BELLUNO La Chiesa ha celebrato ieri, la “Festa dell’Esaltazione della Croce” e per l’occasione nella cattedrale-basilica di Belluno vi è stata l’esposizione della reliquia della Croce il Vespro e la messa. Un avviso ciclostilato della Parrocchia Duomo-Loreto spiega che “Tra le reliquie conservate in Duomo che si ricollegano direttamente al Mistero della nostra Redenzione, la più importante, dopo quella della Sacra Spina, è quella del legno della Croce”. E ricorda che “Era custodita ‘ab immemorabili’ nell’Arca delle reliquie, insieme ad altre provenienti dalla Palestina e forse portate a Belluno dai primi Crociati. E’ comunque ricordata fin dall’anno 1237, anche se non vi è memoria di un culto particolare ad essa tributato fino al tempo del vescovo Giulio Berlendis (1653-1693). Questi nel corso della visita pastorale alla Cattedrale, la domenica 27 maggio 1665, dopo i Vesperi, visitò anche le Reliquie poste nell’Arca dietro l’altar maggiore. Il segretario e vice cancelliere Gio Carlo Bergonzi, in un documento scritto su pergamena e conservato nell’Archivio vescovile, attesta che il Vescovo ‘trovò, fra le altre, anche parte del legno della Santa Croce su cui il Redentore fu affisso per la salvezza di tutti gli uomini. Ritenendo conveniente che tale Reliquia fosse conosciuta dai fedeli e venerata col culto di latria, la estrasse dall’Arca e la pose nel tabernacolo dell’altare dov’è conservata la S. Spina che è dedicato appunto alla S. Croce con un beneficio di patronato laicale. Il transito fu eseguito fra canti e preghiere, Erano presenti i Canonici, i Consoli della città e molti fedeli’”. Sulla reliquia si può leggere ancora: “Si tratta non di un piccolo frammento, come generalmente appaiono le Reliquie della S. Croce esistenti in molte chiese, ma di una porzione lignea di notevoli dimensioni (circa 1 cm/3) di colore scuro. In quell’occasione, o poco dopo, forse nel 1666 il Vescovo fece fare a Venezia un artistico Reliquiario in argento fuso e sbalzato a forma di croce, in cui adattò il prezioso frammento fra due cristalli di rocca, con sigillo tuttora visibile. Il manufatto è dettagliatamente descritto dal prof. Flavio Vizzutti”. La conclusione: “La preziosa Reliquia è attualmente custodita nel tabernacolo insieme con la S. Spina, sull’omonimo altare; non viene più portata in processione il Venerdì Santo, come in passato,ma viene esposta ogni anno in occasione della festa dell’Esaltazione della Santa Croce, il 14 settembre”. Lo storico bellunese prof. Flavio Vizzutti, autore fra innumerevoli pregiatissimi lavori, del libro “La cattedrale di Belluno. Catalogo del patrimonio storico-artistico”, dedica la pagina 262 al Reliquiario della Santa Croce (argento fuso, sbalzato e cesellato – cm. 48,3×16) scrivendo fra l’altro che “… L’artistico manufatto è una testimonianza della munificenza e dell’inesausta attività del vescovo Berlendis che anche in questo modo desiderava incrementare il culto e la corretta devozione, intendimenti peraltro apprezzati e condivisi dallo stesso nobile Consiglio bellunese il quale prontamente deliberò ‘di accompagnar tal reliquia in tal giorno con dodici torzie accese’…”. Chiude specificando che “Il reliquiario… è ricoperto da un drappo serico color rosso cupo (cm. 88×108) nel cui centro è raffinatamente ricamato con fili policromi lo stemma del vescovo Giovanni Tommaso Malloni (1634-1649)”.
NELLE FOTO (Renato Bona e riproduzione dal volume di Vizzutti; foto da cliccare per una migliore e completa visione): l’Altare della Sacra Spina, il Reliquiario, la copertina del libro sulla Cattedrale bellunese.