AGORDO “Quando i miei figli di 6 e 9 anni sono arrivati a casa mi hanno espresso la loro sorpresa e tristezza per il gesto che in sè non è nulla di grave, nel senso che non ci sono stati danni, ma loro hanno capito che si è trattato di una mancanza di rispetto e non nascondo quanto ci siano rimasti male” Chi parla è Mara, una mamma, anche lei giovane, cresciuta lungo quella strada di Via Calzon verso l’ex Istituto Minerario e l’ospedale di Agordo, dove da anni insiste un capitello con all’interno il Cristo, da ieri il Cristo con la mascherina dei tempi moderni. Nessun atto vandalico, danni o scritte Scritte non ce ne sono, almeno quello diversamente da quanto riscontrato pochi giorni fa ad Alleghe con un Sant’Antonio bruciato con l’accendino. “Comunque – conclude Mara – la mascherina non ha mancato di turbare i miei figli, che sono piccoli, e hanno capito forse più di tanti più “anziani” di loro che cosa sia il rispetto”