DI TIZIANO DE COL
Il Casàl di Cugnago a La Valle – Castello (o Torre di Guardia) dimenticato ? di Tiziano De Col
Dopo aver scritto, nelle precedenti parti di questa ricerca :
https://www.radiopiu.net/wordpress/il-casal-di-col-cugnago-cugnach-testi-e-foto-di-tiziano-de-col/
https://www.radiopiu.net/wordpress/rinvenimenti-archeologici-presso-il-casal-di-col-cugnago/
in questa parte ci occuperemo della struttura muraria del Casàl, utilizzando parti della Tesi di Laurea dell’ Architetto Fabio Cappelletti, gentilmente concessa dallo stesso.
La Tesi dell’ Arch. Cappelletti è inserita nel progetto di allestimento del Museo La Valle, allocato all’ultimo piano del Municipio di La Valle con allestimento curato dall’ Architetto Marino Baldin , (il quale è anche correlatore delle Tesi dell’ Arch. Cappelletti), che già si occupò del restauro conservativo del Castello di Andraz , illustrato in una bella pubblicazione dal titolo “ Il castello di Andraz e le miniere del Fursil” edita da Marsilio Editori nel 1997, curata dallo stesso Arch. Baldin.
L’affiancamento tra il castello di Andraz e la parte più antica del Casàl non è un azzardo storico, ma una concreta ipotesi di ricerca e studio che si è fatta più concreta durante gli studi per l’allestimento del Museo La Valle, nel quale il Casàl occupa uno spazio considerevole, essendo il Museo, non un Museo prettamente etnografico inteso come esposizione di oggetti, ma un museo sull’ uso del territorio montano partendo dagli antichi insediamenti, fino ai nostri giorni, considerando la posizione delle frazioni (antiche Vile) , dei coltivi ad esse pertinenti, al soleggiamento. Una particolare attenzione è stata posta per la Vila de Cugnach (frazione di Cugnago) proprio perché la tipologia di insediamento, i ritrovamenti archeologici Altomedievali e il fabbricato del Casàl, contenevano tutte le indicazioni per poter ricostruire le varie fasi storiche dell’abitare in montagna, dove il termine abitare non è inteso come il solo modo di vivere in casa, ma anche l’utilizzo del territorio contermine (e non solo) al nucleo delle Vile (frazioni). Proveremo anche a capire l’utilizzo di sifatta struttura, il Casàl, che non poteva essere certamente solo una abitazione, tanto che il suo nucleo più antico, sicuramente antecedente al XV° secolo (1400) , in parte riscontrabile nella attuale struttura del Casàl, ha delle murature , perfettamente conservate, che, nella parte più antica raggiungono lo spessore di circa 1 metro, sono costruite in pietra locale squadrata, insieme con sassi e calce. Forse una torre di guardia o comunque una struttura fortificata posta in posizione dominante sul colle che controlla tutta la vallata sottostante ove sorgono (o sorgeranno in seguito) le altre Vile. Unica eccezione la Vila di Conaggia (Conagla o Conagia) della quale tratteremo a parte. In questa parte più antica del Casàl, la tradizione locale tramandata dalla “ Efa dei Pieri Mori”, che abitava proprio in questa parte del fabbricato, raccontava che i suoi antenati riportavano che lì vi avesse soggiornato Federico I° di Svevia detto il Barbarossa, come da noi già riportato nella prima parte di questa ricerca. Le successive aggiunte, anche verso la piazza, eseguite nel 1400, come riportato sulla trave di colmo della facciata principale, conferirono al fabbricato la struttura di un palazzo vero e proprio e, ad opinione dello scrivente, anche la scala d’accesso sulla facciata prospicente alla piazza, non poteva essere trasversale come ora, in quanto copre in parte un ingresso a volto, rendendolo inutilizzabile. La scala, doveva essere una vera e propria scalinata perpendicolare alla facciata e spostata in un secondo tempo per liberare spazio alla piazza, sacrificando così un ingresso a volto del pianterreno.
L’Architetto Cappelletti, nella descrizione del fabbricato insita nella sua Tesi di Laurea, scrive anche di bifore tipiche dell’architettura quattrocentesca, oggi tamponate. Sicuramente la facciata esposta ad est aveva anche dei dipinti con temi sacri. La “Giova” Dell’Osbel, che abitava al piano rialzato del Casàl, lato est, un giorno, accompagnandomi sulla terrazza (balanzin ricostruito) della sua abitazione, mi mostrò tracce di dipinti a tema sacro sulle pareti esterne e anche Giorgio De Col, che abita tutt’ora nel Casàl, mi ha raccontato di ricordarsi, sempre sulla facciata est del Casàl, a pianterreno, un dipinto raffigurante la Madonna di Loreto rappresentata col lungo piviale grigio-argenteo così come è ancora rappresentata in un altro affresco sulla piazzetta di Conaggia. Il De Col Giorgio riferisce che il dipinto fu irrimediabilmente lesionato da opere murarie eseguite una cinquantina d’anni fa .
Il rilievo del Casàl, è stato eseguito da insegnanti e studenti nel progetto dell’allestimento del Museo La Valle e come riportato dall’ Arch. Cappelletti nella sua Tesi di Laurea ,specifica:” Nel corso della prima fase di analisi si è rintracciato un rilievo in scala 1:50 del Casal di Col Cugnago; rilievo di proprietà della Soprintendenza ai Beni Architettonici ed Ambientali del Veneto Orientale eseguito dall’Architetto Clelia Secco, che comprende le piante dei vari livelli, dal pianoterra alle coperture, le sezioni ed i prospetti.
Questo materiale grafico è un’utile documento sia per un primo approccio alla conoscenza della geometria e dell’articolazione spaziale del Casal, sia per il contenuto di dettaglio che opportunamente controllato, contribuirà a restituire graficamente l’edificio.
Il rilievo di dettaglio, reperito in Soprintendenza, è eseguito con metodologia “lato-diagonale”, la quale permette l’esatta restituzione grafica della geometria del singolo vano, ma non permette la restituzione d’insieme del fabbricato, si è quindi ritenuto necessario dare avvio ad una nuova campagna di rilevazione, che restituisse con maggior precisione la dimensione arbitraria e non rilevabile con metodologia diretta, delle murature di quei vani che tra loro non sono visibili.
Occorre a tal punto formulare un progetto di rilievo, che riesca a restituirci l’interezza dell’edificio, in modo che tutte le stanze e gli alzati rilevati siano tra loro connessi, e possano essere restituite graficamente col minimo errore.
E l’Arch. Cappelletti quindi continua:
“ il rilievo è stato eseguito in collaborazione con ITIM–Istituto Tecnico Industriale Minerario “U.Follador” di Agordo, il quale ha messo a disposizione gli strumenti ed un gruppo di rilevatori diplomandi, seguito dall’Ing. Giovanni Stragà e dall’assistente al corso di topografia p.i. Enrico Pescosta.”
A seguito riportiamo, con delle tavole, gli esiti sintetici del rilievo eseguito, sempre provenienti dalla Tesi dell’ Arch. Cappelletti, che ben rendono l’idea dello sviluppo della costruzione nel tempo , dal primo nucleo (o quel che resta di esso) antecedente il 1400 (secolo XV°) probabilmente risalente al 1100 (secolo XII°) e coevo del Castello di Andraz. Dalla presumibile età della parte più antica si desume che questa potesse esistere, in forma di torre o comunque struttura fortificata, già al tempo di Federico I° di Svevia detto il Barbarossa. Uno studio grafico-espositivo, con tavole “a libro” è esposto nel Museo La Valle, insieme anche a foto d’interno della parte più antica del Casàl, riprese nel 2005 circa ed inoltre alcune immagini della collocazione ambientale del Casàl.
Immagine della complessa struttura del Casàl com’era nel 1911, in questa rara ed inedita fotografia. Particolare di una foto dell’intera frazione di Cugnago eseguita dal fotografo Enrico Baratto. Originale in Archivio fotografico Tiziano De Col.