di Renato Bona
Preziosa fonte di notizie, non solo di carattere religioso, il sito diocesano “chiesabellunofeltre” annuncia che a seguito del progetto “La Cappella degli Scrovegni: un’affascinante risorsa per tutta la scuola veneta, a 750 anni dalla nascita di Giotto”, che era stato realizzato a Belluno nel 2018, il Centro Culturale “Terzo millennio” di Chioggia e la Chiesa di Belluno-Feltre propongono una mostra analoga dal titolo “Il mistero della salvezza nei mosaici di san Marco”. L’iniziativa sarà attuata nella Chiesa di San Rocco a Belluno, dal 23 aprile al 10 maggio prossimi, con il coinvolgimento attivo di studenti delle scuole superiori per le visite guidate (si tratta di studenti delle superiori bellunesi che partecipano al “progetto di Pcto”). La mostra, che propone i mosaici della Basilica di san Marco su 40 pannelli e 4 gigantografie, sarà aperta al pubblico – accesso gratuito – tutti i giorni, appunto dal 23 aprile al 10 maggio, con orario 9-12,30 e 14,30-18. E’ necessaria la prenotazione per gruppi superiori a sette partecipanti; si potrà perfezionarla utilizzando il sito: ufficio scuola.diocesi.it/prenotazioni. Naturalmente sarà possibile accedere alla chiesa osservando il protocollo anticovid. Restando in tema di opere d’arte va segnalato il nobile gesto di mons. Attilio Giacobbi, canonico della cattedrale-basilica di Belluno, il quale ha fatto dono al Museo Diocesano di Feltre di quattro opere provenienti dalla sua personale collezione. Si tratta – come spiega mons. Giacomo Mazzorana, direttore dell’Ufficio beni culturali e arte sacra, direttore del Museo diocesano di arte sacra, canonico della Cattedrale ed amministratore parrocchiale di Paderno – di: “Emmaus – Gesù risorto si fa riconoscere da due discepoli la sera di Pasqua”, di Carlo Capobianco, realizzata nel 2005 (e pubblicata due anni fa dal ricercatore bellunese Vincenzo Caputo nel suo libro “Belluno. Vita di Gesù e della Madonna in immagini nelle opere d’arte bellunesi” (del quale abbiamo ampiamente trattato in precedenti servizi – ndr.). Il dipinto – scrive ancora don Mazzorana – figura accanto a nomi del passato quali: Paris Bordon, Frigimelica il Vecchio, Cesare Vecellio e Gaspare Diziani, e ad artisti più recenti come: Franco Fiabane e Massimo Facchin. Dello stesso autore la seconda opera che “rappresenta il mistero della ‘Luce dell’Annuncio del Regno’ con un commento alla parabola del seminatore. Gli altri due doni sono delle icone. La prima è una copia recente e già esposta alla Galleria De Luca di Borgo Pra di Belluno, sul tema: “Cristo Pantocratore”, tratto da un originale del 1262 dipinto ad Ocrida al tempo dell’arcivescovo Cavasilas, con modellati più tridimensionali rispetto al linearismo dei Comneni. L’ultima icona è più antica e presenta due episodi: in piccolo a sinistra il Battesimo di Cristo e al centro la Discesa agli inferi e l’incontro in particolare con Adamo ed Eva, caratterizzati da scritte che sono però presenti in tutta l’icona in un cirillico non classico, ma demotico o popolare”. Torniamo alla chiesa di San Rocco e, sempre dal sito “chiesabellunofeltre” ecco un altro annuncio: “Preghiera per la pace” sabato 9, inizio alle 20,30, che sarà guidata dal vescovo monsignor Renato Marangoni, accogliendo l’invito della Conferenza episcopale italiana a “vivere un momento di preghiera per la pace all’inizio della Settimana Santa, sabato o domenica, con questa traccia di preghiera tratta dall’enciclica “Fratelli tutti” di Papa Francesco: “Ogni generazione deve fare proprie le lotte e le conquiste delle generazioni precedenti e condurle a mete ancora più alte. E’ il cammino. Il bene, come anche l’amore, la giustizia e la solidarietà non si raggiungono una volta per sempre;vanno conquistati ogni giorno”.
NELLE FOTO (dal sito chiesabellunofeltre e Archivio Comune di Belluno): un mosaico che sarà esposto nella chiesa bellunese di San Rocco; la facciata dell’edificio sacro nella piazza dei Martiri; mons. Attilio Giacobbi: sua la donazione di 4 opere; immagine di M. Paladino: da “Messale Romano”, terza edizione 2020; il logo accostato alla “Preghiera per la pace” di sabato 9, guardando anche alle nuove generazioni.
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