Mel Centro storico; Marcador: Villa Luzzati e Castello di Zumelle; Lentiai: Villa Cristini, Villa Vergerio e Villa Pante; Cesana: Palazzo Pretorio. Questa l’“offerta” del sesto itinerario (su dieci) proposto nel purtroppo introvabile (in proposito da più partge se ne sollecita la ristampa e il presidente di Palazzo Piloni, Roberto Padrin, è giòà stato sensibilizzato in proposito) libro-guida “Le ville nel paesaggio prealpino della Provincia di Belluno” edito nel 1997, a cura di Paolo Conte con testi di Simonetta Chiovaro, dalla milanese Charta per l’ente all’epoca guidato da Oscar De Bona, co-firmatario con l’assessora ai Beni culturali Nicoletta Comar, della presentazione. In apertura l’autrice precisa che l’itinerario propone un primo percorso tra le ville ed il paesaggio che caratterizzano il territorio cosiddetto della Sinistra Piave (est del Piave) e aggiunge che: “Chi ha avuto modo di visitare il versante opposto (la Destra Piave) potrà notare come le differenze tra i due territori siano non solo morfologiche ma anche urbanistiche. I centri che si sono sviluppati lungo la sponda orientale, infatti, non sono disseminati sul pendio bensì accatastati l’uno all’altro con un fronte sul Piave ed uno verso le montagne che separano la Val Belluna dal Trevigiano. I punti di transito attraverso le Prealpi Bellunesi da sempre sono essenzialmente tre: il passo San Boldo (comune di Trichiana), Praderadego (comune di Mel) e Col de Garda sotto monte Cesèn (comune di Lentiai)”. La Chiovaro ricorda quindi che “I contatti con la Marca Trevigiana in questa zona della provincia sono sempre stati intensi e spesso caratterizzati da lotte finalizzate al controllo di località strategiche fortificate”. E non a caso nella sola valle del Piave si ricordano, infatti, i castelli di Gardona, Castellavazzo, Belluno, Castion, Casteldardo, Castelvint, Cesio, Cesana, Castellàz, Rocchetta, San Vittore, con quello di Zumelle che “divenne il ‘baricentro’ della zona e garantì il collegamento tra Belluno, Feltre e Cèneda” (e per questo, anche se non si tratta di una villa, la Chiovaro suggerisce di visitarlo “per la sua notevole importanza storica e perché con quello di Feltre e quello di Andràz è uno dei pochi che si sia conservato tra tutti quelli, numerosissimi, che esistevano sul territorio provinciale”). Aggiungendo: “A partire dal IX-X secolo il ducato longobardo si smembrò nelle diocesi che lo costituivano e che facevano riferimento ai tre comuni principali suddetti. E’ per questo motivo che ancora oggi i comuni di Trichiana, Mel e Lentiai appartengono alla Diocesi di Vittorio Veneto anziché a quella di Belluno e Feltre”. L’itinerario prende il via con la visita all’abitato di Mel “che è tra i più significativi ed antichi della provincia. All’inizio di via XXXI Ottobre detta “Via del Paradiso”, sulla sinistra l’imponente Villa Granelli mentre più avanti, salendo, ecco che “risaltano le belle forme di Villa Toniolo. Va segnalato il Palazzo delle Contesse, di proprietà comunale, che ospita il Museo civico archeologico, con reperti ritrovati in una necropoli dell’età del ferro. Uscendo dalla piazza è possibile ammirare la facciata di Palazzo Pivetta. Consigliato arrivare a Marcador, 500 metri sulla sinistra dopo Mel: “Su una collina che domina il paese, s’innalza un bella casa dominicale, conosciuta come Villa Luzzati, dal nome della famiglia veneziana che vi dimorò nel secolo scorso; è a schema tripartito tipico della villa veneta e in facciata il timpano assume un risalto evidente e si ripete sulla fronte posteriore. Altra lunga ma interessantissima deviazione e si giunge al Castello di Zumelle, “prezioso superstite dell’intero territorio provinciale”. Ed eccoci a Lentiai che propone tre ville di cui due di impianto cinquecentesco: Villa Cristini, XVIII secolo, caratterizzata da un ingresso ricco di elementi architettonici: due pilastri a bugne completati da grandi vasi in pietra scolpita che incorniciano un grande cancello in ferro; due panchine in pietra sono poste simmetriche ai lati, sul marciapiede asfaltato. Sul lato sud si apre una piazzetta da cui si dipartono via XX Settembre e via Garibaldi: nel punto di confluenza delle due stradine c’è l’ingresso a Villa Vergerio del XVI secolo che vanta una bellissima trifora a bugne a punta di diamante conclusa da una semplice e liscia cornice rettilinea. Dalla via XX Settembre si approda alle spalle della parrocchiale di Santa Maria Assunta, maestoso edificio che all’interno propone importanti lavori di artisti come Tiziano Vecellio e bottega, Andrea Brustolon, Luigi Cima. Francesco Terilli, Pietro Liberi, Giovanni da Mel, Francesco Frigimelica e Cesare Vecellio. Attraversando il sagrato , nella piazza Cavallotti si imbocca la via Vittorio Emanuele e all’angolo è visibile di scorcio l’ultima villa importante di Lentiai: Villa Pante del XVI secolo “che appare ispirata allo schema della casa rustica, con portico e loggia sovrapposti, secondo una tipica modalità riscontrabile negli esempi più antichi”. Avviandosi a conclusione la Chiovaro richiama il palazzo Pretorio o della Ragione che sorgeva a fianco del Castello di Zumelle al quale era collegato da un passaggio sotterraneo. Al pianterreno i locali adibiti a cancelleria, archivio, prigione e sale di tortura; al piano nobile il grande ambiente che forse era il gabinetto del vicario; al primo piano un salone le cui pareti sono tuttora abbellite da affreschi: “decorazioni a stucco tra le più belle per disegno e vigore plastico di tutta la zona”. E non trascura di sottolineare che: “Nelle immediate vicinanze di Lentiai sono da segnalare molteplici località da visitare, sia per il loro interesse storico-artistico (Colderù, Villapiana), sia per quello culturale e paesaggistico: Pian di Coltura conosciuto come “Il regno dei narcisi” e le panoramiche frazioni di Stabie e Canài sulle pendici e gli altipiani delle Prealpi Bellunesi, “zone calcaree ricchissime di vegetazione caratterizzata da faggeti, boschi misti, prati e pascoli”; per chiudere con l’importante bacino di Busche dove si trova l’imponente struttura di sbarramento del Piave, con il lago che offre ospitalità ad un’ampia gamma di fauna acquatica stanziale ed migratoria.
NELLE FOTO (riproduzioni dal libro “Le ville nel paesaggio prealpino della Provincia di Belluno”): particolare della facciata di Villa Granelli; veduta della lunga facciata di Villa Tonon; gli alti ed elaborati camini del Palazzo delle Contesse; particolare della facciata urbana di Palazzo Pivetta; così, dalla strada, la Villa Luzzati; il complesso fortificato del Castello di Zumelle; facciata principale di Villa Cristini; la Villa Vergerio; facciata interna di Villa Pante.