LA STELLA DEL MONTE ANIME
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Era un giorno di fine dicembre del 2017; l’inverno, quell’anno, era iniziato in modo serio come non accadeva da un po’ di tempo. C’era un gran freddo e soprattutto un buon mezzo metro di neve al suolo. La mattinata era trascorsa ciaspolando sulla tanta neve del monte Avena e poi il ritorno a casa, stanco il giusto ma soprattutto soddisfatto. Però sarebbe stato un peccato non sfruttare fino in fondo quella limpida giornata di fine mese; così prese corpo l’idea della “notturna” lungo il sentiero nel bosco che conduce sul monte delle Anime. San Tomaso ci accolse in versione “inverno old style”: crostoni di ghiaccio in strada, dieci gradi sottozero ed una gran stellata sopra il Pelsa. Calzammo le ciaspe e fu subito salita in neve fresca. Non fui io quella sera a fare traccia nella nuova magia bianca; il fiato c’era, le gambe molto meno in quanto stanche dal bel giro mattutino. Due uomini con la frontale, un bosco innevato ed infinite stelle in quel gelido cielo di fine anno. All’inizio della “riva del Re da l’Anime” spensi la pila. Si saliva bene ugualmente ed era bello vivere quell’oscurita speciale. Mi fermai diverse volte a prendere fiato e fu in quei momenti che ascoltai l’assoluto silenzio della neve. I “pez” parevano dei triangoli bianchi disegnati dai bambini e il fiato ghiacciava sui baffi. Più si saliva e più il freddo mordeva ed era come stare dentro ad un grande sogno d’inverno. Poco prima di arrivare nella “busa” scorgemmo fra gli alberi spogli la cometa illuminata. Stella fra le stelle. La luce faceva scintillare la neve ed il sogno di vivere una notte di vero inverno finalmente si era tramutato in realtà. Un pò di tè caldo, qualche biscotto, una barretta energetica; e quattordici gradi sottozero. Non ci fermammo molto, forse una mezz’ora. Prima di riprendere la strada del ritorno salimmo i pochi metri che ci separavano dal Tavolo Magico. Lo trovammo coperto da mezzo metro di neve fresca ed eravamo davvero a pochi passi dalla grande stella posata sull’orlo del grande salto. Stelle in cielo e la cometa gigante a pochi passi che illuminava il bosco congelato. Mille bagliori ed il fiato che gelava sulla barba. In basso le luci di Cencenighe offrivano uno spettacolo struggente. Lampioni e luminarie di Natale regalavano attimi di autentico sogno. Le montagne imbiancate dalla tanta neve, il vero freddo dell’inverno, lo sguardo che in quel buio che buio non era, carpiva ogni immagine per poi immagazzinarla nell’angolo dei ricordi più belli. Non saremmo più scesi. Dopo qualche minuto, invece, iniziammo la discesa. E fu ancora neve, frontale spenta ed un pò meno fatica. Sarà stata mezzanotte quando giungemmo alla macchina parcheggiata sulla provinciale e pochi minuti più tardi, appena superato Palù, mi voltai per salutare la grande cometa “de l’Anime”. Era quasi l’una quando arrivammo a Belluno, e la piccola città ci accolse anch’essa chiusa nella morsa del gelo. Un saluto veloce, il riporre le ciaspe in garage e poi il sognare quella sera di neve e stelle. E nei sogni di quella lunga notte di fine anno la neve scricchiolava ancora sotto le ciaspe e la luna illuminava ancora le cime agordine… Magiche Dolomiti!!