POSTALMARKET
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Gli armadi delle vecchie case spesso conservano dei reperti rari e preziosi. Qualche anno fa, frugando in uno di questi armadi, mi capitò di trovare una copia perfettamente conservata di un Postalmarket datato fine anni ’80. Giaceva nell’oscurità in compagnia delle umide pagine di un Almanacco di Barbanera e di un numero di Stop ormai in fase di disfacimento. Postalmarket, ovvero la magia dell’acquistare
online senza online propria dei mitologici e ruggenti anni ’80. L’Amazon della mia infanzia. Il fido compagno delle estati di un bambino che passava le vacanze di fronte al Pelsa. Il mese di giugno lo si trascorreva sfogliando con la massima attenzione il catalogo in versione primavera/estate, sognando di acquistare almeno 3/4 dei prodotti presenti. A nemmeno dieci anni non era ancor tempo di ammirare le splendide modelle che popolavano le prime centocinquanta pagine del semestrale: seppur lievemente attratto da cotanta bellezza esposta addirittura in costume da bagno multicolor, erano principalmente le pagine dedicate agli attrezzi per il bricolage e quelle che presentavano la primordiale elettronica di allora a catturare la mia attenzione. Erano interessanti le autoradio che costavano più dell’auto dove erano installate. Che poi immancabilmente venivano rubate. Oppure gli stereo, che costavano più di una camera da letto “su misura” oppure di un pavimento della cucina in cotto. Che andava di moda il “cotto”. E poi se cadeva un cucchiaino si spaccavano quattro piastrelle. E se malauguratamente sfuggiva una goccia di caffè, per il fenomeno della capillarità, tutto il pavimento in cotto della cucina diventava color caffè. Abiti con le spalline alte dieci centimetri ed innovativi elettrodomestici destavano fatalmente l’attenzione delle donne: lavapavimenti che utilizzavano detersivi al plutonio venduti a parte, prodigiose lucidatrici che annullavano il coefficiente di aderenza dei pavimenti in finto marmo. E poi grattugie elettriche e termocoperte da 1000 Watt che “spegni lo scaldabagno sennò salta il generale”. E poi lei, l’inconfessabile sogno segreto, il desiderio quasi proibito di tutte le donne permanentate di allora: la sauna da casa, che costava la bella cifra di 789.000 Lire. Ed erano un sacco di soldi a quei tempi. Una sauna che era possibile tenere in casa, addirittura perlinata!! E chissà, magari le perline erano di legno vero. Faceva una certa impressione veder spuntare solamente la testa e le mani della donna immortalata nella foto. Il resto del corpo, invece, era immerso in un’atmosfera simile a quella di un forno. La descrizione racconta di resistenze elettriche che viaggiavano a 1200 Watt. Un funzionamento semplice, molto anni ’80, quello della sauna casalinga perlinata forse in legno vero: ti infilavi in questo cilindro e accendevi il tutto alla massima potenza. In breve, l’interno del cilindro perlinato diventava rovente ed il povero corpo iniziava a sudare copiosamente sperando di non arrostirsi. E più si riusciva a resistere e più si poteva godere dei grandi benefici che la sauna perlinata da casa era in grado di regalare. Raccontano che fosse un ottimo modo per combattere la cellulite. E chissà, forse all’interno del magico cilindro era presente pure un pò di amianto, giusto per non farsi mancare nulla!!
Ai primi di luglio, iniziava il triste rito del depennare tutto ciò che appariva superfluo. Cioè una buona parte di ciò su cui si era fantasticato per almeno venti giorni. Un triste e necessario frantumarsi di sogni che andavano in pezzi come i fragili bicchieri di cristallo presenti nella sezione “articoli per la casa” quando cadevano sul pavimento in cotto. A metà del mese c’era la compilazione dell’ordine cartaceo, che esigeva decine di letture per evitare errori fatali. Poi, dopo la spedizione del prezioso ordine compilato con tanta cura ed in bella scrittura, iniziava l’attesa febbrile. Solitamente verso la metà di agosto arrivava la fatidica cartolina. Si andava di corsa all’ufficio postale del paese a ritirare il malloppo. Arrivati a casa, iniziava una sorta di Natale anticipato. Tutti emozionati a cercare con ansia il proprio pacco. Di solito erano lenzuola, qualche pentola, contenitori di plastica e attrezzi per la cucina. Tutti oggetti che potevano tornare davvero utili ad una famiglia. Un piccolo giocattolo per me arrivava ogni estate. Ricordo i colori: una scatola nera con i colori a tempera ed un pennello. Ci giocai per mesi e mesi, prima colorando qualche disegno, e poi le carrozzerie delle macchinine. Quanti ricordi legati a Postalmarket. Quante sere passate a sfogliarlo mentre la civetta iniziava il suo canto fra i rami dei pino dietro casa dei nonni. Ricordi di un mondo semplice. Ricordi di lontane e splendide estati trascorse fra le magiche Dolomiti!!!