Il numero 41, l’ultimo, del settimanale “Domenica” edito dalla Diocesi di Belluno-Feltre e diretto dal vescovo emerito Giuseppe Andrich, ricorda che martedì 3 settembre ricorre l’anniversario della dedicazione della chiesa di Rasai, in comune di Seren del Grappa, che fa capo alle parrocchie guidate dai parroci “in solido” don Giuseppe Bernardi e don Alessandro Coletti. Si tratta dell’anniversario numero 384 dato che la dedicazione risale all’anno 1635. In questa settimana ricorrono anche: giovedì 5 le dedicazioni di Agordo (1852) e Dosoledo (1847) e domenica 8 quelle di Servo di Sovramonte (1894), Seren del Grappa (1844), Tomo di Feltre (1849) ed Ospitale di Cadore (1878). Torniamo a Rasai perché il sito telematico parrocchiadirasai-altervista.org. riporta la “Storia della chiesa di Rasai” sulla base del libro “Memoria di Rasai 1861” stampato dalla Dbs nel 1988. Si tratta di un manoscritto inedito opera dell’arciprete dell’epoca, don Giovan Battista Segato, nativo di Fener di Alano di Piave 6 ottobre 1818), prete nel 1842, arciprete dal 1852 al 1874. La chiesa parrocchiale – si legge – che è dedicata al taumaturgo Martino fu costruita e rifabbricata varie volte “a quanto sembra sempre su quel dolce pendio nel luogo stesso e sull’area ove adesso pure si trova”. Una precisazione dell’autore: “Anticamente per l’angustia della stessa, e per la scarsezza degli abitanti, come altre chiese sorelle vicine alla Città quali son quelle di Germino (Zermen), Pedevena, San Vittore ecc. portava l’umile titolo di Cappella, sendochè veniva offiziata dai Reverendissimi Canonici della Cattedrale, i quali in essa e nelle altre mandarono poscia in loro vece un Sacerdote che nelle Domeniche e feste celebrava i divini misteri, assisteva agli infermi se veniva chiamato, e poi ritornava in Città. E di tale asserzione ne è tuttodì viva prova il Rettore della Chiesa Parrocchiale di Germino il quale vien presentato per l’elezione al Vescovo dal Decano del Collegio Canonicale di Feltre, e pur ora chiamasi col nome di Vicario, cioè fungente le funzioni del Decano, e fin da pochi anni addietro dimorava in Città. Crescendo però il numero degli abitanti che si diffondevano fra le valli vicine, atterrando annose foreste, si trovò necessaria la residenza d’un sacerdote il quale portava allora il titolo di Cappellano, quindi poi di Rettore”. E veniamo alla storia della chiesa dopo la demolizione del vetustissimo sacello nel 1621 dove “venne presso alla stessa area edificata una più ampia e decorosa Chiesa, sicché il coro dell’antica servì alla nuova di Sacrestia, fu quindi elevata a maggior altezza ed abbellita con architettonico stile nel 1839, indi dal 1850 in poi con nuove Cappelle laterali nuovamente ampliata ed ornata”. Oggi è posta nel centro del paese sovra un luogo elevato, è di ordine dorico, “adorna di quattro grandi cappelle laterali, con altari ed i simulacri in legno di S. Antonio di Padova, e di San Rocco, e di quello elegantissimo in marmo di Maria Vergine, che qui si venera sotto il titolo della Salute; questa statua è di purissimo stile, è d’ignoto scalpello, e fu il dono del piissimo benemerito Rettore Don Bartolomeo Salce; il quarto altar laterale non per anco eretto verrà dedicato alla Santa Croce ed alla Vergine Addolorata”. Poi riferisce di un “buon organo che si pretende lavoro del rinomato V. Calido, il soffitto e le pareti sono adorne di affreschi del celebre Pittor Veneziano Sebbastian Santi. È di finissimo marmo l’altar maggiore, avente ai due lati due alquanto tozzi angioletti ed il suo Tebernacolo in mezzo è abbellito alla sommità da assai finita scoltura di un Padre eterno che siede maestoso sovra un gruppo di nubi e di cherubini; più sotto si vede librata sull’ali la simbolica misteriosa colomba, il cui finto cielo in cui vola, con eletto artistico pensiero, è formato da un vistoso pezzo di preziosissimo Lapislazzoli. Questo Tabernacolo apparteneva un tempo alla Chiesa di Quero, prima che ricevesse in dono il suo magnifico colossale che di presente possiede. L’altar maggiore al par degli altri, è eretto alla romana, cioè interamente staccato dalla parete, e la pittura ad olio in tela sovra l’altar maggiore rappresenta la Vergine Madre col divino Infante avente al lato destro il Titolare e Patrono S. Martino, ed al sinistro S. Antonio Abate Contitolare; ed è pregiata opera dei Da Ponte di Bassano, o certo del Tiepolo loro imitator valentissimo”. La chiesa di Rasai non risulta particolarmente fornita di sacri arredi ma è comunque degna di nota un’antica pianeta in velluto amaranto per una gran croce di finissimo ricamo alla gotica con filo d’oro e immagini di vari santi. Chiudiamo con alcune date significative: San Martino di Rasai venne solennemente consacrata nel 1455 da Giacomo Zeno Patricio Veneto, Vescovo di Feltre e Belluno, poi Vescovo di Padova. Il 10 giugno 1621”Decreto vescovile di atterrare l’antica Chiesa, eccetto il coro e d’erigerne una nuova e più ampia col concorso alla spesa di tutti i villaggi della Parrocchia Seren Caupo e Porcen”. Giusto tre anni dopo “per licenza superiore ed ordine di Monsignor Vescovo di Feltre Agostin Gradenigo Patricio Veneto ex Canonico di Padova dopo cantata la Messa dello Spirito Santo nella Chiesa vecchia, alla presenza di molti e vari testimoni di Feltre e della Parrocchia, Don Bartolomeo Salce Rettore pose solennemente la prima pietra della nuova Chiesa di San Martino di Rasai, sotto l’invocazione dei due Santi Contitolari e Compatroni Martino Vescovo ed Antonio Abate”. E veniamo alla dedicazione ricordata in apertura: domenica 3 settembre 1635 “dopo 11 anni di lavoro a più riprese intermesso in causa dalla ritrosia dei villaggi nel concorrere alla spesa della edificazione della nuova Chiesa, e ci dovean essere costretti con gravi decreti e la cominatoria di pene civili ed ecclesiastiche, che qui sarebbe troppo lunga e nojosa cosa il narrare, o il trascrivere gli atti di quelle liti; finalmente il giorno suddetto essendo convenientemente terminato il sacro edifizio fu consacrata la nuova Chiesa da Monsignor Vescovo di Feltre Giovanni Paolo Savio; e il dì seguente dal medesimo fu benedetto solennemente il Cemeterio che circondava la Chiesa stessa. Esistono in quest’uffizio le lettere curiali, ed era parroco a quel tempo il benemerito zelantissimo Don Bartolomeo Salce. Ex Archivjo Parrocchiali”. Numerose altre date nella “Storia” richiamano eventi importanti legati alla chiesa e alla comunità di Rasai. Non mancherà occasione, speriamo, per riferirne.
NELLE FOTO (Sito parrocchiadirasai-altervista.com; Gabri): esterno della parrocchiale di San Martino di Rasai; l’arciprete Giovan Battista Segato; interni dell’edificio sacro con alcune delle opere d’arte che vi sono conservate.