SERA DI FEBBRAIO
AUDIO
La sera arrivò improvvisa appena superata la curva “dele crepe”. Salivo piano lungo la provinciale di San Tomaso. Un guidare prudente suggerito dall’istinto che, in quei momenti, mi diceva che quella era l’ora buona per trovare qualche animale sulla carreggiata. E infatti, poche curve dopo, una femmina di cervo uscì dal bosco e poi saltò in strada costringendomi a frenare per fortuna non bruscamente. Mi fermai e spensi per un attimo i fari per non spaventarla. Potei così ammirare il suo incedere elegante e tranquillo fin quando decise di inoltrarsi fra i faggi del costone che scende ripido fino a Fontanelle. Poi ripartii nella penombra in cui risaltava il verde del semaforo “de l’incasero” ed in breve arrivai al parcheggio “inte in te la val”. Scesi dall’auto nell’attimo in cui, a nord, si accesero le luci di Alleghe. Spirava un vento leggero di quasi primavera e la musica d’acqua che scendeva dai tetti andava sfumando. Lassù, nelle sere di febbraio, l’inverno ritorna a ghiacciare la tanta neve ancora presente sui tetti delle case e dei tabià. Fumare pigro di camini, qualche finestra illuminata e la tranquillità della sera che andava tramutandosi in notte. Mi fermai alla sommità della scalinata che scende verso casa. Forse fu un caso, oppure fu la montagna a suggerire questa sosta. Così alzai gli occhi e percorsi con lo sguardo le creste innevate del Pelsa. Da sud verso nord, dalla Palaza al Mont’Alt e poi fino a Col Mandro. Fu in quel preciso istante, quando la vista si posò sulla forcella, che maestosa e lucente apparve la Luna. E la Val Cordevole, che pareva destinata ad un oscuro sonno di fine inverno, si ritrovò invece inondata di nuova luce che faceva brillare la neve e risaltare i contorni delle montagne. La notte imminente pareva volersi trasformare in un nuovo particolare giorno illuminato da onirica luminosità. Si spense il brusio d’auto che saliva da fondovalle e scese il grande silenzio della montagna mentre la Luna passeggiava sopra le cime del Pelsa. Le montagne erano immerse in un silenzio di neve di fine febbraio ed io ero lì, ad ascoltare quel silenzio e ad ammirare una sera che pareva non volersi trasformare in notte. “…e loro sono lì, mute per i cuori di pietra e ricche di meraviglie e suggestioni per i cuori che sanno trovare attimi di poesia in ogni canalone, sui costoni ricoperti di larici e sulle severe pareti di roccia. Non importa in quale stagione. Nelle sere d’estate, quando un’aria sottile ti fa indossare la felpa anche in pieno luglio oppure nelle gelide e lunghe serate di gennaio. Quando la neve le fa brillare come enormi stelle. Ammirarle prima che arrivi la notte regala una grande pace. Sensazioni difficili da raccontare, da spiegare. Suggestioni provate infinite volte e che ancora continuano a stupire nel loro mistero…”…Magiche Dolomiti!!