di RENATO BONA
BELLUNO Recentemente, occupandoci della splendide ville che nel tempo andato sono state edificate nel territorio comunale di Sedico,abbiamo citato anche la villa Miari, della frazione Landris. E’ il luogo dove il 27 agosto 1854 “circondato dall’affetto dei familiari e dalla pace di Landris, irritato di tanto in tanto da qualche giudizio malevolo dato dai concittadini alla sua musica (come è scritto nel libro di Paolo Conte e Marco Perale “9 profili di personaggi poco noti di una provincia da scoprire scritto” – ndr.) venne a mancare Antonio Angelo Miari, che era nato a Belluno l’11 giugno 1778 dal conte Felice e da Fulcia Fulcis, e fu battezzato due giorni più tardi nel Duomo del capoluogo di provincia.. La libera enciclopedia Wikipedia lo definisce buon dilettante di musica, compositore prolifico e pianista che ebbe la sua formazione musicale, come egli stesso narra in alcuni rapidi Cenni biografici, dapprima nella propria città dove studiò clavicembalo con il veneziano G.B. Maschietti, e poi a Padova dove per il biennio 1797-98 studiò contrappunto sotto la guida del maestro di cappella della basilica del Santo L.A. Sabbatini, cembalo e organo con F. Turrini e G. Valeri. Nel 1803 Antonio si unì in matrimonio con la rodigina Anna Manfredini (1781-1877) ed ebbe la bellezza di dodici figli. Gran parte dei quali, in particolare Antonio Felice, compositore e strumentista (1810-1882), coltivarono interessi musicali. Ancora Wikipedia: “Il resto della sua vita trascorse tra il palazzo di Piazza del Mercato in Belluno, la villa dominicale di Landris di Sedico e la città di Venezia dove la moglie aveva ereditato una residenza Zattere. Ricoprì anche vari incarichi pubblici: nel 1797, al tempo della Municipalità democratica, fu nominato capitano di una compagnia di ussari; durante il Regno italico fu investito di vari ruoli nella prefettura del Dipartimento della Piave (1808-13) mentre dal 1815 al 1828 fu rappresentante dei nobili bellunesi presso la Congregazione centrale di Venezia dove ebbe modo di raccogliere un’ampia scelta di saggi di musica del XVVV secoli parte dei quali fu oggetto delle esecuzioni che si tennero nei privati “veneti odeoni” che Antonio organizzò nella residenza veneziana, frequentati “dalle più celebrate dilettanti, dagli amatori i più valenti, dai più provetti maestri dell’arte” (Gazzetta privilegiata di Venezia, 14 aprile 1821). Sempre nella città lagunare conobbe e frequentò operisti con i quali intrattenne rapporti di amicizia ed epistolari: F. Morlacchi, N. Vaccai, P. Bresciani, G.A. Perotti.Ed era in corrispondenza con Majerbeer, Mayer, Rossini, Donizetti, Pavesi, Aiblinger, Furlanetto, Callegari, Fioravanti. Produsse alacremente composizioni “figlie d’alcune delle quali furono poi le onorevoli aggregazioni a diverse accademie filarmoniche d’Italia come a quella di Bologna, Bergamo, Turrino, Vinegia, Verona”; inoltre fu socio onorario dell’Accademia di Santa Cecilia a Roma (1846). Deputato a Belluno della Società del Nuovo teatro (1835) e nel 1850 tra i fondatori e primo presidente della Società filarmonica, che diede vita a una scuola di istruzione musicale e a un complesso orchestrale al quale destinò alcune sinfonie. Fra le sue composizioni Wikipedia menziona: L’Avaro deluso, Belluno 1807; La moglie indiana, Venezia 1808; Il prigioniere, Belluno 1808; Un pazzo ne fa cento, 1809; Don Chisciotte della Mancia, 1810; La notte perigliosa, Padova 1818: Le nozze in fumo, Belluno 1835; Adelaide e Fernando ossia Il fortunato riconoscimento, Belluno 1824; L’astrologo per amore, Belluno 1833; La stanza terrena, Landrìs (Sedico) 1837; La separazione, Landrìs 1839; compose inoltre 17 messe a cappella o con organo; 4 messe con orchestra o fiati; frammenti di messa; 6 messe da Requiem; mottetti; canzonette devozionali; 6 cantate con orchestra; cantate con basso continuo; parafrasi (5 lamentazioni e salmi); concerti; 22 sinfonie; 12 sonate; una fantasia e 9 serie di variazioni per cembalo o pianoforte; 6 sonate per organo; trii; 32 quartetti; diversi lavori cameristici, musiche per banda. Il sito cammino gregoriano.wordpress ricorda fra l’altro che Miari “…nel 1850 fu tra i fondatori e primo presidente della Società filarmonica, che diede vita a una scuola di istruzione musicale e a un complesso orchestrale al quale destinò alcune sinfonie. Autore di un copioso numero di musiche sia sacre che profane, per la quasi totalità inedite. Di notevole interesse la sua produzione di musica da camera, soprattutto i quartetti per archi e i quattro trii con pianoforte”. Quello della Regione veneto richiama la “Prima esecuzione assoluta in tempi moderni del Trio con pianoforte in fa magg. interpretato dal Trio Mondrian, con introduzione critica di Quirino Principe, Venezia, sabato 25 ottobre 2008, Fondazione Cini, inizio alle 18” sottolineando che “Un’importante operazione di valorizzazione e recupero storico consentirà l’esecuzione, dopo più di 200 anni, di un inedito Trio con pianoforte di Antonio Miari (1778-1854), autore di un copioso numero di composizioni sia sacre che profane raccolte presso il “Fondo Miari” della Biblioteca Civica di Belluno, donate per la maggior parte dalla pronipote del musicista bellunese, la duchessa Bianca Miari e dalla figlia Adelaide Melzi D’Eril. Un concerto a Venezia dedicato al compositore in occasione del 230. anniversario della nascita”. Concludiamo questa rivisitazione della figura di Antonio Angelo Miari ricordando che la scuola comunale di musica a lui intitolata nella Piazza Duomo di Belluno è istituto che opera il convenzione con il Consrvatorio di musica “Agostino Steffani” di Castelfranco veneto, in collaborazione con il Comune di Belluno, per diffondere la cultura musicale nel territorio bellunese e preparare ai corsi accademici dell’Alta formazione artistica e musicale. La Scuola è stata fondata nella prima metà dell’Ottocento ed è l’unico Istituto di tradizione musicale della Provincia di Belluno. E traendo dal libro di Conte-Perale: “La città natale, che dopo la scomparsa non realizzò il progetto del monumento funebre di Giuseppe Segusini del 1954, gli intitolava la scuola comunale di musica e gli dedicava un busto marmoreo. Recentemente attorno alla figura e all’opera di Antonio Miari si è ridestato l’interesse degli storici e degli studiosi di musica, soprattutto a seguito di un convegno a lui dedicato nel 1998, a conclusione di un importante progetto di catalogazione informatizzata promosso dalla biblioteca civica del capoluogo del fondo di musica manoscritte e a stampa, ad essa donato da una discendente del conte”.
NELLE FOTO (Wikipedia, Itinerario Gregoriano e Google): Antonio Angelo Miari; il compositore in un ritratto di Galeazzo Monti; vecchia immagine dell’Auditorium di Belluno dove è ospitata la scuola di musica “Miari”; Piazza delle Erbe un tempo del Mercato; la villa Miari a Landris di Sedico