di RENATO BONA
“Boschi e pascoli d’Alpago” è il titolo di un’interessante libretto di settanta pagina edito nel mese di agosto del 1996 per la serie “I quaderni” (stampa tipolitografia editoria Dbs di Rasai di Seren del Grappa) da Comune e Pro loco di Puos d’Alpago col contributo di Cariverona banca spa. Gli autori di testi, ricerche d’archivio, schede tecniche, progetto grafico e raccontini: Egidio Bino, Aldo Collazuol, Davide Davià. In copertina una splendida panoramica di Pieve d’Alpago alle pendici del Monte Dolada. Nell’introduzione, gli allora sindaco, Antonio Barattin, e assessore alla cultura, Giacomo Bortoluzzi, evidenziavano come Collazuol e Davià offrono uno studio su boschi e pascoli della Conca “che unisce al rigore della ricerca storica d’archivio le suggestioni che ci immettono nel passato permettendoci di riviverlo e di personalizzarlo”. Infatti: “Solo la conoscenza di una determinata realtà ci permette di amare, valutare, trarre insegnamento, progettare per il futuro”. E così, fra l’altro, “Il ruolo della Serenissima nella gestione del bosco del Cansiglio (interessata), le dispute per i tagli del legname, i compromessi sui pascoli, si intrecciano con la storia, con le tradizioni rurali e le note di folklore degli alpigiani della nostra conca nel periodo veneziano”. I due amministratori aggiungevano che “Le schede tecniche sulle specie forestali curate da Egidio Bino e l’originale impostazione dei racconti nella terza pagina del volumetto, dove annotazioni d’archivio e immedesimazione fantasiosa rendono gradevolissima la lettura, imprimono al ‘Quaderno’ un ulteriore interesse e valore apprenditivo” e concludevano esprimendo la soddisfazione della civica amministrazione per la pubblicazione “certa di rendere un servizio a quanti hanno a cuore il patrimonio di valori che caratterizzano il nostro lembo di terra bellunese”. A loro volta, gli autori, nell’introduzione, spiegavano di aver inteso “analizzare i problemi legati alla gestione dei boschi e degli altri beni in uso collettivo, mettendoci dalla parte di chi viveva quotidianamente i problemi della vita nel contado e non secondo l’ottica di chi comandava o governava”. Una precisazione di Bino, Collazuol, Davià; i riferimenti storici sono soprattutto quelli del periodo veneziano; Venezia, certo, ha saputo inserirsi in un tessuto sociale senza creare sconvolgimenti; la cosa ha senz’altro fatto piacere a chi aveva dei privilegi, ma ha sempre fatto felici le comunità rurali?”. E puntualizzavano: “Per dare un taglio originale al Quaderno nella prima parte abbiano preso in considerazione gli aspetti legati all’uso dei beni comunali, rimandando ad altri studi di storia locale un discorso più ampio sulle regole in Alpago. Poi abbiano percorso, viaggiando nel tempo e nello spazio, un pezzo di pedemontana”; nella seconda, “abbiamo parlato del Cansiglio secondo un’impostazione marcatamente ‘alpagota’, sempre supportata da documenti storici. Questa sezione è arricchita da alcune note tecniche che hanno anche la funzione di legare il passato al presente”. E in conclusione “sono stati inseriti dei raccontini (tratti da Settegi Dolomiti, il settimanale che ho avuto il piacere di dirigere – ndr.; eccoli: “La polenta taragna”, “Andrea Spert”, “Venezia”, “I ricci della Salsa”, “Dovevamo organizzare”, “Uomini come lupi”, “Spert, paese ai margini del Cansiglio”, “Il caso è archiviato”, “Il copista”, “Documenti”) che hanno una parte tratta da brani d’archivio; abbiamo scelto di usare anche il linguaggio evocativo per analogia, che in qualche modo imita il linguaggio non verbale, lasciando al lettore una certa libertà interpretativa”. Sicuramente – concludevano – qualcosa può essere frainteso o mal interpretato ma ci piace l’idea di evocare, accanto ad episodi storici avvenuti, immagini ambigue come la vista di un paesaggio al crepuscolo”.
NELLE FOTO (riproduzioni dal libro “Boschi e pascoli d’Alpago”): la copertina della pubblicazione di Comune e pro loco di Puos; una panoramica di Alpaos; e quella di Curago in primo piano con Plois sullo sfondo; casera lungo la Pedemontana; il Dolada, la Montagna del vescovo e il Col Mat; Alpago visto dal Col Nudo; una vecchia “calchera” a La Secca; il Bosco del Cansiglio dal monte Guslon; … e visto da Puos; faggi secolari; Bosco del Cansiglio in versione invernale; pascolo lungo la pedemontana; pedemontana vista dal Dolada; verso il Col Nudo; sentiero ai margini del Cansiglio; Borsoi: “al Fosal de la Ciara”; Romascienz.