VOLTAGO Nel servizio pubblicato ieri da Voltago scrivevamo: “Frassené ha la sua dignità turistica, non sarà più la Piccola Cortina del passato, ma ha la sua dignità e coloro che hanno deciso di rimanere sul territorio meritano rispetto. Ad esempio: l’entrata al paese è penosa. Un bosco di faggi al bivio per Bèrtoi è raso al suolo, non sono tante piante, una decina di ceppaie, ma sono a terra con radici al cielo, un brutto vedere, un pessimo biglietto da visita”.
Torniamo oggi sull’argomento partendo dal fatto che si tratta di un terreno privato, i proprietari a suo tempo si erano dati da fare per cercare una soluzione al disastro post Vaia, ma tutto è andato per il verso storto tra “bidoni” e false promesse. Per capirne di più accogliamo le spiegazioni di Daniele De Zaiacomo figlio della proprietaria.
IL CHIARIMENTO
Sono il figlio della signora proprietaria del terreno interessato dalla caduta delle piante di cui si parla nell’articolo. Ho ritenuto doveroso mettervi al corrente di alcune precisazioni in merito, dato che dall’uscita dell’articolo e del video mia madre ha ricevuto da abitanti del paese e conoscenti commenti ironici e fuori luogo, che l’hanno messa in difficoltà. Dopo Vaia la priorità per noi è stata quella di ripulire il pendio che avete fotografato dalle piante cadute. Mi creda, sono state contattate più persone, ma nessuno (sottolineo NESSUNO) si è interessato in modo concreto Questa è la situazione Frassenè ha certo bisogno di una immagine diversa all’entrata del paese, siamo tutti d’accordo. Frassenè avrebbe bisogno anche di molto altro, come tanti paesi di montagna, che poco alla volta si stanno spopolando. Frassenè, come tutta la montagna, avrebbe bisogno di maggiore collaborazione e coesione tra gli abitanti che molto spesso invece manca, a favore di personalismi, assurde rivalità ed atteggiamenti che poco hanno a che fare con una costruttiva collaborazione per la ricostruzione e la faticosa resistenza a mantenere salde le radici in un territorio di per sé critico e difficile da abitare.