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I CAVALIERI DEL CIELO
AUDIO
La campana grande ha annunciato le sette della sera di questa tranquilla domenica di quasi Natale, settantanove rintocchi e poi il silenzio delle sere d’inverno. Il traffico di rientro degli sciatori si è ormai dissolto e fra poco anch’io farò rotta verso sud in direzione Belluno. Il mazzo di chiavi in una mano, il borsone nell’altra e un fragore improvviso alle mie spalle. Un rombo potente nel cielo nero, poi il campanile illuminato a giorno e qualche secondo di smarrimento misto a stupore. Il tempo di posare a terra il borsone ed ecco che la piazza di Cencenighe è rischiarata da un cerchio perfetto di luce. È un elicottero, il rumore provocato dalle pale mi è familiare, ma nell’oscurità della notte non riesco a scorgere la forma e il colore. Ora il velivolo è quasi fermo sulla verticale della piazza e il potente fascio di luce del faro si insinua fra le case che sovrastano la chiesa. Chissà cosa cercano, e chissà da dove proviene questo elicottero che emette un rumore così particolare che mi sembra di conoscere. Nel frattempo il velivolo si abbassa leggermente, poi vira deciso in direzione del Pelsa e per un attimo riesco ad intravedere la sagoma; è proprio lui, allora il primo pensiero che avevo avuto era corretto. È Falco, l’angelo custode degli escursionisti montani e in generale degli abitanti delle Terre Alte bellunesi. Stasera è in missione notturna, ed è la prima volta che lo vedo operare col favore delle tenebre. Mentre l’elicottero continua la sua perlustrazione notturna, carico il borsone in macchina e salgo lungo la salita che va a congiungersi con la Provinciale di San Tomaso. Appena giunto sulla strada vedo le luci bianche e rosse che prendono la direzione del campo di calcio di Avoscan; i Cavalieri del Cielo hanno trovato il loro approdo e pochi secondi più tardi Falco è parcheggiato nel cerchio di centrocampo. Il rotore rallenta, sfuma il sibilo delle turbine e all’improvviso si accendono i riflettori del campo da gioco situato sulla riva sinistra del Cordevole. Nessuna squadra di calcio è schierata sull’erba ghiacciata, stasera si gioca una partita molto più importante, la partita “della vita”. Qualcuno è in difficoltà in questa fredda sera di quasi Natale, e i Cavalieri del Cielo sono arrivati a razzo per soccorrere questa persona che, in quegli attimi, è nei miei pensieri. Un paio di minuti ed ecco i lampeggianti blu dell’ambulanza che percorrono il ponte di Avoscan per poi entrare nel campo di calcio. Le luci delle frontali, i movimenti precisi, i portelloni posteriori aperti e poi la barella che si avvicina all’elicottero. Sono lontano, non riesco a vedere i visi di quei soccorritori, però riesco a seguire quei movimenti studiati degli operatori sanitari che si muovono all’unisono sul manto erboso. La barella prende posto all’interno di Falco e i Cavalieri del Cielo si siedono ai comandi; si riaccendono le luci bianche e rosse, poi il rotore si anima e sale potente il sibilo delle turbine. Ancora quel faro mentre il velivolo si alza in verticale, poi il muso che si inclina in avanti e i versanti nord delle Pale di San Lucano illuminati dal fascio di luce rotondo. Ma come fanno quei piloti, quanto coraggio hanno, quante ore di preparazione serviranno per volare in quel cielo rischiarato solamente da un quarto di luna crescente. Li immagino sospesi in quel buio di dicembre mentre imboccano la stretta di Mezcanal. Occhi che scrutano la strumentazione di bordo e l’orizzonte illuminato dal faro, pensieri per quella vita da salvare. Poi luci e rumori che sfumano e silenzio di dicembre che si posa sul paese. Ciao Cavalieri del Cielo che vi inoltrate in questa notte d’inverno, i miri pensieri, stasera, sono tutti per voi.
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