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VENEZIA Il futuro della rete autostradale veneta continua a essere un tema di grande interesse e dibattito. Alessandro Piras, segretario generale della Filt Cgil Veneto, sottolinea l’importanza di guardare oltre le singole concessioni in scadenza, per concentrarsi invece sulla pianificazione complessiva delle infrastrutture autostradali della regione. In occasione del convegno “Ruoli e attori delle politiche dei trasporti in Veneto”, la Filt Cgil ha ribadito che il valore di una rete infrastrutturale si misura in termini di efficacia, efficienza e reale beneficio per cittadini, lavoratori e imprese. In questo contesto, Piras ha espresso apprezzamento per l’intervento del Presidente della Regione, Luca Zaia, il quale, pur riconoscendo la libertà del mercato dei concessionari, ha ribadito il ruolo centrale del settore pubblico nella garanzia dell’interesse collettivo. D’altro canto, Piras critica coloro che mettono in competizione le diverse tratte autostradali, basandosi su criteri come traffico o profitti, senza considerare il loro impatto strategico per lo sviluppo industriale e territoriale. Alessandra Fontana, della Filt Cgil Veneto, ha evidenziato l’importanza di infrastrutture come la Pedemontana, che potrebbe non essere particolarmente redditizia per il traffico veicolare privato, ma che risulta essenziale per il trasporto pesante e per decongestionare la A4. Ha inoltre posto l’accento sulla situazione della A22, i cui enormi ricavi da traffico contrastano con la realtà della A27, ancora carente di prospettive concrete per il suo sviluppo. In particolare, il Veneto rimane l’unica regione del Nord senza un proprio valico, una questione che è stata discussa anche a livello politico. Recentemente, il Presidente Zaia ha ipotizzato un prolungamento verso nord della rete autostradale, un’idea che era già stata sostenuta dall’attuale Ministro Salvini quando era parlamentare europeo. La speranza della Filt Cgil è che la discussione sul rinnovo delle concessioni autostradali possa finalmente includere anche questo tema, evitando che venga nuovamente diluito in progetti poco utili e con alto impatto ambientale. Il rischio, in caso contrario, sarebbe quello di un ulteriore impoverimento del territorio e della perdita di interi distretti produttivi. La Filt Cgil del Veneto si dice pronta ad affrontare questa sfida per il rilancio del territorio e chiede l’istituzione di un tavolo di confronto tra tutti gli attori coinvolti, incluse le parti sociali. Qualora la Regione non dovesse attivarsi in tal senso, il sindacato si impegna a farsi promotore del dibattito, nell’interesse del mondo del lavoro e della sopravvivenza economica del Veneto.
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