VENEZIA Le ultime dichiarazioni dell’opposizione regionale in merito al parassita che, dopo Vaia, ha attaccato con più virulenza di prima le piante di abete rosso fanno sollevare un coro dalla montagna bellunese. Tagliare tutte le piante malate non è la soluzione e, anzi, può innescare importanti rischi idrogeologici e favorire le valanghe nei mesi invernali. Ci sono inoltre i boschi protettivi, sopra i centri abitati e le vie di collegamento, che non dovrebbero essere toccati per evidenti motivi. Il bostrico ama l’abete rosso, di cui sono ricche le foreste di Rocca e di Livinallongo. Questi due comuni, infatti, sono quelli dove il terribile coleottero si è esteso di più, ma i sindaci dei due territori non pensano affatto si possa prevenire o combattere in qualche modo. La loro idea, piuttosto, è che la natura debba fare il suo corso.
SILVIA CESTARO, CONSIGLIERE REGIONALE
ANDREA DE BERNARDIN, SINDACO DI ROCCA PIETORE
GIOVANNI PUPPATO, CONSIGLIERE REGIONALE
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