a cura di Alessandro Savio
La chiesa di San Lucano, uno dei più antichi edifici di culto nell’Agordino si trova nella omonima valle in comune di Taibon (BL). Ricca di storia e leggenda, risalente certamente al 1500 e menzionata in numerose visite pastorali dai Vescovi di Belluno con la descrizione dell’edificio e dei suppellettili e precisi inventari delle reliquie e dei registri contabili. E’ sempre stata oggetto di molta devozione con processioni e pellegrinaggi da parte dei fedeli dell’Agordino e descritta da Don Ferdinando Tamis come “ il monumento storico e religioso più antico della Comunità Agordina” . L’edificio negli anni ha subito dei danneggiamenti a causa di slavine e di alluvioni. Nell’inverno 1629 – 1630 una valanga distrusse gran parte della chiesa, ma si salvarono certamente le reliquie del Santo Lucano e di Beata “Vaza”, come pure la tomba di quest’ultima che si trovava alla sinistra della porta principale di entrata. Molti anni dopo a causa della alluvione del 1966 la chiesa subì danni ingenti provocando il crollo della prima navata verso strada, e come descritto dalle cronache dell’epoca, la tomba di Beata “Vaza” che era conservata nell’angolo all’interno dell’edificio fu completamente asportata dalle acque impetuose del torrente Tegnas e di essa non rimase alcuna traccia. La nicchia in pietra nella quale era conservata l’immagine della Beata “Vaza”, fu ritrovata da un paesano di nome “Tita Bana” nel greto del sottostante torrente . Egli era un pioniere delle attività commerciali e di ristorazione della Valle , proprietario della famosa “ Baita del Tita”. La nicchia in pietra locale venne pertanto posizionata a lato della osteria in un altarino all’esterno della “Baita”. Venne successivamente collocata nella facciata Sud dell’antico romitorio a fianco della Chiesa. Il romitorio era già abitato fin dal 1600 da religiosi laici dell’Ordine degli Agostiniani e Francescani che facevano voto di povertà e si ritiravano come eremiti in una vita di preghiera e solitudine . L’edificio negli ultimi anni del secolo scorso andò gradatamente in rovina. Venne poi ricostruito nel 2002 grazie all’aiuto di molti parrocchiani, su iniziativa del Parroco Don Mario Zanon, e di Alessandro Savio progettista dell’intervento. Nella muratura esterna posta sopra la porta di entrata dell’edificio restaurato si conserva attualmente la nicchia in pietra sopracitata con all’interno una statuetta di San Lucano protetta da un cancelletto in ferro battuto. Nel 2022 durante i lavori di realizzazione di una scogliera a riparo dell’abitato di Forno Val ,venne anche ritrovata una ipotetica pila dell’acqua santa proveniente dalla Chiesa e descritta dal Vescovo Giovanni Tommaso Malloni nell’inventario del 31 luglio 1635 dopo la visita pastorale che diceva “ Nell’angolo a sinistra vicino all’ingresso c’è l’immagine dipinta di San Lucano e della Beata Vazza, sotto sono posti i cancelli di legno entro i quali si dice sia sepolta la Beata Vaza. Vicino c’è pure la pila dell’acqua santa.” Come già sottolineato in una precedente nota storica. La pila della acqua santa viene attualmente conservata nel museo etnografico del comune di Taibon Agordino. Lo scrivente infine dopo questi due ritrovamenti di storia e memoria inerenti alla chiesa di San Lucano vuole portare a conoscenza di un ulteriore importante ritrovamento venuto alla luce grazie alla passione per la storia locale ed alla ricerca sul territorio. Infatti su segnalazione di una devota signora di Peden (frazione di Taibon) che ha conservato per cinquantasette anni questa pietra proveniente dalla tomba di “Beata Vaza” e recuperata fortunosamente come le altre due dal greto del torrente Tegnas, nei pressi della Chiesa. La pietra calcarea molto probabilmente proveniente dalla base dell’altare o dalla copertina superiore della tomba di “Beata Vaza” misura cm. 85 per cm. 45 con uno spessore di cm. 13. Egregiamente lavorata dagli antichi scalpellini di Taibon con la superficie sovrastante ben levigata e dotata di un disegno a forma di rombo simile alle pietre degli altari della Chiesa di San Cipriano di Taibon, i bordi sono lavorati su due lati a forma rotondeggiante e di ottima fattura, si denota la rottura di un lato a causa dell’evento alluvionale poiché sicuramente la pietra aveva una dimensione maggiore. Sarebbe auspicabile che sia la pila dell’acqua santa e la pietra della tomba di Beata Vaza vengano collocate nel suo luogo naturale di origine all’interno della Chiesa di San Lucano , con degli appositi appoggi in ferro battuto e le dovute descrizioni di provenienza, per la valorizzazione ed il ricordo di antica memoria dei due manufatti sicuramente risalenti al 1600.
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