BELLUNO Completiamo la rassegna delle chiese che fanno capo alla Parrocchia di Castion (Belluno) e che sono state proposte nel novembre 2012 (grafica e stampa tipografia Piave) dall’Istituto bellunese di ricerche sociali e culturali presieduto dal prof. don Sergio Sacco, che – per la serie “Quaderni” – ha editato il libro “Belluno. Uno sguardo a centoquindici chiese” di Vincenzo Caputo che per i cenni architettonici si è avvalso della collaborazione di Roberto Reolon. CHIESA DI SAN MAMANTE a Caleipo. E’ nominata per la prima volta nel 1289. Secondo la tradizione, precisa l’autore, l’edificio sacro sarebbe un ex voto per la liberazione dai rettili e per salvare dalle malattie i bambini piccoli (da qui la devozione delle mamme che allattano). Ampliata nel ‘500, la chiesa ha registrato interventi successivi fra cui i restauri al manto di copertura nel 2004. Caratteristica è la tettoia addossata al lato destro, a protezione dei pellegrini dai fenomeni atmosferici. Sull’altare una pala di Francesco Frigimelica il Vecchio, risalente al 1609 raffigura san Mamante. Importanti gli affreschi del presbiterio, della prima metà del XVI secolo. Due dipinti ad olio ai lati dell’arco trionfale, dello stesso artista, raffigurano fatti della vita del Santo. Oggi il piccolo santuario è frequentato per il culto della Madonna della Salute e per la celebrazione di matrimoni. Caputo ricorda quindi che secondo la leggenda la chiesa doveva essere edificata nella frazione Sossai ma per tre volte gli operai trovarono i materiali inspiegabilmente spostati sul versante opposto della valle, proprio dove fu costruita e dove si generò una sorgente d’acqua che “si rivelò benefica e miracolosa” (le venivano attribuite proprietà stimolatrici del latte nelle puerpere e speciali qualità per curare gli infermi). Altri episodi leggendari: il pastore con in braccio un neonato al quale era appena morta la mamma che stringendo la creatura al petto riuscì a nutrirla; il cappellano che messa in dubbio l’efficacia dell’acqua si ritrovò col latte che usciva dai bottoni del suo abito come da tanti capezzoli di donna in allattamento; quella del tipo al quale, avendo disprezzato San Mamante,”crebbe talmente il seno da diventare abbondantemente lattifero”. Reolon spiega, fra l’altro che “la facciata principale, che si vede dalla strada, è segnata dalla piccola porta, dalle due feritoie centinate e, sul semplice plafone del timpano, dal grande occhio strombato…”. BEATA VERGINE IMMACOLATA del Nevegal. E’ il santuario voluto dal vescovo di Belluno-Feltre mons. Maffeo Ducoli e benedetto nel 1992. All’interno, fra l’altro, una grande raffigurazione di Gesù scolpito su pietra, del bellunese Franco Fiabane. Statua in marmo di Carrara della Madonna, in una grotta stilizzata e una statua in bronzo di Santa Bernardetta Soubirous, del fodom Gianni Pezzei. Pregevole, fra l’altro, la Via Crucis in pietre scolpite, pure di Fiabane. SAN GIOVANNI GUALBERTO sempre in Nevegal, località Col de Gou. E’ stata eretta dal Corpo forestale dello Stato in onore del patrono, raffigurato su un mosaico della facciata. L’edificio sacro sorge su una piccola altura a cui si accede anche per una ripida scalinata di 114 gradini. Inaugurazione il 10 agosto 1958 per l’ottava edizione della festa nazionale della montagna. Il portale in legno è opera del grande falcadino Augusto Murer. CAPPELLA DEL REDENTORE SUL Col Visentin. A quota 1763, è dedicata ai Caduti. E’ stata costruita nel 1940 in onore dei morti del V Reggimento artiglieria alpina e di tutte le guerre, ed inaugurata il 15 agosto 1946. ANTONIO DA PADOVA E ANTONIO ABATE, località Fiabane. La bella chiesetta campestre composta da un’aula con piccola abside quadrata è stata costruita nel 1845 dalla nobile famiglia Pagani; radicalmente restaurata e ristrutturata venne benedetta il nel 1923. Agli stessi Santi era intitolato nella via La Centa un fabbricato privato ristrutturato e oggi adibito a deposito, nel quale vari reperti ed elementi architettonici indicavano che fu un luogo di culto. Forse si tratta della chiesa ricordata nella bolla di indulgenza del 12 luglio 1394 nominata nei secoli successivi. Nel 1845 la nobile famiglia Pagani ricostruiva poco distante una chiesina intitolata ai due Antonio. SAN LORENZO E DONNINO A Modolo. La chiesa attuale, di proprietà privata, vicina alla Villa Miari, risale al ‘700; è stata edificata in sostituzione di altra chiesetta dedicata a San Donnino (o Dominino) mentre una intitolata a San Lorenzo e non più esistente, era situata nella campagna adiacente. Nei primi dell’Ottocento fu ristrutturata ad opera dell’architetto Andrea Miari. SAN CIPRIANO nell’omonima località. Citata nel 1315 e nel 1370, venne consacrata nel 1464; risistemata nel corso del tempo, tra il 1895 ed il 1897 fu ricostruita. Sull’unico altare un dipinto seicentesco di anonimo con la Vergine con Bimbo fra i santi Cipriano e Bernardino da Siena. SANT’ANNA a Pedecastello¬: in cima a un colle e circondata dal bosco di latifoglie, sorge l’edificio settecentesco restaurato nel 1936 a seguito del terremoto. Probabilmente – annota Caputo – è la stessa costruzione denominata Santa Maria di Castello citata nel 1362 nello Statuto dei Battuti Castionesi e ricordata pure nel 1637. Sull’altare un dipinto attribuito ad Antonio Gabrieli (secolo XVIII) con Sant’Anna e Maria fanciulla; presenti inoltre tre tele con Gesù con santa Caterina da Siena, san Carlo Borromeo, la Santa Croce presentata alla Maddalena; altri due dipinti sono dedicati alla Sacra famiglia e all’Annunciazione. SANT’ANDREA APOSTOLO a La Costa: chiesetta privata della famiglia de Bertoldi all’interno del complesso della villa settecentesca. Importanti lavori di restauro furono eseguiti dopo il terremoto del 1936. All’interno uno spoglio altare marmoreo, lapidi che ricordano alcuni componenti della famiglia, quadretti con le immagini della Via Crucis. Lo stile è lievemente barocco – spiega Roberto Reolon – si nota sul fronte d’ingresso dalle cornici a gola con raccordi tondeggianti e dal sovraluce del portale d’ingresso, formato da due volute rampanti in pietra di Castellavazzo”.
NELLE FOTO (riproduzioni dal libro “Belluno. Uno sguardo a centoquindici chiese”): San Mamante a Caleipo; Beata Vergine Immacolata al Nevegal; San Giovanni Gualberto a Col de Gou; Cappella del Redentore in Visentin; Santi Antonio da Padova e Antonio abate nella località Fiabane; Santi Antonio da Padova e Antonio abate nella via castionese La Centa; Santi Lorenzo e Donnino a Modolo; San Cipriano a San Cipriano; Sant’Anna a Pedecastello; Sant’Andrea apostoolo in località La Costa.