GOSALDO Hanno forzato la porta d’ingresso di una baita abbandonandone al suo interno un cervo morto, forse sono stati i bracconieri con lo scopo di tornare successivamente per recuperare il palco di corna una volta che il corpo dell’animale risulti decomposto. Senza dubbio l’animale è stato ammazzato da un proiettile a pochi giorni dall’apertura della stagione venatoria “Ho letto spesso delle malefatte sanguinarie di certi appassionati del fucile, ma mai avrei pensato che un episodio del genere potesse toccarmi – dice Sarita Graziani – da poco mio marito ha ereditato una casera nei boschi sopra Renon, territorio che una volta diventava “residenza estiva” per le famiglie locali, che vi si trasferivano con le loro mucche una specie di alpeggio con casera e stalla. Questo fine settimana mio marito, insieme a mio figlio, sono andati a fare un sopralluogo, curiosi ed entusiasti, pregustando il posto, ma consapevoli che, dopo Vaia la casera poteva anche essere diventata un mucchietto di sassi e “breghe”. Una volta aperta la porta della casera la sorpresa, all’ interno è stato portato un cervo. Fucilato! e in decomposizione”. Un gesto grave da denuncia penale, gente che gira armata per i boschi, che abbatte un’animale e che danneggia una propietà privata. “Disprezzando così tanto la proprietà altrui – continua Sarita Graziani – quanto la vita di quel povero cervo, ucciso, probabilmente solo per il suo palco di corna, lasciato li impietosamente a decomporsi, in attesa di poter tornare sul posto, riviolare la proprietà privata e appropriarsi del macabro trofeo”. Il fatto è stato denunciato agli organi competenti “Il lupo uccide per sopravvivere e ci sono indennizzi, l’uomo per sfizio e noi gente comune non veniamo risarciti. L’animale andrà rimosso, ma chi toglierà dagli occhi di mio figlio quella scena? Chi avrà voglia di rientrare in quel posto?”.