di Renato Bona
Anche il caro amico di chi stende queste note, Dario Fontanive, classe 1961, di Canale d’Agordo (diploma in fotografia all’istituto tecnico “Cesare Correnti” di Milano, giornalista pubblicista dal 1988 e dal 1991 accademico del Gruppo italiano scrittori di montagna, numerosi articoli e libri all’attivo, rivolti in particolare agli aspetti e alle problematiche della montagna agordina), ha concorso, con gli artisti Augusto Murer, Giuseppe Loss, Giuliano De Rocco, Aldo Zasso e Luciano Piani ad impreziosire il libro “Breve storia dell’Agordino” edito nel marzo 1989 per i tipi della tipografia Piave di Belluno, del quale è stato autore apprezzato l’agordino prof. don Ferdinando Tamis. Ed ha fornito, Fontanive, le immagini fotografiche dell’ultima parte del volume, che inizia col capitolo”La Rocca di Pietore” e precede la conclusione del lavoro di Tamis, dedicata alla figura di “Il Ciorca” di cui vi è un disegno del 1989 di Piani. Chi era “Ciorca”? “Alto e ossuto, con i lineamenti grossolani e marcati – si legge nel libro – aveva lo sguardo minaccioso. Era sordomuto ed emetteva suoni gutturali che impressionavano. Appoggiato a un grande alpenstock, conduceva vita randagia, riposando nei fienili e nelle grotte che lui sceglieva e prendevano poi il suo nome. Portava con sé un ‘darlìn’, vecchio e sbrindellato, che riempiva di quello che la gente gli dava. Al suo apparire nessuno fiatava per timore di una possibile reazione, e i bambini si nascondevano. Era di Col di Pra (Taibon) e raccontano che ai compaesani di Lagunaz e Pra facesse sempre cenno del pericolo dell’enorme frana, che incombeva sui due villaggi e precipitò nella notte dal 2 al 3 dicembre 1908, distruggendo le due borgate e facendo molte vittime. Egli si salvò, perché dormì quella notte in un fienile di Listolade. Morì ad Agordo, travolto dalla ‘decauville’ (ferrovia a scartamento ridotto il cui binario è formato da elementi prefabbricati che possono essere montati e smontati velocemente – ndr.) durante la guerra mondiale. Pochi lo ricordano, ma per molti è rimasto una leggenda”. La prima delle sette foto di Dario Fontanive – che propongono costruzioni, utensili, attrezzi tutti testimonianza del tempo andato – è contrassegnata dal numero 17 e presenta un rustico di Sappade in comune di Falcade; c’è poi quella numero 18, che propone la ‘bariza’, botticella che serviva a portare l’acqua in montagna; la figura 19 si riferisce all’interno di un tabià mentre la 20 ci mostra un antico battente; segue la 21, dedicata ad un portale in pietra di Falcade; mentre la 22 ci fa vedere, da Bramezza di Rocca Pietore, i primi fumaioli o comignoli, introdotti nel XIV secolo: erano a forma di tubo o torricella; la rassegna si conclude con l’immagine numero 24, relativa ad una credenza artigianale. Dato a Fontanive quel che è di Fontanive, e ricordato che di Augusto Murer e di Giuliano De Rocco, che hanno valorizzato il libro di don Tamis con i loro dipinti, e dei quali ci siamo occupati in precedenti servizi, volentieri ricordiamo che quella che nel volume è indicata come la figura 7, ripresa dal periodico “La rassegna economica” del settembre-ottobre 1969 ci mostra l’“Om salvàrech; la 8 propone il castello di Andraz prima del suo abbandono (tratta da Giuseppe Loss: Livinallongo e il Castello di Andraz); la 15 i disegni di Aldo Zasso, 1983, con, il “brent”, grande vasca di pietra per l’abbeveratura dei bovini e, infine, la 16 che riproduce il luogo pubblico per lavare i panni. In appendice, una nota dell’autore: “Compilata in forma breve la ‘Storia dell’Agordino’ fino ai tempi nuovi, o moderni, rimaneva da segnalare la bibliografia più significativa per introdurre alle conoscenza del secolo XIX”. Eccola, dunque: “I moti Agordini del 1848”, numero unico del periodico ‘El Brandol’, agosto 1948; “Il Contributo dell’Agordino per l’indipendenza ed unità d’Italia 1848-1866”, Belluno 1966; “Centenario dell’Istituto Minerario di Agordo”, Belluno 1967 (in collaborazione); “La Sezione Agordina 1868-1968”, Bologna 1968 (in collaborazione); “Il sacerdote del cooperativismo”, Belluno 1972; “La Prima Cooperativa di Consumo”, Belluno 1972; “L’opera sociale di don Antonio Della Lucia”, Belluno 1972; “Il Palazzo Crotta”, in Archivio storico di Belluno, Feltre e Cadore, 1964 numero 169; “Artisti Agordini”, Belluno 1973 (in collaborazione).