di Renato Bona
L’amico e collega Egidio Pasuch ha firmato il capitolo “Il dopoguerra nei diari di mons. Luigi Fiori (1919-1927)” parte importante del libro “Sedico e la sua chiesa” edito (ottobre 1989, tipografia Piave di Belluno, copertina della pittrice Annamaria Lovatel Teasani) a cura della Parrocchia – col contributo della Cassa di Risparmio, del Comune, della Comunità montana bellunese, delle Parrocchie di Bribano e di Roe- in occasione del cinquantesimo della consacrazione dell’arcipretale di Santa Maria Annunziata”. Undici pagine con una serie di eventi, situazioni, persone e con una interessante descrizione del panorama socio-economico del primo dopoguerra senza trascurare, anzi, il quadro politico “non meno interessante, ricco di rivolgimenti e di novità”. Fra queste le prime elezioni politiche dopo la Grande guerra, fissate per il 16 novembre 1919 I socialisti “grazie anche ad un preciso gioco di preferenze riuscirono a far eleggere tre rappresentanti bellunesi (Santin, Basso e Vigne) contro i due soli della provincia di Udine”. Pasuch scrive che i socialisti “pescarono i loro consensi soprattutto tra gli operai e, prendendo a pretesto le difficoltà della ricostruzione, organizzarono per la fine di novembre una grande manifestazione alla quale parteciparono tutti e tre i candidati socialisti ed una numerosa folla”. Intanto a fianco del processo di sviluppo della cooperazione, vennero sviluppandosi anche le organizzazioni cattoliche che si preparavano per le amministrative del 1920. Proposto dal socialista Vigne, dal 23 al 27 luglio di quel 1920 venne proclamato lo sciopero generale che registrò la massiccia partecipazione di operai e dipendenti statali ma soprattutto di disoccupati. E con i ferroviari trevigiani che si rifiutarono di trasportare a Belluno due treni speciali di carabinieri mobilitati in vista di eventuali disordini. Infatti. “Ovunque in provincia vi furono infiammati comizi e gli stessi cattolici sottolinearono l’ammissibilità di tale forma di lotta”. Non mancarono i tafferugli ed a Santa Giustina vi furono anche quattro morti. In autunno, alle amministrative, i socialisti conquistarono la Provincia ed i principali comuni del Bellunese; unici avversari erano i cattolici. Ma… I vincitori delle elezioni “fecero subito sentire il nuovo orientamento che male fu accettato dalla gente”. L’insegnamento religioso, ad esempio, venne proibito nelle scuole dei comuni dove i socialisti avevano conquistato ma maggioranza assoluta e così nel partito cominciarono crisi interne… E i fascisti? Pasuch sostiene che “con tutta probabilità i primi vennero da fuori e non furono bene accolti. Il fascismo, fin dalle sue origini, attecchì soltanto in qualche zona del Cadore”. Dopo questa “introduzione” ecco passi del diario di monsignor Fiori dal 1919 al 1927, con appunti che in seguito si tradussero in periodiche pubblicazioni che dettero vita al Bollettino Parrocchiale. Una precisazione: il prezioso manoscritto è contenuto in “Note storiche parrocchia di Sedico dal 1919” conservato nell’archivio parrocchiale. E una premessa: “Il 23 gennaio 1919; don Luigi Fiori, figlio di Tomaso e di De Lotto Giovanna, nato a San Vito di Cadore il 4 giugno 1883, ordinato sacerdote il 23 dicembre 1905… assume oggi la cura di questa Parrocchia in qualità di delegato vescovile – ricevendola dalle mani del M.R. Isidoro Discardi parroco di Alano di Piave profugo da quella Parrocchia in causa dell’invasione austriaca e costituzione della linea di combattimento del Piave e del Grappa – e reggente interinale di questa Parrocchia”. Ancora dal Diario di Fiori: “Dopo una serie lunga di pratiche piuttosto laboriose… viene istituita una Cooperativa popolare di consumo con indirizzo cristiano , vincendo non pochi tentativi avversari, che la volevano neutra ed indipendente dalle organizzazioni cattoliche”. Iniziano i lavori di restauro della parrocchiale. A luglio restauri nelle chiese di Bribano, Landris, Longano e in quella quasi cadente di San Pietro in Corona… Ottobre: viene istituita in Parrocchia la sezione delle madri e vedove di guerra “allo scopo di suffragare i caduti, di aiutare i bisognosi e di curare il bene degli orfani di guerra”. Novembre: elezioni politiche: maggioranza dei voti ai socialisti, secondi i “Piertriboniani” e terzi i Popolari. 1920: il 6 gennaio, dopo il canto dei Vespri, don Luigi Fiori eletto arciprete di Sedico con Bolla papale assume l’investitura della Parrocchia dalle mani di mons. vicario generale don Rizzardini Pietro”. 10 febbraio: arrivo del vescovo mons. Giosuè Cattarossi ed apertura della visita pastorale. Il 12 il presule cresima 330 fra fanciulli e fanciulle dei quali 303 della Parrocchia di Sedico. 23 giugno: sciopero generale in provincia motivato dalla grande disoccupazione operaia, dal mancato pagamento da parte del ministero delle Terre liberate dei lavori fatti e della tardiva liquidazione dei danni di guerra. “Anche in questa parrocchia tutti scioperano meno i contadini. Si tengono comizi pubblici contro il divieto del Prefetto. Oratori socialisti parlano agli operai contro il governo, contro la guerra, contro i ricchi e non manca qualche spunto contro la chiesa ed il clero”. E annota ancora: “E’ proibita la circolazione delle automobili, degli autocarri, delle motociclette e delle biciclette. Circolano però quelli dei socialisti. Un triste spettacolo: operai in massa – compresi anche quelli cattolici ed ascritti ad associazioni Cattoliche – si schierano, forzati dalla guardia rossa, dietro la bandiera rossa. Per le strade passano anche cortei al canto di ‘Bandiera rossa’. E’ organizzata la guardia rossa che ispeziona negozi e laboratori perché nessuno lavori”. Il 24 giugno: Lo sciopero continua, gli animi sono eccitati. La bandiera rossa è issata sul municipio. Altri comizi”. Per il 25 dello stesso mese mons. Fiori rammenta che: “Alla una di notte si fa brillare un tubo di gelatina su il davanzale di una finestra del sig. Augusto Pasa. Nessuna vittima, pochi danni. Resta l’impressione sinistra nel paese. Si odono scoppi di esplosivi su la linea ferroviaria. Comizi e dimostrazioni anche oggi. La bandiera rossa è tolta dal Municipio per ordine del Prefetto”. Passa poi al drammatico giorno 26: “Alla mattina grande fermento. Con violenza si vuol suonare la campana della Parrocchia. Una lunga colonna di dimostranti si dirige a Santa Giustina – armati di bastone – per una dimostrazione contro le organizzazioni cattoliche di quella Parrocchia. Poco dopo il mezzogiorno si ode lo sparo della mitragliatrice. Giunge la notizia che a S. Giustina la forza pubblica spara contro i dimostranti di Sedico e Sospirolo e S. Giustina. Alla sera si appurano i seguenti fatti: i dimostranti disarmarono i Carabinieri e disarmarono i sopravvenuti rinforzi di truppa; altri rinforzi minacciati ancora apersero il fuoco contro i dimostranti. Fu uno sgomento generale ed un fuggi fuggi per la campagna. Dei dimostranti di Sedico molti il Cordevole, pochi ritornano per la strada. Quaranta restano feriti e sessanta vengono arrestati, fra i quali alcuni della Parrocchia. Quattro restano morti, dei quali due della Parrocchia: Triches Domenico di Longano e Fiabane Francesco di Landris. In paese l’impressione è profonda. I dimostranti giungono alla spicciolata, spaventati”. Seguono, fra l’altro, aggiornamenti sui lavori nelle chiese, l’inaugurazione delle nuove campane al posto di quelle trafugate dagli austriaci, la visita del vescovo Giosuè Cattarossi e, per il 28 ottobre, il racconto in terza persona di Fiori: “Di sera lo scrivente mentre ritornava da Bribano in motocicletta, all’altezza di Mezzaterra fu investito da un’automobile. Raccolto a trasportato all’ospedale di Belluno gli furono riscontrate fratture multiple ed esposte alla gamba destra e rimase nell’ospedale… una gravissima infezione ritardò la guarigione… Dopo una degenza di ben 5 mesi e mezzo fu trasportato in Parrocchia. Verso gli ultimi di maggio incominciò a celebrare la S. Messa in canonica ed il giorno del Corpus Domini fece la prima comparsa nella chiesa parrocchiale per assistere nel banco alla funzione delle 10”.
NELLE FOTO (riproduzioni dal libro”Sedico e la sua chiesa” e sito Facebook): la copertina del volume edito per il 50. di consacrazione dell’arcipretale; Egidio Pasuch, autore del capitolo “Il dopoguerra nei diari di mons. Luigi Fiori (1919-1927)”; immagine di monsignor Luigi Fiori arciprete a Sedico dal 1919 al 1954; un tratto della ferrovia che un tempo univa Bribano ad Agordo; anno 1929: foto di gruppo della Società operaia cattolica di mutuo soccorso, In prima fila, seduto, a destra: mons. Luigi Fiori, sullo sfondo la bandiera; la chiesetta di San Pietro in Corona, ritenuta la più antica della zona e prima parrocchiale di Sedico, dove, riparati dal portico, i viandanti vi sostavano prima di continuare il cammino verso l’Agordino; riproduzione dell’invito – con vecchia immagine della parrocchiale – spedito ai parrocchiani di Sedico per ottenere la collaborazione in vista di una pesca di beneficenza.
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