AGORDO Moreno Geremetta, valente fotografo per passione ma soprattutto grande conoscitore dell’ambiente montano e dei sui segreti lungo il sentiero 547 tra Dugon e Cole si è imbattuto in un cippo confinario. Postate le fotografie su facebook Moreno ha chiesto lumi a chi ne avesse saputo qualche cosa più di lui. In pochi minuti puntuali le risposte compresa quella di Massimo Miana che ha riferito “Imperial Regie Miniere. Dovrebbero delimitare boschi il cui legname era destinato alle miniere di Valle imperina”. Messaggio chiaro per una bella pagina di storia datata 1800, scrive ancora Massimo Miana “Secondo quanto scrivono sulla pubblicazione “Monti del sole e spiz di Mezzodì” si il periodo e prima della fine del 1800″.
Alla radio, dal giornale radio delle 9.40 il racconto di Moreno Geremetta
DAL CORRIERE DELLE ALPI, GIANNI SANTOMASO
“Per la produzione del rame metallico il minerale era arrostito all’aperto nelle roste con produzione di anidride solforosa che devastò completamente la vegetazione sui fianchi della valle; oltre che per l’armatura dei sotterranei della miniera, si richiedevano inoltre per questo processo ingenti quantità di legname ricavato dai boschi circostanti. Si rinvengono tuttora in una basta zona che va dalle falde dell’Agner a Binàtega e fino alle pendici del Col Pizon sopra la Val Pegolèra dei cippi lapidei con le iniziali IRM (Imperial Regie Miniere) che delimitavano la zona vincolata. Fu soltanto verso la fine dell’800, dopo la cessazione della produzione di rame, responsabile delle emissioni solforose e l’invio del ninerale non trattato in stabilimenti fuori provincia che i fianchi della valle poterono rivestirsi di vegetazione arborea.