di Luisa Manfroi
CENCENIGHE Il “Circolo ricreativo della maglia” di Cencenighe prosegue incessante la sua attività, malgrado l’emergenza sanitaria che nell’ultimo anno e mezzo ha limitato la possibilità di potersi incontrare di persona due pomeriggi alla settimana nella sede della biblioteca comunale. L’impegno delle signore, espertissime nell’arte del lavoro a maglia, è sempre stato presente. Sì, perché neppure la pandemia è riuscita a fermare la voglia di lavorare a ferri o all’uncinetto che è stata determinante per il gruppo di amiche che in otto anni ha fatto davvero molto, sia in termini di produzione che di solidarietà, come conferma una componente: «I lavori sono diventati tanti ed abbiamo pensato di renderli utili partecipando alla “Fiera di Sant’Andrea” e le donazioni ricevute sono state consegnate alle realtà del nostro paese (scuola dell’infanzia, asilo nido, scuola primaria, Parrocchia) oppure ai terremotati, al comune per il disastro Vaia, alla Ussl Dolomiti per l’emergenza Covid». E in un momento in cui la tecnologia impera, riscoprire il valore della manualità è un incentivo gratificante per la creatività che coinvolge anche qualche giovane componente. Spinte dalla motivazione che va oltre il desiderio di trovarsi per fare qualcosa insieme, recentemente le donne del circolo hanno deciso di aderire all’iniziativa “Viva Vittoria Tre Cime di Lavaredo” contro la violenza verso le donne. Con l’entusiasmo che le caratterizza, si sono date da fare producendo abilmente tantissimi quadrati colorati di 50 centimetri x 50 realizzati ai ferri o uncinetto che poi saranno uniti con filo rosso per formare una mega-coperta che il 4 settembre sarà stesa ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo. I fondi ricavati dalla vendita delle coperte saranno devoluti a sostegno di associazioni contro la violenza sulle donne. «Per questo dobbiamo dire un enorme “grazie” per averci aiutato ad arrivare a circa duecento quadrati (una bella parte di coperta), a tante amiche e conoscenti non solo di Cencenighe ma di Falcade, Canale, San Tomaso e persino ad un’amica di La Spezia, un esempio che anche un solo “quadrato” unito a tanti altri può essere simbolo di solidarietà».
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