Quel Ponte s’ha proprio da fare ora?
di DINO BRIDDA
Dal console romano Lucio Cecilio Metello al Ministro Matteo Salvini: in quasi 2.300 anni il Ponte sullo Stretto ha occupato la ribalta nazionale una ventina di volte. Nel 251 a.C. il console romano fece costruire un ponte di botti con parapetti per portare a Roma i 104 elefanti persi in battaglia a Palermo dal cartaginese Asdrubale. Nell’800 d.C. Carlo Magno fece costruire una serie di ponti galleggianti, poi nel 1130 Ruggero d’Altavilla commissionò uno studio di fattibilità rimasto nel cassetto. Da allora silenzio sino al 1866 quando, sotto il governo Ricasoli, gli ingegneri disputarono invano se costruire sopra o sotto il mare. Il terremoto del 1908, per rispetto dei 120.000 morti, bloccò tutto e se ne riparlò solo cinquant’anni dopo con un progetto di struttura a più campate su un’isola galleggiante. Dal 1958 ad oggi l’idea è passata ben sedici volte sui tavoli ministeriali ma senza esito. Più di recente se ne sono occupati i governi Forlani, Craxi, Berlusconi, Monti, Letta, Draghi. Il dibattito ha interessato le più ardite ipotesi architettoniche e ingegneristiche, ma forse il costo è sempre stato un freno: nel 2011 il progetto a una sola campata di Eurolink costava 8,5 miliardi di euro! L’ultimo studio di fattibilità è stato commissionato nel 2021 alle Ferrovie dello Stato delle quali fa parte anche l’Anas. Ora il Ministro Salvini ha proclamato l’intenzione di dare il via ai lavori nel bel mezzo di una pesante situazione economica del Paese. Già il Presidente Matteo Renzi nel 2016 sosteneva: «Terminata la fase di riforme di cui il Paese ha bisogno, ci si potrà dedicare a nuove e grandi opere a partire dal ponte sullo Stretto». Tante riforme ancora aspettano e nel frattempo sono piombate su di noi pandemia, guerra in Ucraina, crisi economica e via dicendo. Sarà la volta buona? Ne dubito, vista la quotidianità che tutti stiamo vivendo. Mi chiedo: «Ma è proprio questa una delle priorità nazionali dopo oltre duemila anni di dispute e rinvii, sorti anche quando il piatto non piangeva come piange oggi?». Lo dico senza animosità razzista, né atteggiamento anti meridionalistico, ma a Roma farebbero meglio a ricordare che dalle nostre parti siamo ancora alle prese con varie negatività: post Vaia, dissesto idrogeologico, sanità pubblica con operatori in fuga, spopolamento della montagna, crisi demografica, viabilità insufficiente, ritardi per l’Olimpiade, stangata bollette per famiglie e imprese, drammi occupazionali, incerto futuro per i giovani che se ne vanno, povertà che avanza e quant’altro. Con i miliardi del ponte Calabria-Sicilia quanti problemi si potrebbero risolvere in aree disagiate del Paese, montagna compresa? Comunque sia, parafrasando Dino Buzzati e il suo capolavoro “La famosa invasione degli orsi in Sicilia”, così come accadde con gli elefanti dei Cartaginesi, a ponte eventualmente costruito non temo al contrario un’invasione di orsi nella penisola dove pure già vivono: anche loro godono dei privilegi di una Regione a statuto speciale…
IL PONTE SULLO STRETTO DI MESSINA, UNA STORIA LUNGA PIU’ DI DUE MILA ANNI
di Dino Bridda
La storia del ponte sullo stretto di Messina.
251 a.C: narra lo storico Strabone che il console Lucio Cecilio Metello fece costruire un ponte di botti con parapetti per far arrivare a Roma i 104 elefanti sottratti ai cartaginesi nella battaglia vinta contro Asdrubale a Palermo. 800: quando l’imperatore Carlo Magno giunge in Calabria chiede ai suoi uomini di realizzare una serie di ponti galleggianti. 1130: Ruggero d’Altavilla, re della Puglia, della Sicilia e della Calabria dal 1130, ordina ai propri ingegneri di valutare la possibilità di un collegamento tra le parti del suo regno: in pratica, il primo studio di fattibilità del ponte. Il sovrano muore però a Palermo nel 1154 senza che nulla sia concretizzato. 1866: per un po’ l’umanità si dedica ad altre faccende, tipo cercare di sterminarsi con guerre di ogni genere, costruire magnifiche cattedrali e realizzare l’Unità d’Italia: poi, durante il governo di Bettino Ricasoli, il ministro dei lavori pubblici Stefano Jacini affida all’ingegner Alfredo Cottrau il compito di studiare un ponte, ma un altro ingegnere, Carlo Navone, propende invece per un collegamento sottomarino. 1908: alle prime luci dell’alba del 28 dicembre un terremoto devastante, con epicentro nello Stretto, distrugge Reggio Calabria e Messina con circa 120 mila vittime: del ponte non si parlerà più per molti anni. 1958: passa mezzo secolo e viene istituito il Gruppo Ponte di Messina, società della quale fanno parte Finsider, Fiat, Italcementi e Pirelli, mentre l’architetto Armando Brasini progetta una struttura a più campate, che poggiano su un’isola artificiale. 1969: è l’anno del concorsone, indetto dal ministero dei Lavori Pubblici e dall’Anas per raccogliere idee su come realizzare il collegamento; arrivano 143 progetti, anche stravaganti, e 12 sono premiati. 1979-1981: il governo guidato da Arnaldo Forlani istituisce la società Stretto di Messina Spa, con azionisti Italstat, Iri, FS, Anas e le due regioni interessate; intanto, il Gruppo Ponte di Messina presenta un progetto a campata unica di 3,3 km. 1986: la Stretto di Messina Spa (vedi sopra) presenta tre ipotesi: collegamento sotterraneo, ponte a una e ponte a due luci; per l’Eni, invece, bisognerebbe realizzare un tubo flottante ancorato al fondale, chiamato Ponte di Archimede. 1992: tocca a Bettino Craxi annunciare che il ponte si farà: poi arriva Mani pulite a fermarlo. 2001: Silvio Berlusconi pone il ponte in cima alle priorità del governo; la Stretto di Messina Spa aggiorna il progetto preliminare, risalente al 1992. 2004: sulla Gazzetta Ufficiale viene pubblicato il bando di gara per l’assegnazione del ruolo di general contractor; partecipano in cinque. 2006: dopo che il raggruppamento guidato da Impregilo si aggiudica la gara, con una legge si stabilisce che il ponte non è invece una priorità di governo: ci si penserà più avanti. 2009: Eurolink viene definito contraente generale dell’opera che, senza che nulla sia stato realizzato, tra il 1982 e il 2005 secondo la Corte dei conti è comunque costata 128,6 milioni di euro 2011: viene approvato il progetto a una sola campata di Eurolink, costo 8,5 miliardi di euro. 2012: Mario Monti e il suo governo bloccano il progetto, rimandando la verifica di fattibilità finanziaria di due anni. 2013: il ministero per i Beni culturali approva il progetto, ma la Stretto di Messina Spa viene liquidata dal governo di Enrico Letta. 2016: Matteo Renzi, nuovo presidente del consiglio, dichiara che, terminata la fase di riforme di cui il Paese ha bisogno, ci si potrà dedicare a nuove e grandi opere, a partire dal ponte. 2021: tocca al governo di Mario Draghi rispolverare il progetto, affidando alle Ferrovie dello Stato, delle quali oggi fa parte anche l’Anas, uno studio di fattibilità. 2022: neppure il tempo d’insediarsi al ministero delle Infrastrutture e Matteo Salvini, neo-titolare del dicastero, proclama l’intenzione di dare il via ai lavori del ponte: si ricomincia.
(FOTO: Wikipedia)
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