di Renato Bona
In occasione del mercatino del libro usato che nello scorso febbraio Elisa Dalla Rossa aveva allestito nella via Rialto di Belluno allo scopo di raccogliere fondi per a costruzione di un asilo da parte dell’Associazione Yolandre per il Madagascar, della quale è referente, chi stende queste note aveva avuto occasione di acquistare un bel libro fotografico sullo scomparso vescovo di Belluno-Feltre monsignor Maffeo Ducoli, opera di don Giorgio Lise, attuale rettore del Seminario Gregoriano bellunese, vicario giudiziale, cappellano provinciale della Polizia di Stato e delegato vescovile per la vita consacrata, già segretario del presule dal 1978 al 1993: “Il Vescovo Maffeo. Diario, ricordi e testimonianze”, stampato dalla tipografia Piave per Tipi edizioni nel marzo 2015, con fotografie dall’archivio dello stesso don Lise, dall’archivio diocesano Belluno-Feltre, dal settimanale L’Amico del Popolo e da L’Osservatore Romano”. Le quasi duecento splendide pagine del volume sono suddivise in cinque capitoli: “Uno sguardo alle radici”, “Dalle prime tappe cristiane al sacerdozio”, “Il ministero sacerdotale”, “Il ministero episcopale”, “Appendice”. In copertina un collage di fotografie che ricordano momenti significativi di storia personale del Vescovo; in quarta di copertina altre tre immagini, compresa quella – che fu trasmessa in mondovisione – della recita in Marmolada dell’Angelus, da parte di Giovanni Paolo II nel primo anniversario della scomparsa del predecessore Albino Luciani, il “Papa bellunese del sorriso”. Andando controcorrente, proponiamo passaggi del libro di Giorgio Lise partendo dalla fine e dal “Testamento spirituale” traiamo quello dedicato a sacerdoti, religiosi, religiose, laici della diocesi di Belluno-Feltre: “”… Non posso dimenticare che per 20 anni, abbiamo lavorato e sofferto insieme particolarmente in momenti difficili che però hanno segnato la storia delle diocesi a me affidate e, con la grazia di Dio, aperto un nuovo cammino ricco, fecondo, di comunione, sorgente di rinnovata testimonianza cristiana. Desidero assicurare loro il mio affetto e la sincera stima per l’intelligente, zelante lavoro pastorale realizzato con non piccoli sacrifici… E’ il mio ultimo ‘amen’ che si perde nello sconfinato ed eterno amore di Dio”. Segue una lettera inviata a don Giorgio dal segretario di Papa Giovanni Paolo II, cardinale Stanislao Dziwisz, appena saputo della scomparsa di Ducoli: “…Ricordo in particolare quanto lui ha fatto affinché il Santo Padre potesse trascorrere un soggiorno, anche se breve, tra le Dolomiti per riacquistare energie per il suo infaticabile ministero di Pastore della Chiesa universale. Il Papa, come sai, è rimasto contento di quell’esperienza a Lorenzago di Cadore dall’8 al 14 luglio del 1987, che poi ha ripetuto in anni successivi…”. Viene quindi proposta l’omelia che il patriarca di Venezia, mons. Francesco Moraglia pronunciò ai funerali del Vescovo Ducoli e che si concludeva così: “… Al Vescovo e padre monsignor Maffeo Giovanni Ducoli il nostro grazie e la nostra preghiera, nella certezza che egli innalzerà la Sua per le nostre chiese, in particolare per le diocesi che, più direttamente ha servito come presbitero, come vescovo ausiliare e come vescovo residenziale e, infine, per l’intera Chiesa di Dio”. Altri ricordi: mons. Ausilio Da Rif, nella cattedrale di Belluno il 28 agosto 2012 nel primo anniversario della morte di mons. Maffeo Ducoli: “… Il suo episcopato tra noi fu contrassegnato da tre eventi di portata storica: l’elezione di Papa Luciani nel 1978; le cinque visite e soggiorni di Papa Giovanni Paolo II a Lorenzago (1979-1993); la fusione delle due antiche diocesi di Feltre e Belluno (1986). Ovviamente il Vescovo fu protagonista di questi avvenimenti…”. Don Vinicio Marcon, segretario del presule dal 1993 al 2012: “…mons. Ducoli era buono, paterno, comprensivo ma fermo nelle decisioni ed esigente nel servizio prima con se stesso ma anche con i segretari… aveva molti amici sia tra il clero che tra i laici, che gli sono stati sempre vicini…”. Mons. Renato De Vido che fu il primo segretario: “.. cominciai il mio servizio in vescovado l’8 dicembre 1975…Una delle prime note che mi espresse fu la scarsa frequenza di uomini alla Santa comunione. Come ricordo i 33 giorni del Pontificato di Luciani? Mi sembrava di vivere una favola consolante e un privilegio inimmaginabile e penso ad esempio all’udienza concessa ai pellegrini di Feltre e Belluno e alla carezza affettuosa data a Ducoli quando gli rese omaggio…”. Tocca all’autore del libro, monsignor Giorgio Lise di cui viene riportata un’intervista pubblicata il 31 agosto 2012 dall’Amico del Popolo” e nella quale lo “storico segretario” sintetizza con le parole fedeltà e dedizione alla Chiesa il ricordo del suo vescovo: “ Due caratteristiche che mi hanno colpito maggiormente”. Quindi il richiamo al fatto che “un aspetto della vita diocesana a cui teneva in modo particolare era creare dei luoghi di spiritualità” e venuta meno l’ipotesi di avere a Cortina una comunità di preghiera pensò al Nevegal, e infine i suoi sforzi trovarono compimento al Centro ‘Papa Luciani’ il ‘grande monumento’ come amava ripetere, che la diocesi aveva eretto in memoria di Giovanni Paolo I”. Concludiamo con mons. Pietro Bez: “Dei vescovi legati al mio sacerdozio, mons. Maffeo Ducoli è quello che ho conosciuto di più per la lunga frequentazione, 10 anni come suo vicario generale, e al quale mi sento legato da profonda riconoscenza ed affetto” e mons. Mario Carlin: “Ricordo quando mi mise in imbarazzo: l’indomani del suo ingresso a Belluno mi telefonò dicendomi: domenica non ho nessun impegno, posso venire a celebrare nella tua parrocchia? Ero allora parroco di Limana. Naturalmente mi sentii onorato e lo accogliemmo, senza nessuna preparazione, nell’ordinario di una nostra messa parrocchiale. Fu molto contento, ci disse cordiali parole di incoraggiamento e poi si fermò a pranzo con me, con estrema semplicità”.
NELLE FOTO (riproduzioni dal libro di Giorgio Lise “Il Vescovo Maffeo. Diario, ricordi e testimonianze”): la copertina del volume; l’ultima di copertina con l’immagine della famosa recita dell’Angelus di Giovanni Paolo II in Marmolada sotto la neve; Maffeo Ducoli vescovo; 12 marzo 1951:in Segreteria di Stato; il presule con alcuni superiori: il cardinale Casaroli, il cardinale Re,il cardinale patriarca di Venezia, Cè; benedizione della grotta “Regina delle Dolomiti” a punta Rocca in Marmolada (a destra) e una messa con il cardinale Gantin; con il Papa a Costalta l’11 luglio 1987; mons. Moraglia patriarca di Venezia; mons. Ausilio Da Rif; don Vinicio Marcon; mons. Renato De Vido; mons. Giorgio Lise; mons. Pietro Bez; mons. Mario Carlin; in Vaticano ad un’udienza privata; colloquio con Benedetto XVI a Lorenzago di Cadore, presente anche il vescovo Giuseppe Andrich.
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