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LE MONTAGNE DI LEI
AUDIO
Soffiava un vento leggero che chiamava autunno durante quell’alba limpida di quasi metà settembre. Lei era lì, di fronte a casa, ad attendere una Golf bianca, con i suoi quattordici anni ancora da compiere, con uno zaino sulle spalle e una valigia accanto, a vivere l’inizio di un giorno che le avrebbe cambiato la vita. Guardava le montagne, le sue montagne, quelle sotto alle quali era cresciuta, quelle che ora stava per lasciare. Ora che la breve estate di montagna era terminata, era ritornato il tempo del rientro a scuola. Ma adesso la scuola sarebbe stata quella superiore. Non ci sarebbe più stata la passeggiata a piedi per raggiungere la scuola elementare, e nemmeno il quarto d’ora in corriera per raggiungere le scuole medie. Ora bisognava uscire dalla valle e scendere fino a Belluno, dove avrebbe trovato una grande scuola in cemento armato e nuovi compagni provenienti dall’intera provincia. E poi, avrebbe dovuto vivere per quasi sei giorni a settimana in città, nel convitto situato praticamente in centro. Ora, la fontana aldilà della strada cantava la sua perenne e dolce musica d’acqua e lei, in quei pochi minuti che la separavano dalla partenza, viveva un tumulto di pensieri. C’erano voglia e al contempo timore di correre incontro a quella nuova vita, c’era una sottile nostalgia che già si insinuava nella sua anima mentre i primi raggi del sole illuminavano la cima del Cernera. L’arrivo della Golf, i sorrisi ed i saluti delle sue compagne di quel viaggio di un’ora interruppero quei pensieri e sviarono la mente dai ricordi che ora scorrevano come in un film. Ora erano voci assonnate che parlavano sopra alla musica dei Queen che usciva dall’autoradio, e c’erano i ricordi di una infanzia che ora le sembrava svanita per sempre. Erano memorie di giochi e di prati, erano profumi di fieno e fiori di montagna, erano ricordi di una vita semplice priva del superfluo e ricca di tutto ciò che ora sembrava perduto. Nel frattempo l’auto correva veloce lungo la strada che si era fatta meno tortuosa e dietro di lei le montagne, le sue montagne, non c’erano già più. Le sentiva lontane quelle voci che ora erano più chiare e sveglie, e mentre osservava dal finestrino le severe montagne aldilà del Cordevole, pensava al coraggio che aveva dovuto trovare quella mattina. Aveva salutato i genitori che avevano fatto finta di non essere commossi, era partita in direzione di una città che chissà come l’avrebbe accolta. Le scese una lacrima prontamente nascosta, e poi, dopo un sospiro, entrò anche lei nei dialoghi che ora si erano fatti più allegri. Arrivata a Belluno trovò un clima da estate appena sfumata e il grande cortile della scuola magistrale colmo perlopiù di ragazze. Le più grandi si conoscevano tutte e si salutavano raccontandosi le vacanze appena terminate, le più giovani come lei, invece, si guardavano intorno spaesate cercando in quella folla vociante un viso conosciuto. Poco prima delle otto si fece coraggio ed entrò nell’atrio della grande scuola per poi inoltrarsi lungo i labirintici corridoi fino a quando riuscì a trovare l’aula. La mattina scivolò via veloce fra insegnanti che si presentavano, orari provvisori e le prime timide chiacchiere con alcune nuove compagne. A qualcuna di loro sarebbe toccato lo stesso convitto e infatti, poco dopo l’una, si ritrovò insieme ad alcune di quelle ragazze con cui aveva scambiato qualche parola. Il convitto aveva un aspetto austero come gli abiti neri di quelle suore con il velo che ora stavano mostrando loro le stanze, il refettorio, la sala di studio e illustrando regole e orari ben precisi. Guardò dalla finestra della sua camera e vide i condomini aldilà della strada sempre trafficata e mentre aveva inizio un lungo tramonto di quasi metà settembre una dolce malinconia le prese l’anima. Aldilà di quei palazzi severi, e aldilà ancora della Schiara, c’erano le sue montagne ad aspettarla. Sarebbe ritornata ad ammirare il Pelmo nel primo pomeriggio del sabato successivo; forse, a quel tempo, avrebbe trovato le cime imbiancate dalla prima effimera neve.
LA RACCOLTA COMPLETA
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