EL CAMPANIL DELE MONEGHE
AUDIO
A Cencenighe l’autunno del 1998 iniziò con il botto nel vero senso della parola. Il 24 settembre, infatti, era prevista la demolizione mediante uso di esplosivo, del “Campanil dele Moneghe”, ovvero quella sorta di obelisco di roccia fratturata, un pò tozzo nella forma ma tuttavia elegante. Un missile di dolomia che svettava solitario sul fianco est del monte delle Anime, con quel nome misterioso di cui non conosco l’origine che lo permeava di un’aurea di vaghe suggestioni dai contorni sfumati che si perdevano nel tempo. Durante l’estate del 1998 gli enti preposti presero la decisione di sbriciolarlo in quanto minacciava ben tre strade: la comunale che sale a Balestier, la Provinciale 8 di San Tomaso e, a fondovalle, l’allora Strada Statale 203 Agordina. Quel giovedì 24 settembre presi ferie per assistere a questo evento; che probabilmente capita una volta nella vita di veder saltare in aria un pezzo di montagna, e quindi ne valeva sicuramente la pena. Mentre salivo lungo l’Agordina RadioPiù annunciava gli orari di chiusura delle strade causa esplosione imminente. A Cencenighe si respirava un’atmosfera di quasi lockdown, per dirla in termini moderni, con le auto che potevano salire e scendere soltanto dalla valle del Biois. Io e papà salimmo di buon’ora fino “ai Canet” per poter assistere allo sparo con la migliore visuale possibile. Era una bella mattina di sole e credevo, erroneamente, che solo noi e forse pochi altri curiosi, saremmo saliti per fare da spettatori ad un evento inconsueto come quello se si stava per compiere. Ed invece trovammo tanta gente e pure le TV: c’era l’emittente televisiva locale e perfino la RAI, entrambe con le telecamere già montate sui cavalletti ed i cronisti che intervistavano i responsabili dell’operazione. Mentre attendevamo l’ora fatidica, puntai il binocolo sul fianco del monte Anime ed ebbi modo di ammirare il grande lavoro preparatorio che era stato eseguito sul “Campanil”. Esso era stato completamente rivestito di reti metalliche per evitare la proiezione di detriti: immaginai il lungo e delicato lavoro di caricamento dell’esplosivo in quella zona impervia e priva di strade di accesso. Doveva essere stato davvero un lavoro impegnativo, pensai. Nel frattempo le ore dieci si avvicinavano ed il fermento cresceva fra la gente e le autorità presenti. L’attesa era divenuta palpabile e, siccome i fuochini sono gente seria, alle dieci precise si udirono i tre classici squilli di tromba che precedono lo sparo. Il tempo di inquadrare “el campanil” con il binocolo ed ecco il momento tanto atteso dell’esplosione. Le cariche svolsero perfettamente il loro compito e l’obelisco roccioso iniziò il suo sbriciolarsi. Il gran botto arrivò da noi con un attimo di ritardo, e mai avevo udito lo scoppio di un “petardo” così potente. Poi incominciò il franamento che andò avanti per parecchi minuti. Caddero molti “pez” e “lares” ed i paramassi installati sopra la strada di Balestier ressero bene agli urti dei massi. Soltanto piccole pietre riuscirono a sgusciare sotto alle reti per terminare la loro corsa sull’asfalto della comunale. Le espressioni soddisfatte sui visi degli esperti sancirono l’ottima riuscita dell’operazione. “Ore dieci e zero cinque, esecuzione avvenuta, il Campanile delle Moneghe non c’è più”: furono queste le parole che pronunciò il compianto Italo Salomon nel servizio che andò in onda quella sera su Telebelluno. Al termine del rotolamento dei detriti verso valle la piccola folla presente iniziò a scemare. Scendemmo anche noi a Cencenighe mentre la 203 veniva riaperta al traffico. Ora il “Campanil dele Moneghe” si era tramutato in ricordo: la sua anima, però, avrebbe continuato a vivere fra quegli alberi che di lì a poco avrebbero iniziato a vestirsi d’autunno…Magiche Dolomiti!!
****