TAIBON L’Uragano Vaia pur nella sua potenza ha fatto meno danno dei vandali di alcuni anni fa. Nel 2017 ignoti con un gesto vigliacco distrussero la bella chiesetta in miniatura in riva al Cordevole, pezzo dopo pezzo così per divertimento come riportiamo nel successivo articolo d’archivio. Federico Savio in via Strapont a Taibon non si è perso d’animo e ha ricostruito una chiesetta in miniatura altrettanto bella, rifinita nei particolari con spaccati di storia. L’uragano Vaia in riva al Cordevole ha fatto danni sradicando gli abeti secolari, uno è passato accanto alla chiesetta in miniatura, ma solo sfiorandola. Il documento nel video realizzato ieri a Taibon
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ARCHIVIO RADIO PIU, 29 NOVEMBRE 2017
TAIBON ATTO VANDALICO, DISTRUTTO IL CAPITELLO “FATTO IN CASA“
“Si sappia che gente c’è in giro…”, lo sfogo detto da un giovane di 22 anni ha ancora più effetto. Federico Savio di Taibon è sconcertato perché una o più persone hanno demolito un capitello nel bosco vicino al torrente Cordevole poco lontano dalla strada regionale 203 Agordina. Non un capitello storico, rievocativo, ma un’opera artistica con grande significati per Federico e i suoi amici, gli stessi che da bambini nel bosco vicino a casa, si sono costruti un parco giochi naturale, lontano dalla strada, piazza e pericoli. Propio qui Federico che oggi ha 22 anni, ha dato sfogo alla sua fantasia costruendo un capitello con tanto di chiesetta e tutto curato nei minimi particolari, negli esterni e negli interni. “Hanno distrutto tutto – dice Federico – in pochi istanti hanno demolito tutte le strutture, hanno sparato petardi per fare ancora più danni e non contenti quel poco che era rimasto in piedi lo hanno buttato nel torrente Cordevole. Non ho idea di chi sia stato, è un dispetto ma non mi spiego per quale motivo prendersela con un capitello”.
Le fondamenta di quella chiesetta in scala sono state messe più di dieci anni fa. “Io con un mio amico – racconta Federico – avevamo voglia di provare a costruire qualcosa con sassi, legno e un po’ di cemento. Andavamo spesso a giocare in quel bosco vicino a casa. Con il passare del tempo il capitello è rimasto la, anni fa l’avevo un po’ decorato col legno e i colori per passarmi il tempo. L’ho sempre lasciato in mezzo al verde perché ci tenevo, era un ricordo di quando ero più piccolo, ma era anche un posto ideale per passeggiare, sedersi, riflettere”.
Oggi davanti a quella struttura non si riflette più, di vedono solo macerie. “Il resto è stato “smaltito” nel torrente, ho trovato carte di petardi ovunque, devono averlo distrutto la scorsa settimana, purtroppo nessuno pare si sia accorto di nulla, nessuno avrebbe visto o sentito il rumore dei botti. Peccato”. Quello che rammarica Federico è soprattutto che chiunque ha agito con questo gesto vandalico lo ha fatto solo per il proprio divertimento. “Mi impressiona la insensatezza dell’atto, la mancanza di rispetto – continua Federico – la mancanza di rispetto verso qualcosa di religioso, ognuno può avere o non avere la volontà di credere in qualcosa, ma mi impressiona la mancanza di rispetto verso l’individuo, verso il privato, verso le cose altrui, verso il lavoro delle altre persone. Ancor di più mi impressiona il fatto che per certa gente il divertimento equivalga a distruggere e rovinare, esempi in giro non mancano. Penso infine che se alla base di tutto se non c’è il rispetto per l’altro rischia di mancare anche qualsiasi altro valore”.
A Taibon è l’ennesimo gesto vandalico, ad inizio estate qualcuno ha distrutto tutti gli specchi stradali da Forno Val fino a Brugnach sfidando anche l’impianto di video sorveglianza che l’amministrazione comunale ha sempre presentato come fiore all’occhiello della sicurezza, peccato che da allora ad oggi nessuno abbia dato un nome ai responsabili di quell’atto vandalico e forse nessuno lo darà mai nemmeno a questo nuovo episodio perché se è vero che le telecamere in via Strapont non mancano è altrettanto certo che non sono puntate nei boschi e lungo il torrente Cordevole.
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