AURONZO DI CADORE Sta tornando a nuova vita il vecchio bivacco Fanton. La struttura del Cai di Auronzo, che dagli anni Sessanta è stata punto di appoggio per alpinisti ed escursionisti in Val Baion, sulle Marmarole, a inizio settembre è stata smantellata e da qualche settimana è a Longarone dove gli studenti della locale scuola professionale Enaip hanno iniziato i lavori di restauro. «Dopo la realizzazione del nuovo bivacco Fanton, posizionato lo scorso autunno a Forcella Marmarole e completato nella prossima primavera, ci pareva bello non mandare al macero il vecchio bivacco che per tanti anni ha svolto il suo compito in Val Baion. Grazie al supporto della Fondazione Dolomiti Unesco che ha messo a disposizione un finanziamento nell’ambito del progetto di riqualificazione paesaggistica rinominato “Strobs – strutture obsolete e paesaggi eccezionali. Valori e disvalori nel paesaggio delle Dolomiti e nella gestione del sito Unesco”, siamo riusciti nell’intento di ridare nuova vita alla struttura. Per realizzare il progetto, ci siamo rivolti all’ Enaip di Longarone che già qualche anno fa aveva ridato splendore alle due vecchie funivie del Monte Agudo» dice Massimo Casagrande, vice presidente del Cai di Auronzo. È così nata una collaborazione che in queste settimane si sta concretizzando attraverso il lavoro degli studenti dell’Enaip. «La struttura, dopo sessant’anni ad alta quota, ha bisogno di essere completamente ricostruita» dice Fabrizio Fontanella, docente dell’Enaip di Longarone. «Con la classe Seconda meccanica, ventitre allievi, costruiremo un telaio metallico che salvaguardi la struttura originaria, per poi ricostruire anche gli interni, riproducendoli così come furono realizzati nel 1961. Il restauro del bivacco, inoltre, consentirà un’attività interdisciplinare: dalla messa a punto del computo metrico alla formulazione di un preventivo, dalla fatturazione alla stesura della storia del bivacco, un po’ tutte le materie saranno interessate». Per quanto riguarda la storia del bivacco, nei giorni scorsi gli studenti dell’Enaip hanno potuto vivere una lezione speciale, quella che ha tenuto Angelo Soravia, presidente delle Fondazione Berti, istituzione del Cai Veneto nata per l’installazione della fitta rete di bivacchi fissi nelle Dolomiti, negli anni Cinquanta, e ora impegnata nella divulgazione della storia pionieristica dell’alpinismo. «Alla fine della seconda guerra è nata una sorta di corsa all’esplorazione dei gruppi montuosi meno noti, lontani dai rifugi: così è sorta l’ esigenza di creare dei punti di appoggio per gli alpinisti» ha spiegato Soravia a una platea di studenti davvero partecipi. «È stato studiato così un bivacco di tipo modulare che potesse essere trasportato facilmente a spalle e poi montato sul posto: l’interno è fatto in legno, con un’intercapedine isolante e la struttura esterna in alluminio. Il bivacco Fanton è uno di questi bivacchi anche se ha una storia particolare: non fu infatti trasportato a spalle ma fu uno dei primi ad essere collocato in quota grazie all’elicottero». Nel corso della stessa lezione, Massimo Casagrande ha illustrato il percorso che in questi anni ha portato, attraverso la realizzazione di un concorso di idee, alla realizzazione di un nuovo bivacco Fanton, posizionato a Forcella Marmarole, a quota 2.667.