DALLA FP CGIL VENETO
VENEZIA A tre settimane dall’emergenza Covid-19 le misure di protezione del personale dipendente dal SSR che presta attività assistenziale e di front office a diretto contatto con il pubblico, è grave. Sono scarse le forniture alle aziende sanitarie di tutti i DPI specifici (tute, occhiali, guanti, calzari, mascherine FFP2 e FFP3) che, ci riferiscono gli operatori, sembrano continuare nelle stesse quantità pre-virus. Ma è assente o limitatissima nei reparti la presenza perfino delle mascherine chirurgiche che dovrebbero essere consegnate a tutti gli Operatori che lavorano a stretto contatto con pazienti o con il pubblico. Le indicazioni della Regione Veneto agli Operatori Sanitari sono chiare ed inflessibili: la protezione con mascherina FFP2/FFP3 va assicurata solo agli Operatori che prestano assistenza diretta ai soggetti “positivi al Covid-19” e che eseguono procedure che generano aerosol, gli Operatori Sanitari a contatto con soggetti “positivi” invece utilizzano la mascherina chirurgica mentre il rimanente personale non è autorizzato né all’utilizzo della mascherina chirurgica né tantomeno al dispositivo specifico. La scelta, naturalmente, contrasta con l’obbligo del datore di lavoro di mettere in campo il principio di cautela imposto al Datore di Lavoro dal D.Lgs 81/2008 nei confronti della salute e sicurezza dei propri dipendenti. La procedura individuata dalla Regione sull’utilizzo dei DPI parte infatti dalla certezza dello stato di salute di chi si ha di fronte. Condizione non sempre possibile. La procedura contrasta pure con la fornitura di kit (camici e mascherine chirurgiche) ai M.M.G e ai Pediatri di Libera, scelta per i quali dovrebbe valere la stessa assenza di comportamenti precauzionali riservati ai dipendenti oltrechè a costi non a carico del SSR. Inoltre, la previsione che i lavoratori a tampone negativo posti in quarantena, in base al Decreto Legge 9 marzo debbano rientrare in servizio, implica un ulteriore grado di attenzione per la loro salute e quella altrui. Per questo è ancora più necessario mettere a disposizione i DPI, più o meno
specifici, per tutti gli Operatori. La Regione convochi subito le Organizzazioni Sindacali. E’ necessaria l’informazione relativa a: • reale disponibilità dei DPI nella Regione Veneto • criteri di scelta nella ripartizione degli stessi • stato dell’approvigionamento • misure messe in campo dalla regione per la fornitura straordinaria
• misure organizzative adottate per la tutela del lavoratore in assenza o scarsezza di DPI (chiusura attività differibile, stop attività ambulatoriale, stop attività in libera professione, chiusura accesso agli ospedali…) • coinvolgimento degli organi ispettivi per la verifica della produzione di DPI e della loro allocazione
Gli Operatori della sanità rappresentano il bene più prezioso della nazione in questo momento. La loro salute e sicurezza va tutelata con priorità assoluta ed è obbligo del datore di lavoro mettere in campo tutte le misure perché questa tutela possa concretizzarsi. E’ tempo che la Regione Veneto riferisca su come sta procedendo.