di Renato Bona
In occasione della ricorrenza del centenario della nascita di Romano Bottegal, lamonese di San Donato, dove era nato il 28 dicembre 1921, ultimo di sei figli di una famiglia molto povera, il vescovo della diocesi di Belluno-Feltre monsignor Renato Marangoni – come annunciato dal sito “chiesabellunofeltre” ha presieduto dalle 10,30 la celebrazione della messa dedicata al venerabile padre Romano, monaco e contemplativo. Dopo le scuole elementari, entrò nel seminario minore di Feltre e quindi in quello maggiore di Belluno (dove il vice rettore era monsignor Albino Luciani, il futuro “Papa bellunese del sorriso” che sarebbe asceso al soglio di Pietro il 26 agosto 1978 – ndr.). Maturò la vocazione monastica ma dovette attendere l’ordinazione sacerdotale, avvenuta il 29 giugno 1946, per entrare nell’abbazia delle Tre Fontane di Roma ed emettere la professione solenne nel 1951. Fu maestro dei fratelli conversi, cantore, poi maestro dei novizi e priore. A conclusione dei corsi all’Università Gregoriana conseguì la licenza in teologia nel 1953 e otto anni più tardi “rispose all’appello dell’abate del monastero di Latroubn in Israele, che cercava volontari per realizzare una fondazione in Libano, ottenendo il permesso di partecipare a questo tentativo” Studiò dunque l’arabo, il siriaco e la liturgia orientale e quando il progetto libanese non venne avallato dal Capitolo generale dei Trappisti, rientrò alle Tre Fontane dove gli fu concesso di condurre una vita eremitica nel territorio del Monastero. Peraltro, col nuovo superiore venne negato al giovane monaco lamonese di proseguire la sua esperienza e ciò lo indusse a partire per il Libano, ponendosi sotto l’autorità del Vescovo melkita di Baalbek. Vivendo come eremita a Jabbouleh e brevemente in Terra Santa: un’esistenza poverissima con l’ alimentazione appena sufficiente, senza riscaldamento né altro sollievo. Ciò non gli impedì di essere esempio di amicizia e di amore verso i cristiani ed i musulmani. Insomma: la sua fu autentica vita di austerità, preghiera, perdono. Ormai consumato dalla tubercolosi. Morì per arresto cardiaco nell’ospedale di Beyrouth il 19 febbraio 1978, all’età di 56 anni, dopo 32 anni di vita monastica, di cui 14 passati in solitudine. Va ricordato che vicino al suo eremo oggi sorge un convento che continua l’opera di contemplazione incominciata da padre Romano Bottegal. Il sito “santi beati” scrive fra l’altro di Bottegal: “…Si spegne il 19 febbraio 1978 coronando nella pace del Signore uno straordinario itinerario spirituale. Questa figura monastica fuori del comune, questo grande mistico, la cui fama di santità si sta estendendo nel mondo, ha già ispirato molte persone e suscitato adesioni, devozioni e amicizie spirituali, soprattutto in Libano e nel Bellunese. Se la sua austerissima vita è difficilmente imitabile, la semplicità e l’unificazione da lui raggiunte sono invece il cammino normale di ogni ricercatore di Dio”. Ancora: “La penitenza non l’ha indurito. andava fino in fondo a quel che faceva, ma senza perdere il senso pratico e senza intristirsi. Anzi, era gioioso, sorridente, amabile pieno di amore e anche di tenerezza.. Tutti testimoni parlano della sua gioia e dell’irradiazione della presenza del Signore dal suo volto, frutto anche di qualche esperienza mistica, di cui ha conservato un geloso segreto ma che traspariva chiaramente dal suo ‘Diario segreto’. Padre Romano ha vissuto in mezzo ai mussulmani, pregando molto, pregando e perdonando.. Arrestato nella notte dai soldati siriani che avevano invaso e saccheggiato il suo eremo, fu subito rilasciato dal comandante mussulmano, che poi su raccomandò alle sue preghiere. Padre Romano diceva che il miglior apostolato in mezzo ai mussulmani era una vita povera, di preghiera, di lavoro e che la sua missione in mezzo a loro era di vivere solo, ma vicino a loro più povero di loro, aiutandoli e amandoli. I contadini del luogo si domandavano come padre Romano potesse condurre un tal genere d’esistenza e dicevano che era grazie alla sua presenza che Dio li benediceva”. “Papa Francesco l’ha dichiarato venerabile il 9 dicembre 2013”.
NELLE FOTO (Wikipedia; sito chiesabellunofeltre; Sara Alessandrini; Google): padre Romano Bottegal; il suo paese natale: San Donato di Lamon; la parrocchiale lamonese dove il vescovo di Belluno-Feltre, Renato Marangoni, ha presieduto la celebrazione della messa per il centenario di Bottegal; l’abbazia delle Tre Fontane a Roma; pubblicazioni dedicate al monaco lamonese.