infatti la maggioranza delle piscine sono di proprietà di enti pubblici (comuni, unione montana) ed affidate in gestione a società o associazioni sportive dilettantistiche, non a scopo di lucro, che operano in regime di concessione e, vista la valenza sociale delle attività che non hanno rilevanza economica, con tariffe concordate con le amministrazioni proprietarie. I costi di mantenimento delle piscine sono molto alti, anche quando sono chiuse. Si pensi solamente alla parte fissa dei contratti di fornitura per l’energia, alle imposte locali e statali, ai canoni di mutuo, di affitto, di concessione, (oltre ai costi per le manutenzioni degli impianti) che non e possibile bloccare per cosi tanto tempo. Si tratta di decine di migliaia di euro per ogni mese di chiusura, che, ad entrate azzerate, rappresentano un ostacolo insormontabile al proseguimento dell’attività. Alle enormi difficoltà dei gestori si affiancano quelle delle imprese della filiera: fornitori di servizi, di componenti, di attrezzature e di materiale. Non sono poche le imprese che operano nel campo degli impianti sportivi in generale e delle piscine in particolare, che soffrono la stessa crisi dei propri clienti. Un numero di imprese che rappresenta un numero di famiglie che vedono il proprio futuro lavorativo sempre piu incerto. Le nostre società hanno quasi tutti i propri dipendenti in cassa integrazione e che devono ancora percepire quanto dovuto dal mese di dicembre, i collaboratori sportivi hanno ricevuto le indennità dalla Società Sport e Salute per alcuni mesi, mentre sono stati negati per la maggioranza dei collaboratori coordinati e continuativi. I ristori ricevuti dalle società di gestione ad ora e relativi al solo primo periodo di chiusura del 2020 non sono sicuramente stati sufficienti a coprire i danni subiti e gli effettivi costi sostenuti per adattare gli impianti alle prescrizioni di distanziamento, igiene e sanificazione richiesti durante il periodo di riapertura avvenuto variabilmente per i nostri impianti tra fine maggio ed ottobre. Causa le limitazioni gli impianti hanno potuto operare al 60% delle loro potenzialità. Il nostro settore e complesso, costituito da tante realtà, diverse tra loro, ma tutte affiliate alla Federazione Italiana Nuoto e sede di scuola nuoto federale. Con questa nostra lettera Vi chiediamo di ascoltare la voce delle imprese della filiera delle piscine della nostra provincia. Desideriamo essere ascoltati come le altre e di essere presi in considerazione nel momento della valutazione dei criteri per un commisurato sostegno alla lunga chiusura. Auspichiamo inoltre un approfondimento riguardo le piscine che finora sono purtroppo state viste come qualsiasi altra realtà, ossia come luogo di contagio e quindi costrette a chiusure forzate. Tale decisione l’abbiamo trovata alquanto incomprensibile, visto che e stato comprovato che il cloro nelle piscine e battericida e uccide il Covid-19. Infatti una indagine a livello nazionale fatta dalla FIN ha evidenziato che le piscine sono uno degli ambienti piu sicuri. Adottando le dovute misure di salute e sicurezza le piscine sono il luogo ideale per favorire l’attività motoria per tutti e per tutte le età: dai baby con i loro genitori alle persone piu anziane o alle persone con disabilità che spesso trovano nella piscina l’unico ambiente ove poter fare attività motoria e sportiva; dai frequentatori delle scuole nuoto e delle ginnastiche in acqua agli atleti agonisti delle varie discipline natatorie (nuoto, pallanuoto, tuffi, nuoto sincronizzato, nuoto pinnato, ecc.). Senza dimenticare il ruolo sociale, ricreativo e relazionale dell’ambiente piscina e, non meno importante, che imparare a nuotare e fondamentale anche per la sicurezza dei cittadini in una nazione come la nostra ove ancora sono centinaia le persone che ogni anno muoiono di annegamento . Chiediamo pertanto il Vostro interessamento affinché quanto prima: vi possa essere la riapertura delle piscine in tempi rapidi e con protocolli razionali e sostenibili economicamente, tenuto conto che dovrà essere fatta in sicurezza per gli operatori e per gli utenti; vengano assicurati sostegni congrui e proporzionali ai danni subiti per salvare le piscine. Importante per tutto il comparto sarà inoltre quello di prevedere poi: la possibilità di estendere le concessioni per gli impianti pubblici; di ridurre o congelare i canoni; di prevedere la detraibilità delle attività sportive da parte degli utenti in dichiarazione dei redditi. Il nostro grido di aiuto coinvolge le società e le associazioni, tutti i dipendenti e collaboratori, ma anche e soprattutto le decine di migliaia di utenti a cui e stata negata la possibilità di usufruire di un servizio fondamentale a livello sociale, con riflessi oggettivi e innegabili sul benessere e sulla salute. Non ci sono piu margini per attendere oltre, e come recentemente sottolineato dall’onorevole Barelli (Presidente Federazione Italiana Nuoto) e dalle varie associazioni rappresentative dei gestori di piscine a livello nazionale e a livello regionale come Assonuoto, ulteriori chiusure sono insostenibili se non adeguatamente sorrette da sostegni appropriati e avranno conseguenze irrimediabili per il comparto sportivo e soprattutto per le piscine e relativi gestori. Sicuri di una vostra attenzione e rimanendo a Vostra disposizione per ogni approfondimento porgiamo distinti saluti. I presidenti delle piscine della provincia di Belluno.
Angelo Paganin, Ondablu, piscine comunali di Pedavena e Santa Giustina
Fabio Gasperin, Sportivamente Belluno, piscina comunale di Belluno
Giorgio De Nardin, Attivamente Agordino, piscina comprensoriale di Agordo
Aldo Codognola, Sporting Club Lessinia, piscina comunale di Longarone
Marco Coli, Mondo Sport, piscina comunale di Pieve di Cadore
Silvia Vecellio, Dolomiti Nuoto, piscina di Pelos di Cadore