di Tiziano De Col
La tempesta Vaia non è certamente passata con “mano leggera” in quel di La Valle e neanche il successivo evento alluvionale del dicembre 2020 non è passato inosservato sul territorio lavallese. Oltre alle varie situazioni puntuali di dissesto, hanno ripreso vigore, e si sono ampliati, anche i fenomeni di dissesto idrogeologico nelle due valli di Dagarei e Laderon, Come si vede da cartografia IdroGEO – Ispra allegata, le due valli evidenziate erano già state classificate come oggetto di dissesti negli studi ufficiali ante Vaia. La Val Dagarei, tributaria del torrente Missiaga, congiuntamente alla val Alghera , si innesta nel Missiaga a circa 1050 metri slm in località Le Vizze e poco più a Valle della congiunzione vi è l’opera di presa della centralina elettrica del Missiaga Alto. Durante Vaia, si innescò un nuovo movimento franoso nell’alta valle, a 1550 mslm circa, ove fino agli anni ’70 del secolo scorso vi erano prati e baite. Tale massa , durante la sua discesa lambì la località e le baite de La Fossa e scalzò in parte il piede della sottostante laterale Frana di Dagarei, agevolando anche il movimento di questo fenomeno laterale. Il tutto si riversò alla confluenza con l’acqua dell’Alghera, dove, forse complice l’intasamento dell’alveo da parte di piante sradicate da Vaia e un locale altro movimento franoso, si creò un accumulo che si mise in moto verso valle , sotto forma di colata, (debris flow) da quota 1220 circa fino alla confluenza con il Missiaga. L’evento consentì a massi di notevoli dimensioni, anche superiori a 50 mc , di venire “trasportati” fino al Missiaga, mettendo a grosso rischio l’opera di presa della centralina e riversando massi , ghiaia ed acqua, nella sottostante SP347 del Duràn che venne invasa dai detriti per un centinaio di metri. Fatalità volle che, passata la colata, l’acqua si reincanalasse nell’antecedente alveo e confluisse ancora nel Missiaga. Molti di questi massi sono ancora in alveo nella media Val Dagarei e altri eventuali eventi alluvionali potrebbero minare la loro stabilità. Sull’allegata carta IdroGEO-Ispra la Valle di Dagarei è contrassegnata già ante 2018 come zona ad alta pericolosità idrogeologica (P3). Al tempo tale classificazione si limitava alla citata Frana di Dagarei, ma dopo Vaia, la classificazione dell’intera valle dovrà certamente essere riconsiderata per gli ulteriori fenomeni di dissesto innescatisi durante o post evento. La Val di Laderon, tributaria del torrente Bordina, congiuntamente alla Val del Mus, si innesta nel torrente Bordina a circa 900 m slm in prossimità della partenza della viabilità forestale per Malga Foca. La valle è molto incassata e prende quota molto ripidamente. Fino agli anni ‘60 circa del secolo scorso, nella valle i prati erano sfalciati e vi erano numerose baite per lo stoccaggio del fieno e l’alloggio stagionale dei valligiani, molte di queste sono ancora conservate ed utilizzate dai proprietari come basi per lavori di manutenzione degli appezzamenti ora boscati. Durante l’evento di Vaia, gli alberi sradicati intasarono in più punti la stretta valle creando delle piccole dighe che, con effetto domino, si aprirono e scaricarono acqua, fango, alberi e detriti nella ripida e stretta valle sottostante, distruggendo la viabilità d’accesso e intasando la valle al suo sbocco nelle aree prative di Piar, nelle quali sorgono ancora e sono state recentemente ristrutturate molte baite che vedono la presenza assidua dei proprietari per la manutenzione prativa e boschiva. Anche l’area di Piar è stata devastata dal vento di Vaia che ha sradicato e/o spezzato pressoché tutti gli abeti presenti lesionando anche delle baite. Il vicino bosco comunale delle Pie de Val è stato completamente raso al suolo ed è in attesa di essere recuperato. Ambedue i versanti della Val di Laderon sono stati disastrati da vento , acque e frane. Sull’allegata carta IdroGEO-Ispra la Val di Laderon è contrassegnata già ante 2018 come zona di Attenzione per rischio idrogeologico. Ora la situazione è certamente compromessa con rischi per territorio ed infrastrutture sia interne alla valle che al suo sbocco verso le zone prative ed edificate. In questa valle, si è accanito ulteriormente il maltempo e durante l’evento di inizio dicembre 2020, le piante sradicate da Vaia , ancora presenti in alveo, hanno riformato degli sbarramenti che, apertisi, hanno trascinato piante e melma creando nuovi sbarramenti nella media valle ed uno sbarramento importante allo sbocco in località Foch che praticamente ostruisce l’intero sbocco con pregiudizio alla sicurezza di prati , baite e boschi sottostanti. Prima di ulteriori e non auspicabili eventi alluvionali, si rende necessaria una mezza in sicurezza della valle, liberandola innanzitutto dagli ingorghi di piante, realizzando opere di bioingegneria per stabilizzare quantomeno il corso d’acqua e costruendo una idonea viabilità d’accesso che renda possibili interventi di manutenzione.
*****