POMERIGGIO DI NOVEMBRE
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Un’atmosfera di novembre inoltrato, grigia e pesante, accompagnava i miei passi verso la stazione di Belluno. Caprile-Agordo-Falcade, così recitava la tabella posta alla base del parabrezza dell’ Iveco 370 blu che mi attendeva nella piazzola, circondata da neve ghiacciata sporca di fango e gasolio. La porta anteriore era aperta e salii per attendere la partenza al caldo. L’autista aveva la divisa blu con la cravatta viola, i baffi neri ed un’aria assorta, quasi assente. Nemmeno mi guardò quando obliterai il biglietto e mi sedetti nel primo posto quasi accanto a lui. Nel frattempo arrivarono alla spicciolata tre o quattro persone che si sedettero a metà della corriera e si misero a parlare a bassa voce. La stazione aveva un’aria stanca, qualcuno si dirigeva verso il centro e l’autista sembrava fissare il vuoto. Poi riemerse di colpo da chissà quali pensieri, guardò l’orologio e girò la chiave. La corriera prese vita con un leggero scossone, si chiusero le porte e partimmo dal piazzale incrostato di neve nera. Lungo il rettilineo di Mares si potevano vedere solo le prime file di case a fianco della strada. Il resto era nebbia e parole a bassa voce provenienti dai posti a metà corriera. L’autista era ritornato nel suo mondo di imperscrutabili pensieri, aveva acceso i fari ed il cruscotto si era illuminato di una malinconica luce verdolina. Guidava sicuro l’enigmatico autista, veloce quasi come papà lungo le curve dei Casoni. Al Mas ci fermammo nei pressi del ponte ma nessuno attendeva la corriera per Falcade. Ripartimmo subito ed in breve ci inoltrammo fra le montagne coperte di nuvole grigie. C’era neve sporca a bordo strada e bianca sui prati di Candaten. Superato il ponte del Torner il pomeriggio si fece quasi sera, la luce verdolina del cruscotto era ancora più malinconica ed ora i fari illuminavano per davvero l’asfalto della Riva dei Castei. Poco prima della Cantoniera l’autista riemerse un’altra volta dai suoi pensieri e lo sguardo si fece attento. Uno scalare di marcia, una lunga frenata e due curve sbracciando sul volante con maestria. L’imponente ponte era superato e riprendemmo velocità accelerando decisi quasi come papà al volante della Ritmo grigia come le nuvole di novembre. Stazione di Agordo, poi Taibon San Cipriano e sù verso Listolade e Cencenighe. La corriera accostò di fianco all’albergo Stella, scesi che era quasi buio e sicuramente avevo sbagliato qualcosa, ovvero la coincidenza con la corriera per San Tomaso. Che chissà quando sarebbe passata di là. Passai davanti a casa che aveva gli scuri chiusi, salii “su par i Coi” e sbucai sulla Provinciale. Era bello guardare Cencenighe dall’alto: lampioni e finestre illuminate, rari fanali di auto sulla 203 e camini che fumavano nella luce della sera che scendeva fra il Pelsa e Cima Pape. Un pò meno bello era ciò che mi attendeva dopo la “curva delle crepe”. Strada in leggera salita sempre più buia sovrastata da “l’Anime” e dal “Campanil dele Moneghe”. E fra Anime e Moneghe non c’era tanto da scherzare, solo da accelerare il passo puntando il tornante di Fontanelle. Ansia sottile, sguardo sull’asfalto nero come la notte ormai arrivata, respiro affannoso e passo di quasi corsa. Al tornante di Fontanelle non presi lo “scurton” che mi aveva insegnato la nonna. Era ripido, ricoperto di neve ghiacciata e non era il caso di avventurarsi nel buio. Presi lo “scurton” successivo, quello che saliva tra i “fagher” e saltava il secondo tornante. Il Pelsa era ormai addormentato nell’inverno che lassù era già arrivato. Vestito di neve mostrava il suo profilo nella notte appena iniziata. Lontane all’orizzonte, le luci di Avoscan e del Masaré regalavano una grande pace. Poi finestre umide di condensa illuminate da lampadine stanche come quel pomeriggio di novembre inoltrato. Le scarpe bagnate di neve ed il caldo della cucina. Linoleum beige dei pavimenti, perline della “stua”, fornel rovente e “son rivà”. Una semplice cena, le notizie del Tg1 e poi la notte sul fornel “incuzignà” sotto il piumone. Aldilà dei vetri notte nera, la Stella del Pelsa e neve bianca di quasi inverno…Magiche Dolomiti!!