…DI MEZZA ESTATE…
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E si era così giunti alla metà di luglio, al centro delle vacanze estive. L’esatto punto di equilibrio fra ricordo e miraggio. Belluno, la vita in condominio e le Scuole Elementari Gabelli facevano parte di una vita ormai dimenticata. Un mondo lontano che pareva forse mai esistito, un tempo remoto, svanito, evaporato insieme a libri penne e quaderni dei famigerati “compiti delle vacanze”. Ed il pensiero di metà settembre era altrettanto lontano nel tempo. Quasi irraggiungibili sembravano quei giorni in cui avremmo caricato la Ritmo di valigie “sportole” e tristezza. No, non sarebbero arrivati quei giorni. Oppure sì, ma non era questo il momento di pensarci. Cencenighe, a metà luglio, era un sogno rock. Una musica che pompava. Anche le campane parevano metterci più impegno nel loro suonare. Squillanti e prepotenti sovrastavano il continuo rombo di auto moto e camion che salivano e scendevano dalla Val del Biois. Ed il battere del martello dell’orologio del campanile suonava deciso come il colpo di rullante di batteria delle canzoni degli AC/DC. Si era all’apice dell’estate, con le giornate lunghe e calde da consumare correndo a perdifiato e giocando a calcio ovunque vi fosse un misero spazio. Che fosse il piccolo prato dell’ “Asilo Vecio”, “el sagrà” oppure il vero campo sportivo poco importava. Era il momento di correre, saltare, urlare, ridere e prendere il sole a torso nudo “su’n quert su in te burela”. Ed il pranzo e la cena erano soltanto la pubblicità che interrompeva un’ avvincente film d’azione ricco di sorprese, girato nella location più bella del mondo. Il cielo azzurro ed il Pelsa e lo Spiz de Medodì colorati d’estate erano lo sfondo di questa vita libera e spensierata che avrei voluto durasse per sempre. Soltanto l’arrivo della sera scandito dai rintocchi della campana grande mitigava appena quell’infinita voglia di vivere e gioire. Un cenare veloce con le finestre aperte, accompagnati dal rumore del traffico che lentamente andava sfumando lasciando spazio alla voce del Biois. Poi, dopo le notizie del telegiornale, via di nuovo a riprendere ciò che era stato interrotto, con l’istinto a dirmi che di quel tempo che stavo vivendo non dovevo sprecarne nemmeno un minuto. Pure la notte andava assaporata: un lento spegnersi del giorno accompagnato da note di “metal ballads” mescolate all’eterno mormorare d’acqua di torrente. Poi, il sonno quieto di un’altra notte di musica e sogni vissuta all’incrocio delle due vallate agordine…Magiche Dolomiti!!