BELLUNO Il presidente della Provincia di Belluno Roberto Padrin ha voluto scrivere una lettera a tutta la popolazione bellunese in occasione della Pasqua.
LA LETTERA
Ne usciremo, sono convinto.
La situazione che stiamo vivendo avrà una fine. Però dobbiamo essere consapevoli che occorre la disponibilità da parte di tutti a “stringere i denti” in questo momento e la collaborazione attiva di tutte le componenti sociali ed economiche per programmare fin da ora la ripartenza. Serve davvero la collaborazione di tutti, per ridurre gli effetti economici e sociali che la pandemia produrrà inevitabilmente anche nella nostra provincia.
Da soli non ce la faremo. Avremo bisogno di sostegno da parte dello Stato e della Regione, e ovviamente anche dell’Europa, che dovranno intervenire in maniera importante affinché l’emergenza di oggi non diventi la causa di una desertificazione del nostro territorio. Per questo invito tutte le istituzioni, le forze economiche, sociali e la politica all’unità, alla coesione, al superamento di ogni polemica. Superare i campanilismi e le ideologie di parte dovrà essere il motore per cominciare a correre nella stessa direzione, per ricostruire insieme. La nostra provincia ha saputo rialzarsi dal disastro del Vajont e dalla distruzione di Vaia. Saprà rialzarsi anche questa volta.
In questa fase stiamo producendo uno sforzo che mette a rischio i nostri modelli di vita consolidati, ma è un esercizio essenziale sotto l’aspetto sanitario. Dobbiamo osservare “misure” effettivamente stringenti, rigide, ma che tutti, con senso di responsabilità e rispetto verso il prossimo, dobbiamo comprendere e adottare, coscienziosamente. Non c’è altro modo, nel breve periodo, per disinnescare il contagio e la diffusione della malattia. E lo dobbiamo anche ai medici, agli infermieri, agli operatori sanitari, a tutti coloro che stanno facendo uno sforzo immane per aiutare chi sta male e chi soffre.
L’emergenza potrebbe non essere breve. Lo sappiamo, o meglio cominciamo a capirlo. Ma i sacrifici che stiamo facendo sono assolutamente fondamentali per uscirne il prima possibile. Dovranno essere sostenute le nostre comunità e le nostre economie; mi riferisco in particolare alle comunità delle nostre valli e alla loro economia, essenziale per mantenere il presidio del territorio, già penalizzato nel passato da imponenti emigrazioni.
Penso, in questo momento, agli sforzi e alle preoccupazioni di chi si trova a dover reggere i costi fissi di attività produttive e commerciali; penso agli imprenditori grandi e piccoli, agli artigiani, ai professionisti; penso ai commercianti già provati dalle trasformazioni dei consumi che ne hanno ridotto le potenzialità di impresa; penso agli albergatori e agli operatori turistici che stanno pagando la chiusura anticipata della stagione invernale. Rifletto sulle difficoltà che pesano su tutti i lavoratori, autonomi, dipendenti e collaboratori. Penso alle famiglie, che cominciano a vivere situazioni di difficoltà dovute al fermo di quasi tutte le attività. Purtroppo, oggettivamente, non c’era alternativa. Occorre però non fermarsi, non demordere, e fare di tutto, oltre il possibile, perché il motore resti acceso, perché l’economia possa ripartire. Sono convinto che l’Europa, dopo le prime incomprensioni politiche, attiverà un piano di ricostruzione economico-finanziaria comunitario e ripartiremo anche noi alla pari con gli altri Paesi europei; forse prima, perché prima usciremo dalla crisi sanitaria.
La salute è al primo posto. Ma già da subito dobbiamo pensare a tutelare le attività economiche, produttive e commerciali: nessuna impresa, nessun artigiano, commerciante, professionista, e nessun lavoratore del territorio bellunese dovrà sentirsi solo. Le difficoltà vissute da ogni singolo imprenditore in situazione di emergenza economica sono un problema collettivo di cui tutti dobbiamo essere consapevoli. Per questo assicuro ai lavoratori, agli imprenditori e agli operatori economici che la Provincia cercherà di fare da collettore di ogni singola problematica, di ogni singola esigenza, per individuare soluzioni specifiche, utili a superare le difficoltà che incontreremo inevitabilmente. Aspetto per questo indicazioni e suggerimenti, in particolare da parte dalle organizzazioni di categoria, dalle rappresentanze sociali e dalle istituzioni, sindaci in testa. Occorreranno risorse, ma occorrerà anche mettere in campo tutta l’intelligenza di cui disponiamo, tutta l’inventiva, l’imprenditorialità e la volontà di lavorare che la nostra storia porta scolpite nell’identità bellunese. Dobbiamo infatti essere consapevoli che i cambiamenti determinano anche straordinarie opportunità, soprattutto per le nuove generazioni, ma non solo. Sin da adesso dobbiamo prepararci a cogliere queste occasioni, immaginando un ruolo diverso per il nostro territorio. Il motore del turismo, oggi spento per l’impossibilità di muoversi e viaggiare, dovrà essere una delle leve fondamentali su cui costruire la ripresa economica. Anche immaginando nuovi scenari e nuove declinazioni dell’ambiente montano, che dopo questa pandemia potrà essere ancora più appetibile per l’aria buona e i ritmi lenti dei boschi e delle acque dei torrenti. E poi, abbiamo davanti due eventi di portata planetaria come i Mondiali 2021 e le Olimpiadi 2026 che metteranno il nostro territorio sotto i riflettori di tutto il mondo: dovremo essere pronti a cogliere queste grandi opportunità.
Non illudiamoci: ci saranno ancora molti momenti difficili per tutti, ma ce la faremo. Anche grazie all’alto valore delle nostre istituzioni locali. I sindaci rappresentano da sempre il riferimento territoriale più vicino ai bisogni della comunità nell’assicurare servizi e sostegni. Lo saranno ancora di più in questa difficile situazione, parallelamente alla Regione Veneto. In un momento come questo i servizi e la vicinanza delle amministrazioni locali sono la catena fondamentale per la tenuta sociale.
La provincia di Belluno è un territorio meraviglioso e straordinario, fatto di persone che hanno sempre dimostrato dedizione e amore per la propria terra, forza di volontà, inventiva e capacità lavorativa. È doveroso, anzi un obbligo, mantenere unita questa meravigliosa terra con le sue comunità e le sue secolari regole di vita civile: si tratta, a mio avviso, della prima e fondamentale condizione per riuscire in questo immenso sforzo che ci aspetta per le settimane e i mesi a venire.
Ora però ognuno di noi dovrà fare la propria parte. Ne usciremo probabilmente diversi, ma forse anche migliori.Con gli auguri di una serena Pasqua,Roberto Padrin
Presidente Provincia di Belluno
Il pensiero è andato anche ai volontari della Protezione Civile che lavorano all’Ospedale di Belluno. Padrin e l’assessore Bortoluzzi hanno volto fare un omaggio a gli uomini e le donne impegnati in questa emergenza
IL VIDEO DI ROBERTO PADRIN ALLA POPOLAZIONE