ALPAGO Due occhi scuri dietro il mephisto, una voce sempre sicura, ma mai esuberante, una passione incrollabile per il proprio lavoro e la propria missione. Il Comandante Alfa, uno degli storici fondatori del G.I.S,. il Gruppo Intervento Speciale dei Carabinieri, ha letteralmente catturato il folto pubblico che sabato sera ha assiepato la palestra di Farra per l’incontro promosso dalla locale sezione paracadutisti, in collaborazione con il Comune di Alpago. In sala anche i rappresentanti del comando compagnia di Belluno e della locale stazione dell’Arma dei Carabinieri e del Settimo Reggimento Alpini, oltre a moltissimi ex paracadutisti giunti non solo da tutto il bellunese, ma anche dalle province vicine. Dopo i calorosi saluti di benvenuto da parte del segretario della sezione, Luca Padovan e dell’amministrazione del Comune di Alpago, presente con il sindaco Umberto Soccal e il vicesindaco Vanessa De Francesch, Il Comandante Alfa ha ripercorso con lucidità, e non senza una punta di commozione, alcuni episodi dei suoi 40 anni nel G.I.S.. Dalla prima clamorosa operazione, la liberazione dei 19 agenti tenuti in scacco dai detenuti in rivolta nel supercarcere di Trani nel 1980, alla liberazione degli ostaggi in mano ai sequestratori, all’intervento contro i “Serenissimi” sul campanile di San Marco, sino alle missioni in teatri di guerra all’estero come l’Iraq e l’Afghanistan, la sua vita è un vero caleidoscopio di racconti, personaggi, volti, impese pericolose, ma anche grandi soddisfazioni. “Come quella volta, era il 1990 – ha raccontato il comandante – in cui liberammo la piccola Patrizia Tacchella; davanti a lei, ha ricordato Alfa con evidente commozione – dovetti togliermi il mephisto, perché doveva essere rassicurata e voleva vedere e ringraziare chi l’aveva salvata: una gioia che mi porterò per sempre nel cuore”. Racconti di una vita dedicata alla protezione degli altri, “al servizio dello stato”, come recitava appunto il titolo dell’incontro, in cui la forza ed eventualmente la violenza, ha detto il comandante – non sono mai state gratuite o fini a se stesse. “Noi non vogliamo il “rambismo”, non siamo giudici, non intendiamo sostituirci a chi deve decidere le pene, ma garantire la sicurezza e la protezione dei nostri concittadini”. L’unico grande rammarico? “Non aver potuto seguire da vicino l’infanzia dei miei figli, ha detto Alfa, ma ora mi sto rivalendo su nipoti a cui dedico tutto il tempo e l’amore che posso”. E la paura, lei conosce la paura? “Certo che la conosco, guai se non ci fosse! Coraggio non significa non avere paura, ma conviverci e dominarla.” Al termine dell’incontro, inserito nel calendario delle manifestazioni per la festa patronale di San Vigilio, la Sezione Paracadutisti dell’Alpago e le Amministrazioni comunali di Alpago e Tambre hanno offerto all’ospite dei presenti in segno di riconoscenza; dal comandante Alfa, per la prima volta nel Bellunese, sono arrivate parole di sincera gratitudine “per la calorosa accoglienza e per le bellezze straordinarie di questi luoghi”.