di RENATO BONA
Nella Pasqua del 2019 – come ricorda il sito diocesano “chiesabellunofeltre”- il vescovo Renato Marangoni, l’imam di Belluno, Hasan Frague, ed altri partecipanti al “Pellegrinaggio del dialogo” ebbero modo di incontrare nel monastero trappista di Notre Dame de l’Atlas, a Midelt il venerando Fratel Jean Pierre Schumacher il quale – si sottolinea – “si era compiaciuto della presenza contemporanea del Vescovo e dell’Imam di uno stesso luogo e aveva descritto le due esperienze religiose come una scala che dai due lati porta a Dio”. Purtroppo, quello che era internazionalmente noto come l’ultimo sopravvissuto di Tibhirine, è mancato, all’età di 97 anni, il 21 novembre scorso in Marocco, dove aveva continuato a mantenere vivo lo spirito della sua comunità. Il giorno 23 ha ricevuto i “supremi onori” prima di essere sepolto, con la popolazione che gli ha reso convinto omaggio e ne ha sottolineato il suo essere uomo discreto, erudito e di grande bontà. L’Imam bellunese Hasan Frague a nome della comunità islamica ha espresso “sentite condoglianze a tutta la comunità cristiana per la perdita di questo grande uomo, che abbiano avuto l’onore di conoscere di persona” sottolineando, come scrive il Corano che “Siamo di Dio e a Lui faremo ritorno”. Dal canto suo monsignor Renato Marangoni ha aggiunto: “Nel ricordo indimenticabile di fr. Jean Pierre, siamo vicino ai musulmani che l’hanno stimato. Ci impegniamo a continuare a Belluno-Feltre quell’incontro attento che fr. Jean Pierre, nei suoi cinquant’anni di vita monastica, ha vissuto in Algeria e in Marocco!”. La libera enciclopedia Wikipedia ricorda che “L’assassinio dei monaci di Tibhrine venne commesso nel 1966 quando sette monaci trappisti furono sequestrati dal loro monastero presso Tibhrine in Algeria, nella notte tra il 26 e 27 marzo, e uccisi il 21 maggio seguente” e aggiunge: “Le vittime sono state poi beatificate con altri dodici religiosi martiri della guerra civile d’Algeria l’8 dicembre 2018,ad Orano”. Il monastero di Notre Dame dell’Atlante è dell’Ordine dei Cistercensi della Stretta osservanza, meglio conosciuti come Trappisti, e fu fondato nel 1938 appunto a Tibhrine, vicino alla città di Médéa, 90 chilometri a sud di Algeri. Un commando di una ventina di uomini armati irruppe nell’edificio sacro sequestrando sette dei nove monaci che ne formavano la comunità, tutti di nazionalità francese. Un mese dopo il sequestro fu rivendicato dal Gruppo islamico armato, che propose alla Francia uno scambio di prigionieri. Inutili le trattative, il 21 maggio i terroristi annunciarono l’uccisione dei 7 monaci le cui teste furono ritrovate il giorno 30 mentre i corpi non vennero mai recuperati. Le vittime erano: Christian de Chergé, 59 anni, monaco dal 1969, in Algeria dal 1971; Luc Dochier, 82 anni, nonaco dal 1941, in Algeria dal 1947; Christophe Lebreton, 45 anni, monaco dal 1974, in Algeria dal 1987; Michel Fleury, 52 anni, monaco dal 1981, in Algeria dal 1985; Bruno Lemarchand, 66 anni, monaco dal 1981, in Algeria dal 1990; Célestin Ringeard, 62 anni, monaco dal 1983, in Algeria dal 1987; Paul Favre-Miville, 57 anni, monaco dal 1984, in Algeria dal 1989. Due i monaci che riuscirono a scampare al sequestro: Amédée Noto e, appunto Jean-Pierre Schumacher i quali, dopo la tragica morte dei confratelli, si trasferirono in Marocco, nel monastero di Fès. I funerali delle vittime ebbero luogo nella basilica di Notre Dame d’Afrique, ad Algeri, il 2 giugno 1996 assieme a quelli del cardinale Léon-Etienne Duval; i resti furono sepolti nel cimitero del monastero il 4 giugno. Un’ultima annotazione di Wikipedia per ricordare che “L’assassinio dei monaci è avvenuto nel periodo della sanguinosa guerra civile algerina, seguita al colpo di Stato del 1992 attuato dai militari per impedire il secondo turno delle elezioni amministrative che molto probabilmente avrebbe dato la maggioranza dei seggi e il potere di modificare la Costituzione al Fronte islamico di salvezza, il Fis”. Il tragico episodio ebbe vasta eco e nel 2003 René Guitton con il libro “Si nous taison… Le martyre des moines de Tibhuirine” ha vinto il Prix Montyon, premio letterario rilasciato dall’Academie Francaise; nel 2010 dalla vicenda è stato tratto il film francese “Uomini di Dio”, diretto da Xavier Beauvois, vincitore del Grand Prix speciale della giuria al 63. Festival di Cannes: nel 2016 con Geverde la canzone “Il mio ultimo pensiero”, tratta dagli scritti di Padre Christian. Un servizio di Belkassem Yassine sul sito www.ajonoas.it/ di pochi giorni fa ricorda fra l’altro che “Quattro anni dopo il dramma, Jean-Pierre Schumacher si trasferì in Marocco dove divenne priore di una piccola comunità di monaci trappisti dell’Ordine circestense nell’Atlante marocchino. Diceva spesso che la sua sopravvivenza era “un appello di Dio a testimoniare”. Il secondo scampato alla morte tragica, padre Amedeo Noto, è mancato nel 2008. Segue, nel servizio, una dettagliata cronistoria degli eventi post eccidio: febbraio 2004, la Procura di Parigi apre un’inchiesta giudiziaria per “rapimenti, sequestri e omicidi in relazione a un atto terroristico”, l’istruzione è affidata al giudice Jean-Louis Bruguiere; maggio 2006: l’avvocato delle parti civile denuncia la lentezza dell’istruttoria; dal 2007 responsabile del caso è il giudice istruttore Marc Trévidic: l’istruttoria è tuttora in corso; a fine 2009 la Commissione consultiva per il segreto della difesa nazionale ha autorizzato la declassificazione dei documenti dalla Direzione centrale dell’intelligence interna; 11 marzo 2011: l’Association francaise des Victimes du terrorism (Aftv) si costituisce parte civile; ottobre 2014: i giudici Trévidic e Nathalie Poux sono in Algeria con un gruppo di esperti: dopo il riesame delle teste dei monaci sono effettuati prelievi ma le autorità algerine si oppongono al trasferimento in Francia e solo nel giungo 2016 hanno accettato di trasmettere ai magistrato francesi i prelievi per un’analisi scientifica. Ventidue anni dopo, la relazione delle autorità sulle spoglie dei monaci di Tibhirine, pubblicata il 29 marzo 2018 “consolida i dubbi sulle reali circostanze di morte dei religiosi che sarebbero stati uccisi un mese prima dell’annuncio ufficiale della loro morte e poi decapitati”. Sta di fatto che il fascicolo giudiziario per questo casa internazionale è ancora aperto.
NELLE FOTO (sito “chiesabellunofeltre”; Vatican Media; Wikipedia; L’Avvenire): Fratel Jean-Pierre; il monaco trappista abbracciato da Papa Francesco, che gli baciò pure la mano, in occasione del viaggio apostolico del Pontefice nel 2019; solenni funerali in Marocco per l’ultimo sopravvissuto del massacro di Tibhirine in terra d’Algeria; momenti dell’incontro di Frayel Jean-Pierre con il vescovo di Belluno-Feltre, Renato Marangoni, l’Imam Hasan Frague e partecipanti al pellegrinaggio; le immagini delle sette vittime; il monastero trappista di Notre Dame de l’Atlas, a Midelt.